“L’emergenza coronavirus, con tutto quello che consegue, non deve fermare i nostri progetti a lungo termine. Penso per esempio al nostro nuovo stadio“. Firmato Tommaso Giulini. Le parole del presidente del Cagliari confermano le premesse delle scorse settimane: maggio 2020 sarà uno dei mesi più importanti per la costruzione della nuova casa rossoblù.
Cosa presenterà Sportium?
E la settimana che inizia domani sembra essere quella giusta per il via libera al progetto definitivo, come anticipato qualche settimana fa dallo stesso Giulini nell’intervista rilasciata al CorSport. È facile attendersi ore, giorni frenetici in cui potrebbe arrivare l’annuncio che permetterà al consorzio Sportium di togliere finalmente il velo sul progetto definitivo dello stadio che sorgerà dove ora c’è il Sant’Elia. Un passo fondamentale per l’inizio dei lavori di smantellamento del vecchio stadio e per la posa della prima pietra, con lo stesso Giulini che ha più volte ribadito negli ultimi mesi che se tutto dovesse andare per il meglio lo stadio potrebbe essere pronto per il 2023-2024. Cosa ci sarà all’interno del progetto definitivo di Sportium? Solo il nuovo stadio. Niente progetti relativi alle aree commerciali, come confermato dal patron rossoblù anche ai microfoni di Radio SuperSound. Il Cagliari ha rifiutato all’idea di creare un maxi centro con punti vendita data l’emergenza economica che seguirà il coronavirus. Quindi Sportium – insieme, tra gli altri, al team Progetto CMR-Massimo Roj Architects e Manica Architecture – non presenterà al Comune di Cagliari quelle volumetrie.
Nuovo tavolo in Comune
Questa assenza nel progetto definitivo di Sportium non significa che le volumetrie per gli spazi commerciali verranno cancellate. Il Cagliari, in base alla vigente legge sugli stadi, è obbligato a fare un intervento sul territorio (che abbia anche un ritorno sul “privato”) insieme al Comune ed eventualmente alla Regione. Ovviamente il centro commerciale era l’idea “più semplice”, soprattutto per avere un ritorno dall’investimento sostenuto. Ora però bisognerà trovare un’alternativa. Per farlo, però, bisognerà effettuare una nuova variante urbanistica sugli spazi sopra citati. Anche per questo motivo, dunque, il progetto di Sportium non prevederà altro oltre lo stadio. La palla quindi tornerà di nuovo al Comune ma stavolta bisognerà lavorare in sinergia e in fretta per trovare una soluzione. Anche se la costruzione frutto dell’intervento pubblico e privato di fianco al campo, dove ora sorge la tribuna della Sardegna Arena, come assicurato dall’amministrazione comunale non porterà via del tempo all’inizio dei lavoro per la nuova casa rossoblù. Cosa vedremo accanto allo stadio? Per ora sono solo ipotesi, con le due più accreditate che vedono uno spazio culturale – in stile MEM – oppure una cittadella sportiva all’aperto, con campi di paddle, calcio a 5 e palestre immersi nel verde. Un investimento che, con tutta probabilità, costerebbe al Cagliari anche meno della costruzione di un centro commerciale. Il ritorno nel tempo sarà anche inferiore ma data la situazione coronavirus pare normale che al club vada bene pensare più al presente.
Alle istituzioni la prossima mossa
Come già detto, ora toccherà alla politica dover agire, dando le risposte che in via Mameli sono attese per poter definire il futuro. Dopo la ben nota rinuncia alla parte commerciale nel complesso dello stadio, è lecito attendersi una sorta di “compensazione” da parte di Comune e Regione a livello di proposte e, soprattutto, di quantificazione dell’intervento economico. Il Cagliari, una volta che verrà ufficializzato l’avvio del progetto definitivo, avrà messo le sue carte sul tavolo. Come reagiranno Truzzu e Solinas? Impossibile, ora, prevederlo: ma tranquilli, la telenovela sul nuovo Sant’Elia prevede ancora tante puntate prima del finale…
Roberto Pinna – Francesco Aresu