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Quando Giulini scoprì Barella

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Il presidente rossoblù ci vide lungo nel 2016…

Nicolò Barella è uno degli uomini del momento, nel calcio italiano ed europeo. Gioiello del Cagliari, perno della Nazionale, incensato giustamente ad ogni latitudine, appetito da molti club facoltosi. Ma quando esplose, o almeno iniziò a farlo, il classe ’97 scuola Gigi Riva?

La sua storia si conosce. Dalla trafila nel settore giovanile con addosso gli occhi di chi già capì quanto fosse predestinato, al rapido salto in prima squadra per l’esordio con Zola (Coppa Italia) e Festa (Serie A). Quindi la Serie B, gli assaggi in rossoblù e la gavetta comasca, fino a prendersi la scena nella stagione 2016/2017. E proprio lì arriva lo step decisivo.

Giulini e Barella trovano l’accordo per l’ultimo rinnovo

E’ una fredda serata di novembre, il prime time di domenica 6. Il Cagliari ha perso 24 ore prima a Torino, un KO per 5-1 per mano dei granata che è uno dei punti più bassi della gestione Rastelli. Il malumore regna sovrano, nella piazza rossoblù, disorientata dalle montagne russe di rendimento e risultati. Tommaso Giulini decide di intervenire a piedi uniti. Lo fa telefonicamente ad un’emittente locale, di fatto “imponendo” Barella con parole che suonano come “da domenica giocherà un nostro giovane di grande valore e futuro come Nicolò Barella”. 

Quindici giorni dopo, sempre di sabato pomeriggio, è in programma Chievo-Cagliari (curiosità: il mister gialloblù è Rolando Maran). Barella, da allora (gioca 90′ nella scialba sconfitta di misura), non esce più di squadra, se non per infortunio o squalifica. Una storia iniziata da una crisi, annunciata viste le premesse del pedigree di Barella, esplosa di fatto con il gesto presidenziale.

Fabio Frongia