Con una prestazione da grande squadra, l’Ossese continua a riempire la propria bacheca, conquistando per la prima volta la Supercoppa Regionale. La gara del Walter Frau è stata condotta con autorità dai bianconeri, che hanno controllato la prima parte di gara sbloccando con un bel gol di Mascia e andando più volte vicino al raddoppio, prima dell’eurogol di capitan Gueli da metà campo. Il gol di Di Pietro, volto nuovo in casa Ossese, è il punto esclamativo della gara, con il Coghinas che ha comunque avuto le occasioni per segnare almeno un gol. Di seguito presentiamo l’analisi tattica della gara, con un focus sulla squadra vincitrice del trofeo.
La disposizione in campo
L’Ossese continua nel solco tracciato nella scorsa stagione: per gli amanti dei numeri è un 1-4-2-3-1, con i 4 difensori Arca e Sanna sulle corsie, Di Pietro e Russu centrali davanti a Carboni; in mezzo al campo Nurra e Gueli con Saba qualche metro più avanti a supporto del vertice offensivo Tapparello; chiudono lo schieramento Mascia e Mura da esterni offensivi. A questa disposizione si contrappone il Coghinas con un 1-4-3-2-1: Perez tra i pali, linea difensiva con Fiorentino, Deriu, Ligios e Moroni; Val da mediano con Ramirez e Meli in appoggio; in avanti la torre è Radovanovic, supportato da Zanetini e Bo.

La squadra bianconera mette in campo qualità in mezzo al campo e sostanza davanti; mister Demartis sceglie di inserire il doppio fuoriquota sulla corsia destra con Sanna e Mura, mentre su quella sinistra sceglie la continuità con Mascia e con il ritorno di Arca dopo gli anni trascorsi a Tempio. Per il resto è una formazione molto simile a quella vista l’anno scorso, al netto degli arrivi di Tapparello e Di Pietro che alzano la qualità della squadra. Non a caso il primo tiene in mano l’attacco, giocando per i compagni e costruendo occasioni da rete, mentre il secondo è ordinato nelle due fasi, in particolare quella difensiva, e chiude la sua ottima prestazione con il gol del 3-0.
Centrocampo: qualità e quantità
È stato il reparto che meglio ha interpretato la partita nelle due fasi: le partite spesso si vincono sia se gli attaccanti ti fanno giocare (e questo è il caso, con Tapparello sempre nel vivo del gioco) ma anche quando il centrocampo è in grado di schermare la difesa e subito dopo costruisce e rifinisce il gioco. Interscambi di posizione e occupazione degli spazi sono all’ordine del giorno in casa Ossese, ma quello che stupisce è la conoscenza delle funzioni che i singoli devono saper affrontare durante la gara: chi costruisce, chi occupa la rifinitura, come smarcarsi dall’avversario, sono tutte funzioni che Nurra, Saba e Gueli conoscono e riconoscono nel gioco. Le funzioni di base sono molto semplici: Gueli è il giocatore che si occupa di ricevere palla dalla difesa, diventando il quinto “costruttore” di gioco.

Nurra invece è il giocatore che “galleggia” tra la costruzione del gioco della squadra e l’invasione dello spazio oltre le linee di pressione: questo permette al classe 2002, in connessione con Saba, abile a muoversi nella zona di rifinitura e in particolare negli halfspace, di essere molto propositivo in avanti.

I 3 centrocampisti dell’Ossese non sono però mai fermi: scambiano le funzioni durante la gara, anche per ovviare all’atteggiamento del Coghinas: la squadra di mister Congiu infatti, dopo una buona partenza nei primi 10 minuti di gara, cerca di mantenersi compatta e lasciare il pallino del gioco all’avversario. Gueli viene sempre marcato a uomo, in particolare quando orbita nella zona del classe 2007 Bo, che lo segue quasi come un’ombra.

Il continuo movimento senza palla diventa fondamentale, così come diventa fondamentale svuotare degli spazi per agevolare un compagno e metterlo nelle condizioni di giocare al meglio.

Per esempio, un centrocampista si allarga in ampiezza e il terzino si muove in avanti: questo movimento, con Gueli protagonista, gli permette di vedere campo e di avere quegli attimi necessari per capire come sono disposti i compagni e scegliere quale giocata effettuare.
Dicevamo, infine, dei compiti (o funzioni) che il trio di centrocampo assume durante la gara: non sono sempre gli stessi ma variano in base a come è disposta la squadra avversaria e alle scelte che devono essere effettuate.

In questa situazione è Saba che assume le funzioni di costruttore di gioco, ma è subito marcato a uomo. Nurra quindi apre il campo in ampiezza, con Gueli che invade (fuori schermo) la rifinitura. In questo modo il giro palla difensivo premia il numero 8 bianconero.

