Una stagione lunghissima, con tanti alti e bassi, condita da colpi di scena che hanno reso l’annata del Latte Dolce un thriller ricco di suspence con un finale al cardiopalma. Centoventi minuti di pura follia in cui i biancocelesti prima sono andati sotto di due gol, poi grazie alle reti di Scognamillo e Cabeccia hanno riportato in equilibrio il risultato e infine, durante i tempi supplementari, con N’Gbesso hanno realizzato il gol del vantaggio mettendo la parole fine al playout e conquistando una sofferta quanto importante salvezza in Serie D.
Salvezza
L’importanza di questo traguardo raggiunto, con i fantasmi del playout del 18 maggio 2014 perso contro il Selargius che aleggiavano sul Campo Principale di Latte Dolce, è racchiusa tutta nelle lacrime di gioia del presidente Roberto Fresu. Una stagione approcciata bene, con i biancocelesti che per buona parte del campionato sono rimasti nelle acque tranquille della classifica, che però nel girone di ritorno si era messa in salita tanto da minare le certezze maturate fino a quel momento. Sicurezze che si erano trasformate in paura, ma che allo stesso tempo sono state canalizzate nel verso giusto con i piani alti di via Leoncavallo che nel momento di maggiore difficoltà hanno dimostrato coraggio. Cambiando rotta a 5 giornate dal termine del campionato, esonerando un pilastro del calcio sardo come Mauro Giorico per affidare la panchina a un esordiente tra i grandi come Antonio Marinu. Una scelta difficile, sofferta – per citare le parole sia del presidente Fresu che del direttore generale Adriano Fantoni – e che ha diviso, sia nell’opinione pubblica ma in particolare all’interno della dirigenza stessa. Una decisione non condivisa soprattutto dal diesse Vittorio Tossi che, a distanza di un mese, ha poi rassegnato le due dimissioni a 24 ore dall’ultima giornata di campionato contro il Flaminia (qui per la nostra esclusiva sull’addio del direttore sportivo ex Torres). Una scelta che risultati alla mano ha pagato, con Marinu abile nell’entrare subito nella testa dei giocatori, toccando le giuste corde a livello mentale e conducendo la squadra verso una salvezza fondamentale per il progetto biancoceleste.
Futuro
Festeggiare la salvezza ma allo stesso tempo lo sguardo già rivolto al futuro, queste in estrema sintesi le parole ai nostri microfoni del presidente Fresu. Ripartire guardando a quello che si è fatto in passato, con uno sguardo critico per analizzare dove si è sbagliato per evitare di commettere nuovamente quegli errori che sarebbero potuti costare cari. Un viaggio verso la prossima stagione più introspettivo quello che farà il Latte Dolce. Un percorso futuro che ripartirà dai veri valori della società: da un solido settore giovanile, dalla valorizzazione dei giovani e dalla centralità del concetto di “squadra del quartiere” vicina alla propria gente. La stessa scelta che, seppur in minima parte rispetto a un progetto complessivo, è stata quella vincente in questo finale di stagione quando la dirigenza ha deciso di affidare la squadra all’allenatore degli Allievi Antonio Marinu. Un futuro che certamente ripartirà dalla ricerca del nuovo direttore sportivo e dalla scelta del prossimo allenatore. Marinu o non Marinu ancora è presto per dirlo, ma la certezza per il numero 1 del Latte Dolce è che: “Aldilà delle competenze contano le conoscenze nel calcio, ci sono vari metodi per vedere dei ragazzi, sicuramente questa volta se ci sarò io mi impegnerò personalmente”. Una linea di programmazione chiara, con l’individuazione dei profili per i ruoli cardine di un progetto sportivo futuro che sono ancora sotto osservazione e per cui nei prossimi giorni si discuterà e si parlerà. Quello che è certo, al momento, è che nel futuro del Latte Dolce per il secondo anno consecutivo ci sarà la Serie D, un’annata di ripartenza in cui ambizioni e identità andranno di pari passo con uno sguardo sempre rivolto ai giovani e al quartiere.
Andrea Olmeo