Cagliari e arbitri, un rapporto difficile dopo le polemiche in seguito alla sconfitta dei rossoblù sul campo del Genoa. Non solo il presunto rigore non assegnato per l’intervento di Ostigard su Keita, ma anche episodi precedenti che hanno fatto storcere il naso più volte al tecnico Walter Mazzarri, sia ai microfoni delle TV che in conferenza stampa.
Alta tensione
La versione del tecnico di San Vincenzo è chiara. Il Cagliari ha le proprie colpe per una classifica difficile, ma gli episodi non hanno aiutato Joao Pedro e compagni. I casi più famosi sono presto detti. Dal mancato rigore nella sconfitta casalinga contro la Roma a quello su Joao Pedro di Bologna, fino al fallo di mano di Mario Rui nella sfida casalinga contro il Napoli e allo scontro Maignan-Lovato nel finale contro il Milan, sempre alla Unipol Domus. Una serie di errori, dal punto di vista dell’allenatore rossoblù, che ha inciso e non poco sul destino del Cagliari in questa Serie A. Difficile quantificare in punti, ogni rigore mancato andrebbe poi comunque realizzato e, in alcuni casi, non è detto che il risultato finale sarebbe cambiato. Inoltre, partendo dall’ultima gara contro il Genoa, su alcune decisioni gli stessi esperti di questioni arbitrali hanno definito spesso corretto quanto fischiato – o non fischiato – dai direttori di gara in campo. Sul tema è anche intervenuto il presidente del Cagliari Tommaso Giulini che da una parte ha confermato che “sull’occasione di Keita era rigore abbastanza solare“, ma ha poi aggiunto come “a fine anno ti meriti sempre quello che dovevi ottenere“. Ovvero, gli arbitri possono sbagliare, ma alla fine gli errori si compensano e il campo resta sovrano.
Da Gyasi a Soumaoro
Nel calcio spesso e volentieri ci si ricorda maggiormente dei torti subiti e ci si dimentica presto degli episodi dubbi a proprio favore. Complicato parlare di compensazione, ogni gara fa storia a sé – per restare nell’ambito dei luoghi comuni – ma riavvolgere il nastro della stagione può essere d’aiuto per dare un peso differente alle polemiche degli ultimi giorni. Partendo dalla prima giornata, quando il Cagliari pareggiò due a due in casa contro lo Spezia. In quell’occasione i liguri protestarono e non poco per un intervento in area di Carboni ai danni di Gyasi. L’arbitro Fourneau non punì l’entrata del difensore rossoblù e sul capovolgimento di fronte arrivò il fallo di Zoet su Pavoletti per il rigore del due a due finale siglato da Joao Pedro. Una settimana dopo il Milan sconfisse il Cagliari per 4 a 1, punteggio senza appello nel quale l’irregolarità commessa in barriera sul gol su punizione di Tonali – non rilevata dal direttore di gara Serra – non incise sul risultato finale. Chi invece si lamentò e non poco fu l’allenatore della Sampdoria D’Aversa, espulso in seguito alle proteste per un rigore non assegnato nel 3 a 1 del Cagliari sui blucerchiati, prima vittoria targata Mazzarri. Sul punteggio di 2 a 1, infatti, Ceppitelli fermò Caputo favorendo l’intervento di Cragno, episodio che lasciò più di qualche dubbio. Nella successiva partita casalinga contro la Roma proteste per la punizione fischiata a Lykogiannis per fallo su Zaniolo dalla quale arrivò il vantaggio di Pellegrini. Punizione abbastanza netta, mentre sono apparse lecite le lamentele per l’intervento di Ibañez su Pavoletti che avrebbe potuto portare al rigore del 2 a 2. Al contrario di quanto accaduto una settimana dopo a Bologna, quando le reciproche scorrettezze tra Joao Pedro e Soumaoro non portarono – giustamente – alla massima punizione per i rossoblù.
