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Possesso, gioco aereo e ripartenze: cosa aspettarsi da Lazio-Cagliari

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Mazzarri contro Sarri. Una sfida tra due idee di gioco diverse, con il tecnico della Lazio avvantaggiato non tanto per la forza dei biancocelesti quanto perché ormai saldo al comando della panchina romana da quest’estate. Per il neo allenatore del Cagliari sarà invece l’esordio sulla panchina rossoblù. I due si sono sfidati due volte in carriera da tecnici, il più recente è il derby di Torino del novembre 2019 (ha vinto la Juventus di Sarri per 1-0), mentre il secondo è il pareggio 2-2 tra Napoli e Torino del maggio 2018. Con Mazzarri sulla panchina sempre dei granata.

Gestione del pallone

Entrambi molto integralisti nelle proprie idee di gioco e anche offensivi per natura, ma Mazzarri e Sarri hanno due filosofie diverse di intendere il pallone. L’allenatore dei biancocelesti fa del possesso palla e della gestione un suo mantra ormai da tempo, un’aggressione in massa nella metà campo avversaria. La Lazio non a caso è la squadra che tiene più palla in media a partita di tutto il campionato. Sono 31 minuti e 21 secondi in media di possesso per Immobile e compagni a gara in Serie A. Di questi 12 minuti e 13 secondi vengono passati nella metà campo avversaria. Il Cagliari da parte sua, sotto la gestione Semplici, è stata l’ottava squadra per possesso palla medio a incontro, 26 minuti e 23 secondi, ma solo per 9 minuti e 8 secondi riesce a stare in media nel centrocampo avversario. E in questo caso è la quinta peggior squadra per presenza in terra avversaria delle prime tre gare della stagione. In pratica Mazzarri eredita un Cagliari che fin qui ha faticato in costruzione dal basso e che difficilmente è riuscito a creare con continuità palla al piede negli ultimi 45 metri. Evidente contro il Genoa come l’assenza di Strootman, chiamato a venire in mezzo ai tre centrali per impostare l’azione, abbia portato a un progressivo abbassamento nella ripresa della squadra che faticava a uscire palla al piede e spesso si è affidati ai lanci, non precisi, di Ceppitelli. Questo è un aspetto che Mazzarri dovrà curare fin da subito, magari rinunciando alla costruzione dal portiere per la sfida dell’Olimpico e provando ad andare in aggressione la Lazio sulle seconde palle. Un concetto dove i biancocelesti, specie se attaccati alti, sia contro il Milan che contro il Galatasaray hanno mostrato delle lacune.

Esterni e duelli aerei

Il Cagliari fin qui come la Lazio ha segnato due reti di testa (Ceppitelli al Genoa e Deiola al Milan). Ma soprattutto contro il Grifone la squadra di Semplici ha mostrato difficoltà nei cross alti e nei calci piazzati (Fares è stato marcato da tre giocatori diversi e ha segnato due gol, con tanto di scenetta tra Joao Pedro e la panchina rossoblù con il capitano che si lamenta delle indicazioni di marcatura a uomo). La Lazio di Sarri ha alcuni colpitori micidiali, Milinkovic e Acerbi per citarne due, e ottimi schemi da calcio d’angolo. per fortuna di Mazzarri Immobile e compagnia sono anche la seconda squadra che crossa meno del campionato:  traversoni utili. Meno solo il Sassuolo con 2. Intensità atletica non solo sui colpi di testa ma anche in mezzo al campo. La Lazio è infatti la rosa della Serie A che corre di più. La formazione di Sarri percorre in media 111.648 chilometri a partita. Più di 10 chilometri per giocatore titolare. I rossoblù si fermano a una media di 103.014 a gara di media. Un aspetto interessante, che si riflette anche sulla mentalità. Forse i sardi, come contro il Genoa, vanno prima in apnea e da lì nascono scelte o disattenzioni più mentali che tecniche.

Infine c’è una carta utile che Mazzarri potrebbe utilizzare per mettere in difficoltà la Lazio all’Olimpico. Fin qui la squadra di Sarri non si è sempre dimostrata organizzata in fase di ripiegamento rapido. Contro il Milan i biancocelesti hanno tremendamente sofferto i continui raddoppi sulle fasce. Il Cagliari potrebbe usare il moto continuo di Nandez, Dalbert o Zappa per provare a mettere in crisi i movimenti della linea difensiva di Sarri. In un gioco comunque che è quello della coperta corta, perché in caso di ripartenza avversaria i quinti di Mazzarri dovranno essere attentissimi in ripiegamento vista l’alta densità fatta dalla Lazio nelle metà campo avversaria.

Roberto Pinna

 

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