Partita di alta classifica tra il Bari di Mignani e il Cagliari di Ranieri. All’andata all’Unipol Domus vinsero i biancorossi con il gol del solito Cheddira, autore dell’unico tiro in porta dei pugliesi nei 90 minuti. Se la squadra di Mignani è rimasta fedele a quella vista a settembre in Sardegna, quella di Ranieri è radicalmente diversa rispetto a quella allenata da Liverani, motivo per cui al San Nicola, sabato 18 febbraio alle 16.15, vedremo una partita tatticamente nuova.
Come gioca il Bari
Partendo dai numeri, il Bari è il miglior attacco del campionato con 40 gol. Da questo punto di vista, la nuova difesa impostata da Ranieri che si è rivelata estremamente efficace non avrà certamente vita facile, in particolare alla luce dell’assenza di Giorgio Altare. Il modulo di base della squadra di Mignani è il 4-3-1-2. Sarebbe facile individuare nei due attaccanti Cheddira (capocannoniere con 14 reti) ed Esposito – tra l’altro reduci da due partite consecutive in gol – gli uomini da tenere d’occhio, ma per il modo di giocare delle due squadre il Cagliari dovrà fare particolare attenzione al regista Maiello e al numero 10 Botta.
Un ormai atavico problema del Cagliari riguarda le difficoltà che incontra quando affronta una squadra che giocano con un vertice basso di qualità. In questo senso, l’esempio più chiaro e più recente può essere la gara casalinga contro la Spal, in cui il regista Prati ha giocato un’infinità di palloni e con grande proprietà tecnica. Ranieri dovrà quindi trovare delle contromisure efficaci per cercare di limitare l’apporto di Maiello, ma non sarà un compito facile perché i pugliesi hanno una naturale superiorità numerica in mezzo al campo: 4 centrocampisti (3 + 1 trequartista) contro 3. Ipotizziamo che il Cagliari riproponga il suo classico 3-5-2. Qualora Ranieri dovesse optare per un pressing portato dalle due punte sui due centrali del Bari, con le due mezzali che prendono a uomo le mezzali avversarie, Makoumbou potrebbe faticare nel fare la spola tra la marcatura in avanti di Maiello e quella alle sue spalle di Botta.
Un approccio più accorto potrebbe essere quello che vede il Cagliari mantenere un blocco medio, quindi una via di mezzo tra il pressing alto e un atteggiamento passivo. Per limitare la superiorità numerica a centrocampo Lapadula e Prelec potrebbero giocare molto stretti per oscurare ogni linea di passaggio verso Maiello, obbligando il Bari a giocare su uno dei due terzini. Da quella situazione l’esterno di zona, Zappa o Azzi, dovrebbe uscire in pressione sul terzino, mentre la mezzala mantenere la marcatura sulla mezzala opposta. Inoltre, sarebbe necessario un approccio molto aggressivo da parte dei due braccetti, specialmente su Esposito che ha la tendenza a venire incontro per giocare tanti palloni.
Le armi offensive del Cagliari
Così come il Bari ha un teorico vantaggio in mezzo al campo, il Cagliari ne ha uno evidente sulle fasce laterali. Il 4-3-1-2 dei pugliesi manca naturalmente di ampiezza nelle due fasi, mentre il 3-5-2 (o anche eventualmente 3-4-1-2 con Mancosu) fa della sua forza il focus sull’esterno. Impostando con continuità l’azione sulle fasce, la squadra di Mignani potrebbe faticare nello scivolare con ordine in orizzontale, perché le mezzali dovrebbero coprire tantissimo campo. Una buona soluzione per punire questa difficoltà in ampiezza potrebbe essere quella di costruire su una fascia e obbligare il Bari a fare densità su quel lato, per poi cambiare rapidamente gioco sul versante opposto dove ci sarà più spazio. L’idea migliore sarebbe probabilmente quella di portare il gioco da destra verso sinistra, perché Azzi ha le capacità in dribbling per far malissimo a chiunque in 1vs1.
Si prospetta dunque una partita di alto livello ed equilibrata, dal momento che entrambe le squadre possiedono diverse armi a propria disposizione per far male all’avversario.
Marco Lai