Un cambio di passo netto rispetto al recente passato, partito con i riscatti e continuato con tre innesti, due in mezzo al campo e due nel reparto offensivo. Non più l’attesa data da uscite necessarie, indice di liquidità e varie ed eventuali, ma alcune cessioni per certi versi più o meno secondarie (Scuffet, Sherri, Hatzidiakos, Wieteska, Marin, Prelec, Kingstone, Palomba e Catena) più l’unica vera uscita con incasso di un titolare della passata stagione, Makoumbou, e i quattro addii da fine contratto di Augello, Viola, Palomino e Jankto. È il Cagliari formato estate 2025, è il rilancio di Tommaso Giulini nella nuova era targata Fabio Pisacane e Guido Angelozzi, allenatore e diesse rossoblù.
Traffico intenso
Mettendo da parte il discorso prettamente economico, tra pagamenti dilazionati e possibili riscatti futuri, il Cagliari ha finora operato più in entrata che in uscita. Almeno considerando gli investimenti. I 6 milioni per Gaetano, i 24 per Adopo (4), Caprile (8) e Piccoli (12), il milione per il prestito di Kılıçsoy dal Beşiktaş, più i vari Mazzitelli e Folorunsho, senza dimenticare Borrelli arrivato da svincolato dopo il fallimento del Brescia. Non solo una questione di euro, perché la rosa affidata a Pisacane è a oggi extralarge. Per questo la priorità, con un occhio comunque a possibili occasioni date dal mercato, è quella di sfoltire un gruppo con gerarchie sempre più chiare. E in questo senso la società rossoblù guarda vigile l’arrivo di possibili pretendenti per quei giocatori più cedibili di altri, pur se resta sempre chiaro il discorso che di fronte a offerte irrinunciabili anche il più stabile possa salutare la Sardegna. Detto che sui vari giovani (Pintus, Vinciguerra, Cavuoti, Iliev) non c’è fretta e la loro cessione in prestito non avrebbe bisogno di tempi lunghi, a tenere banco sono soprattutto tre nomi: Obert, Zortea e Piccoli. Situazione tanto semplice quanto chiara: profili che piacciono in Italia e all’estero e più spendibili per plusvalenze che possano permettere nuovi investimenti. Con un dettaglio non da poco, perché il Cagliari, sempre rispetto al passato, non mostra la gola sulla quale le varie pretendenti possono avvicinare il coltello, tutt’altro.
Vetrina
Estero per Obert e Piccoli, Italia per Zortea. Questo a oggi 4 agosto il panorama per i tre protagonisti. Nessuna offerta concreta sul tavolo, valutazioni dalle quali partire e difficilmente scendere (anzi) fissate da tempo. Lo slovacco ha estimatori in Belgio e non solo, 8 i milioni che servono per aprire qualsivoglia discorso in casa Cagliari. L’esterno scuola Atalanta ha una base d’asta che va oltre i 10 milioni, Bologna e Fiorentina attente ma al momento poco disposte a investire la cifra messa sul cartellino del prezzo dal club rossoblù. C’è poi Piccoli, il centravanti che porta con sé tante voci d’addio a tal punto da aver creato un certo fastidio dalle parti di Sa Ruina. Perché le richieste sono chiare, perché senza 30 milioni certi qualsivoglia sia la formula il Cagliari non apre alla cessione e non sente pressioni. Va da sé che di fronte a offerte irrinunciabili – e qui, chissà, qualcosa in meno di 30 potrebbe bastare – il club non alzerebbe il muro, così come a certe cifre è difficile pensare all’Italia come destinazione (Como escluso, ma con Morata a chiudere la possibilità), nonostante il ritorno di fiamma della Fiorentina secondo radio mercato in salsa viola. Si è parlato e non poco del West Ham, ma al momento oltre alle voci non si è andati oltre. Resta comunque aperta la porta dell’addio, Premier League o altro campionato oltre confine che sia. Mentre in entrata rimangono alcune criticità da affrontare, a maggior ragione se arriveranno le cessioni e non solo dei tre citati. Un difensore centrale di piede destro a prescindere da tutto (Monterisi ancora in lista), un terzino sinistro all’occorrenza, un vice Zappa se dovesse salutare Di Pardo, un attaccante non per forza con il solo addio di Piccoli. E la pista Sebastiano Esposito a tenere ancora banco, ferma esattamente al punto in cui era arrivata nel weekend. Con l’Inter che vorrebbe monetizzare e che si “accontenterebbe” di 5 milioni di euro, ma con la conditio sine qua non della certezza della cessione. Che, tradotto, vuol dire o a titolo definitivo o in prestito con obbligo di riscatto (reale o di fatto come accaduto con Gaetano e il Napoli un anno fa), mentre il Cagliari insiste su condizioni che non “impegnino” sì o sì il bilancio. Uno stallo che può essere superato o con una cessione che porti liquidità in Sardegna da girare poi su Esposito o con un’attesa che forzi l’Inter (al netto di pretendenti di ritorno come Fiorentina e Parma, se non estere) ad accettare le condizioni del Cagliari.
Matteo Zizola














