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Romania vs Sardegna? Non è così!

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Il latte rumeno per produrre il Pecorino romano in Sardegna? I dati dicono ben altro…

Ne parla una ricerca dell’European Data Journalism Network, riportata dal portale balcanicaucaso.org. Dai dati, infatti, emerge come la Romania sia uno dei cinque principali paesi produttori di latte di pecora nell’Unione Europea, e come nel 2017 (anno in cui la Romania è seconda solo alla Grecia) il latte ovino prodotto sia di circa 2 miliardi e mezzo di litri, 65 volte in meno rispetto al latte vaccino. Insomma, una quantità di latte di pecora davvero bassa, e – secondo i dati aggregati Eurostat – le esportazioni di latte dalla Romania all’Italia, negli ultimi dieci anni, risultano vicine allo zero.

Ancora, per quanto riguarda i derivati (esistono 9 tipologie diverse di pecorino e fiore sardo, a marchio DOP, ma il codice doganale non distingue tra prodotti certificati e no) sempre secondo i dati Eurostat nel 2017 l’Italia ha importato 671 tonnellate di pecorino da altri paesi dell’Unione Europea (circa 112mila forme), il 91% delle quali dalla Romania, che oltre al Belpaese esporta solo negli Stati Uniti questo tipo di prodotto.

In definitiva, il prodotto che arriva dalla Romania incide per meno del 2% nella produzione italiana di pecorino. L’import dalla Romania negli Stati Uniti incide invece per il 3% di quello italiano negli States. Insomma, dati irrisori che parlano, piuttosto che di concorrenza rumena per gli italiani e sardi, di relazione commerciale tra le due realtà. Come riporta sempre balcanicaucaso.org, l’Agenzia per la Promozione all’Estero delle Imprese Italiane (ICE) riferisce che “in Romania vi sono 30 caseifici con partecipazione italiana, di cui solo 4 hanno avuto nel 2017 un giro d’affari che avrebbe potuto generare eventuali esportazioni. Nel 2016 l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) della Regione Toscana ha sequestrato un carico sospetto di 21 tonnellate di pecorino in transito dalla Romania all’Azienda Fratelli Pinna, principale produttore caseario della Sardegna. Il caso aveva suscitato indignazione, anche se non era stata in seguito riscontrata nessuna irregolarità”.

Nel 2017 i Fratelli Pinna, bersaglio delle proteste nell’ultimo filone dell’insurrezione dei pastori, hanno delocalizzato a Izvin, in Romania, un decimo della loro produzione per competere sul mercato internazionale dei formaggi da grattugia “grazie alle ottime opportunità derivanti dal basso costo della manodopera locale e del latte” . Ma – come ricorda Massimo Fiorino di Assolatte “i volumi sono comunque così irrisori da non poter incidere sulle quotazioni del latte di pecora”.

TAG:  Attualità