A questo punto Saba si muove in avanti, “riacquistando” i compiti iniziali; Nurra diventa il “nuovo” costruttore di gioco, con Gueli che può smarcarsi per creare una nuova linea di passaggio.

Le ampiezze e i cambi di gioco
Da una parte una fascia giovane e composta dai due fuoriquota; dall’altra invece due giocatori più esperti. Ma in entrambi i casi l’idea di base dell’Ossese è sempre stata una: muovere palla velocemente, giocare dentro il campo e uscire sulle corsie, con giocatori veloci e tecnici pronti ad affrontare gli 1 contro 1 e creare pericoli; ma le corsie vengono cercate anche con frequenti cambi gioco, in particolare da destra a sinistra.

Chiaramente la squadra ha cercato più il lato sinistro, con Mascia sempre pronto ad attaccare lo spazio con continuità.

Le funzioni degli esterni offensivi sono quelli di muoversi in ampiezza assoluta, andando ad attirare (o fissare) il proprio marcatore diretto e creare lo spazio tra centrale e terzino, spazio che viene attaccato dall’ex Torres con continuità: dal suo lato arrivano le migliori occasioni del primo tempo, che costruisce per sé ma anche per i compagni.

Come in questo caso, con Mascia che elude l’intervento della squadra avversaria e si presenta in area; Tapparello riceve ma l’attaccante argentino, complice un controllo orientato non corretto, si allunga la palla, che finirà in calcio d’angolo. L’ex Ilva è stato sempre nel vivo dell’azione, giocando 88 minuti di qualità, come nella seguente azione.

Qui c’è tutta l’intelligenza dell’attaccante ma anche dell’esterno, che fiuta la possibilità di attaccare lo spazio e ricevere in area di rigore: il tocco d’esterno è di gran classe, ma la potenziale azione viene fermata dalla squadra avversaria.
Nel corso del primo tempo l’Ossese ha via via preso campo, schiacciando il Coghinas nella propria metà campo: i terzini Arca e Sanna sono stati sempre costantemente nella metà campo avversaria, “spingendo” gli esterni ad assumere le funzioni di vere e proprie ali offensive.

La partita del Coghinas
Non ci siamo dimenticati, chiaramente, del Coghinas: la squadra di mister Congiu ha cercato di ribattere colpo su colpo le scorribande avversarie. Ma le qualità dell’Ossese sono prevalse durante la gara, con un crescendo dal punto di vista tecnico e fisico. I detentori della Coppa Italia di Promozione ci hanno provato, cercando soprattutto di ripartire in contropiede o di muovere palla verso il proprio vertice offensivo Radovanovic, giocatore possente in grado di proteggere palla e creare spazi per i compagni.

In questo senso, le marcature a uomo di Russu e Di Pietro sono state fondamentali, perché hanno permesso di limitare lo spazio all’attaccante serbo e sporcare ogni singolo pallone. Ma soprattutto al tramonto del primo tempo, il Coghinas ha da recriminare per l’occasione sprecata da Ramirez, imbeccato con un colpo di tacco da Zanetini.

L’argentino viene però ipnotizzato da Carboni, che compie un intervento prodigioso, salva il risultato e permette alla sua squadra di chiudere il primo tempo sopra di un gol.

Nella ripresa il Coghinas cerca nuove soluzioni, anche con l’inserimento di un attaccante in più, ma l’eurogol di Gueli e il gol di Di Pietro, spengono le speranze di rimonta.
Cosa lascia questa partita?
L’Ossese scalda bene i motori per l’inizio della stagione: vincere aiuta a vincere e sollevare trofei è diventata una moda dalle parti del Walter Frau, con i bianconeri che domenica affronteranno, da detentori della Coppa Italia, l’Atletico Uri. Già indicazioni molto positive dai nuovi: Tapparello ha retto l’attacco, creando occasioni e giocando con la squadra, mentre Di Pietro ha dato ulteriore solidità al reparto difensivo, così come Arca, che ha già vissuto una bella parentesi a Ossi. Tra le conferme, senza dubbio Nurra, Gueli e Mascia, che hanno giganteggiato in mezzo al campo e sulle corsie. Chiaramente, le incognite sono rappresentate dai fuoriquota: l’obbligo di inserire due nati nel 2006 e 2007 non consente di fare esperimenti, ma Mura e Sanna hanno dato buone indicazioni. Il Coghinas perde questa finale ma senza rimpianti, al cospetto di una squadra di categoria e di livello superiore. Squadra in gran parte nuova, con alcune conferme come Ligios, Val e Radovanovic. Mancherà Mateucci, il bomber della scorsa annata, ma la squadra di Congiu sarà nuovamente tra le favorite per la vittoria finale del girone B del campionato di Promozione Regionale.
Stefano Piras