Cartellini
Una partita comunque persa, ma la sconfitta contro l’Atalanta in casa contiene un errore in favore dei rossoblù. Il contatto tra Carboni e Pasalic porta al fischio corretto dell’arbitro Piccinini, decisione cambiata dopo essere ricorso al VAR su indicazione del collega Chiffi. Nella trasferta di Sassuolo i rossoblù pareggiano dagli undici metri dopo l’intervento di Frattesi su Joao Pedro. Contatto che c’è, ma abbastanza leggero e accentuato dal brasiliano. A Verona, nello zero a zero contro l’Hellas, il Cagliari può recriminare sul mancato secondo giallo per Gunter in chiusura di primo tempo e sul rosso non mostrato a Simeone a inizio ripresa per un fallo su Nández. Così come nella sfida casalinga contro il Torino restano i dubbi sulla seconda ammonizione non data a Lukic in chiusura di primo tempo. Ancora D’Aversa protagonista a Genova, l’ex tecnico doriano contesta un fallo di Marin su Ekdal in occasione del gol di Deiola, proteste comunque senza molte basi. In Roma-Cagliari, ininfluente ai fini del risultato, viene graziato Altare dal rosso per fallo su Felix, mentre è un errore da matita rossa l’espulsione di Odriozola nel pareggio casalingo contro la Fiorentina. Il colpo di testa di Joao Pedro fermato con la mano dal difensore viola era infatti destinato fuori dai pali. Altrettanto eccessiva l’espulsione di Musso nella vittoria di Bergamo, Pereiro viene fermato al limite dell’area dal portiere ma non sembra una chiara occasione da gol, tra palla diretta verso l’esterno e Palomino vicino.
Settimane di passione
La vicinanza temporale è un altro elemento che fa ricordare più certi episodi di altri. E da Cagliari-Napoli in poi i rossoblù hanno più dato che ricevuto. Partendo dal fallo di mano di Mario Rui, leggermente spostato da Altare. Non un chiaro ed evidente errore, tanto che il VAR restò in silenzio, ma comunque un rigore che avrebbe avuto ragione d’essere. A Torino arrivarono le proteste granata per il mancato secondo giallo a Lovato in chiusura di prima frazione sul punteggio di uno a zero per il Cagliari, così come contro la Lazio il difensore rossoblù fu graziato dalla seconda ammonizione per il colpo al costato di Immobile, comunque con la gara ormai sul tre a zero per i biancocelesti. Contro lo Spezia dubbio il rigore concesso ai bianchi, poi parato da Cragno e dunque ininfluente, così come ininfluente il mancato secondo giallo a Pavoletti alla fine del primo tempo. Polemiche vigorose invece sul contrasto aereo Maignan-Lovato in Cagliari-Milan, la prima di un rapporto mai decollato tra Walter Mazzarri e l’ex arbitro Luca Marelli, ora commentatore su Dazn. Il portiere nel tentativo di anticipare il classe 2000 manca il pallone e colpisce con un pugno la tempia dell’avversario, il rigore sarebbe stato eccessivo ma non lesa maestà. È invece la Juventus a lamentarsi di un contatto tra Altare e Dybala nella vittoria per due a uno alla Unipol Domus, episodio che risulterà ininfluente. Nella stessa partita polemiche per le mancate ammonizioni per falli di reazione ad Arthur e a Vlahovic. Infine da capire la natura del giallo mostrato a Lovato contro il Sassuolo e che lo ha costretto a saltare la sfida di Genova. Nel capannello nato dopo un gesto di Kyriakopoulos contro un raccattapalle, il difensore non era apparso tra i più attivi. L’episodio Keita-Ostigard di Genova chiude infine il cerchio.
La visione d’insieme porta a opinioni che possono differire. Alcuni episodi non hanno sorriso al Cagliari, altri invece hanno portato la sorte dalla parte dei rossoblù. Con quattro partite alla fine del campionato e 28 punti in classifica, però, ridurre il tutto alle decisioni dei direttori di gara appare più retorica che un racconto completo di quanto accaduto durante l’intero arco della stagione. Alzare la tensione può essere peraltro controproducente, con l’attenzione che si sposta più su ciò che non si può controllare – gli arbitri – che su ciò che si può correggere – le proprie mancanze. Se è pur vero che il luogo comune degli errori che si compensano è appunto un luogo comune, è altrettanto vero che migliorando se stessi e le proprie prestazioni quelle dei fischietti finiscono normalmente in secondo piano.
Matteo Zizola