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L’Analisi di Parma-Cagliari | Uno 0-0 dal sapore di vittoria

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Questo Cagliari sa soffrire e far emozionare. Era da tempo che i tifosi rossoblù n on avevano una squadra così camaleontica e lucida nel gestire le diverse fasi della partita. Certo, non è mancata la fortuna se si pensa agli episodi del gol-non gol di Bonny o la traversa di Zanimacchia, ma in uno sport episodico come il calcio la sorte ha sempre un’influenza non indifferente. Forte del vantaggio acquisito all’andata, la squadra di Ranieri ha giocato una partita molto attenta difensivamente concedendo poco al Parma e creando persino buoni presupposti per passare in vantaggio, come esemplificato dal gol annullato a Lapadula. Vediamo com’è andata.

Il primo tempo

Prima di analizzare approfonditamente la partita del Cagliari è necessario soffermarsi sul piano gara preparato da Pecchia. Il Parma ha messo in chiaro fin da subito il desiderio di trovare il gol decisivo nel minore tempo possibile schierando una formazione a trazione offensiva. I terzini Del Prato e Coulibaly stavano altissimi fin da inizio azione, specialmente il francese incaricato di occupare l’ampiezza sul lato sinistro. Vazquez veniva incontro schierandosi nel mezzo spazio destro per formare un quadrilatero di centrocampo che desse ai suoi la costante superiorità numerica a centrocampo, con Benedyczak che partiva largo a sinistra ma si stringeva nel mezzo spazio sinistro in posizione da centravanti.

La superiorità in mezzo è stata la chiave principale dell’ottimo primo tempo della gara d’andata, e anche nella sfida di ieri poteva rivelarsi un elemento cruciale, ma come vedremo Ranieri ha studiato un piano ad hoc per soffrire il meno possibile nei corridoi centrali. Il Parma, infatti, ha creato le principali difficoltà sulle corsie laterali, specialmente a sinistra dove la posizione intermedia di Benedyczak costringeva Zappa a rimanere molto stretto, lasciando completamente libero Coulibaly.

Nel corso della gara Pecchia ha trovato ulteriori soluzioni per sfruttare quella zona di campo. Dopo aver invertito i due esterni (Man a sinistra e Benedyczak a destra) era Coulibaly a occupare il mezzo spazio sinistro, permettendo al giocatore rumeno di ricevere in ampiezza dove avrebbe potuto rivelarsi letale con le sue grandi capacità in uno contro uno. Fortunatamente per i rossoblù, il numero 98 dei ducali non era in forma come nell’ultima sfida giocata al Tardini.

Nonostante i buoni propositi tattici il Parma non è stato quasi mai pericoloso nel primo tempo, anzi. Per larghi tratti è stato in realtà il Cagliari a fare la partita, specialmente tra il 15’ e il 35’. Come ha preparato la gara Ranieri per cercare di ovviare al dominio centrale dei padroni di casa? I protagonisti principali sono stati Deiola e Kourfalidis, i quali avevano il compito di seguire a uomo i mediani Bernabé ed Estevez.

Il rischio di questa scelta era quello di lasciare solo Makoumbou tra Sohm e Vazquez che si posizionavano ai suoi lati, ma il capitano dei rossoblù è stato abile nell’alzarsi e abbassarsi a seconda della locazione del pallone sul centrocampista e sull’ex Palermo, aiutato anche da Luvumbo che si stringeva ogni qualvolta Deiola era costretto a stare più basso.

Un’alternativa possibile per Ranieri poteva essere quella di chiedere a Dossena e Obert di rompere la linea e alzarsi su Sohm e Vazquez per mantenere la parità numerica tra le linee, ma il rischio di questa scelta consisteva nei possibili tagli alle spalle dei due esterni offensivi.

In generale, i rossoblù hanno sapientemente cercato di bloccare lo sviluppo del Parma per vie centrali, forzando le giocate sull’esterno dove fare tanta densità per cercare di recuperare il pallone e ripartire in contropiede.

Sarebbe però riduttivo focalizzarsi solo sulla fase difensiva, perché il Cagliari ha messo in difficoltà il Parma anche con il pallone tra i piedi. In fase di costruzione si sono rivelati ancora una volta fondamentali Deiola e Kourfalidis, i quali si allargavano alle spalle dell’esterno del Parma forti del fatto che né Bernabé né Estevez erano a loro agio nel seguirli così larghi lasciando libero il centro del campo.

Situazione che si è rivelata efficace anche in zona di rifinitura, come esemplificato dall’occasione da gol avuta da Nandez su imbucata proprio del centrocampista greco posizionato quasi da esterno destro.

Il secondo tempo

Nella ripresa, com’era prevedibile, Pecchia ha deciso di andare all-in, ma lo ha fatto piuttosto presto sostituendo al 51’ il difensore centrale Circati per un esterno offensivo come Zanimacchia, schierando quest’ultimo da terzino e spostando Del Prato al centro della difesa al fianco di Osorio. Anche Ranieri ha effettuato dei cambi sin dall’intervallo inserendo Goldaniga per l’ammonito Dossena e Di Pardo per Kourfalidis, senza cambiare però l’approccio e la struttura della squadra che di fatto difende e attacca allo stesso modo. Tornando al Parma, l’ingresso di Zanimacchia ha cambiato l’andamento della gara perché i padroni di casa riuscivano a portare con costanza cinque o addirittura sei giocatori nell’ultima linea, costringendo il Cagliari a ricorrere a soluzioni estreme come Luvumbo temporaneamente in posizione da terzino sinistro.

La propensione offensiva dell’ex esterno del Cremonese però per quanto efficace in avanti sbilanciava la squadra di Pecchia difensivamente, perché partendo da una posizione così alta il numero 17 faceva fatica a rientrare. Il Cagliari è infatti riuscito ad andare in contropiede su quel lato diverse volte pur senza riuscire a concretizzare.

Per cercare di coprire meglio l’ampiezza del campo e per mettere Luvumbo nelle condizioni per rendere al meglio, Ranieri ha poi optato per Altare al posto di Zappa passando chiaramente a una linea difensiva a cinque e alzando l’angolano al fianco di Lapadula prima e Prelec poi per sfruttarne le capacità nel ribaltare il fronte. Soluzione che si è rivelata estremamente efficace, ma il dominatore della gara d’andata ha spesso sbagliato la scelta o l’esecuzione finale.

Il passaggio a cinque ha inoltre permesso ai rossoblù di uscire con più facilità sui giocatori del Parma tra le linee, perché Obert e Goldaniga potevano rompere la linea senza troppi patemi aiutando la squadra a non schiacciarsi troppo.

Complessivamente il Cagliari ha fatto una partita molto attenta difensivamente concedendo poco ma senza rinunciare alla fase offensiva. Probabilmente Ranieri avrebbe preferito riuscire a mantenere fin dall’inizio un approccio più aggressivo per evitare di concedere troppo campo agli avversari, ma il Parma è una grande squadra con giocatori di altissima qualità e con un sistema molto fluido che non dà punti di riferimento, ed è pertanto comprensibile che i rossoblù abbiano dovuto soffrire per buona parte dell’incontro. Al termine di due partite pazze che passeranno alla storia per motivi molto diversi, il Cagliari è riuscito a raggiungere la finale playoff che vedrà di fronte il Bari, un traguardo che fino a pochi mesi fa sembrava irraggiungibile e che testimonia la bontà del lavoro fatto da Claudio Ranieri. Si parte all’Unipol Domus l’8 giugno, con il ritorno fissato al San Nicola per domenica 11.

Marco Lai

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