Estate 1997: le radio di tutta Italia trasmettono ad alta rotazione un brano degli 883 da titolo iconico: “La dura legge del gol”. Estate 2022: con tre prestazioni assai simili tra loro, l’Olbia di mister Occhiuzzi riporta in auge il tormentone: dalla gioia con il Pontedera alla rabbia con la Vis Pesaro, in mezzo un pari a reti inviolate. Questione di dettagli: dopo due partite da migliore in campo, Gelmi commette un mezzo errore che costa il gol marchigiano e la sconfitta finale per 0-1. Il ragazzo è bravo e si rifarà, così come la squadra avrà modo di riprendersi, ma intanto il risultato brucia.
Momento
La ruota – Diciamolo subito, l’Olbia vista nelle prime uscite ha messo in evidenza buona organizzazione e compattezza, meno disinvoltura nella costruzione affidandosi all’estro e le iniziative del tridente in campo. Lampante l’inizio di secondo tempo con Ragatzu in azione solitaria ad affettare la difesa ospite e presentarsi a tu per tu con Farroni, bravo e fortunato a ribattere. Sicuramente la miglior occasione del match per i bianchi, che fa il paio con un altro spunto di Ragatzu nel primo tempo con tiro da fuori area a lato e un inserimento di Minala che non trova lo specchio. Quando non si ha la capacità di trasformare in gol le opportunità poi, si sa, il risultato in equilibrio può essere letale, così ecco Aucelli al posto di Boganini ad esultare sotto la curva e il duro boccone da mandar giù.
Solidità
Di contro i bianchi confermano una buona solidità nella fase difensiva, tant’è vero che i pesaresi non trovano particolari spunti, pur con un palo da recriminare e un intervento importante di Gelmi a tenere la porta inviolata. La struttura della squadra, da questo punto di vista è ineccepibile: fisicità in mezzo con l’asse La Rosa-Minala a marcare il territorio e il terzetto difensivo a fare la voce grossa davanti a Gelmi. La formula funziona e sposta il discorso sugli esterni, dove Gabrieli e Sueva hanno disputato una partita ordinata, senza sbavature e senza strappare applausi, mentre bene in subentro sulla destra Fabbri, anche se nessuno dei tre ha rappresentato una chiave di volta del match.
La mossa
Interessante, negli ultimi 10′, il tentativo di passare ad una sorta di 4-2-3-1 con Ragatzu-Biancu-Boganini a sostegno del subentrato Contini per sparigliare le carte nei venti metri avversari. Col senno di poi la mossa non ha pagato, ma indubbiamente l’idea ha mostrato la volontà di provare a fare qualcosa in più per vincerla. Oltretutto, per le stesse caratteristiche degli interpreti, e ancora di più con Babbi punta centrale, ci sono tutte le premesse per un modulo che possa provare a proporre e imporre gioco, sia sfruttando l’ampiezza che cercando il fraseggio nello stretto grazie alla qualità a disposizione.
Scelte
A fine partita mister Occhiuzzi si tiene stretta la prestazione dei suoi, ricordando le palle gol create e i miglioramenti rispetto alle sfide precedenti. Di fatto all’esordio una prestazione simile portò alla vittoria, ma se è vero che i numeri non mentono il solo gol fatto in tre partite – anche in quel caso con un’iniziativa individuale ed estemporanea – può iniziare a suonare come campanello d’allarme. Oltretutto, la decisione di lasciare spesso il pallino all’avversario impone tanto sacrificio in copertura, con meno uomini e meno lucidità nel momento di ripartire verso la porta avversaria, dove finora si è vista l’assenza di un bomber di razza. Così, mentre ci si prepara alla trasferta di Rimini, non può lasciare indifferenti vedere l’ex Udoh timbrare il primo gol con la maglia del Cesena, anche se magari vederglielo fare alla Torres ha strappato qualche sorriso dalle parti di via Ungheria.
Claudio Inconis