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Fabio Liverani a bordo campo in Cagliari-Reggina | Foto Gianluca Zuddas

L’ANALISI | Cagliari, la tattica Liverani non decolla

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Un pareggio beffa che non è nato per caso. Questo il resoconto, in pochissime parole, del risultato portato a casa dal Cagliari con il 2 a 2 nella trasferta di Bolzano contro il Sudtirol. Non nato per caso perché gli uomini di Liverani hanno disputato, tatticamente, una prestazione in tre atti, l’ultimo quasi atteso.

Sotto
L’inizio contro la squadra di Bisoli ha visto un Cagliari improntato sul possesso palla, per quanto più veloce rispetto alle ultime gare. La presenza di Viola sembrava dare i suoi frutti, finché dopo sei minuti di predominio territoriale – pur sterile – la classica disattenzione difensiva ha cambiato il corso della sfida.

Un pallone che nasce come innocuo, portato fino a pochi metri dall’area rossoblù e facilmente leggibile. Rover è libero di prendere la mira, mentre gli accoppiamenti sull’opposto vedono Obert tenere Mazzocchi e Capradossi vicino a Odogwu.

Il difensore scuola Roma, però, si lascia aggirare e superare dal movimento dell’attaccante di Bisoli, perdendo sia il contatto visivo con il pallone – e il tempo di un eventuale anche se difficile attacco della sfera – sia quello con l’avversario. Che avrà gioco facile nel battere un incolpevole Radunovic.

Confusione
Liverani nella prima frazione ha provato a impostare la sfida sull’utilizzo delle corsie centrali, con più densità nella trequarti offensiva e un maggiore aiuto a Lapadula nello stretto. I risultati sono stati un caos poco organizzato e la solitudine del centravanti, costretto ad arretrare.

Una densità che, peraltro, non aiutava a evitare le ripartenze rapide del Sudtirol. Tanti uomini intorno al pallone, ma non la necessaria aggressività, senza contare le distanze tra reparti e singoli. Nell’occasione per Da Col, poi sventata da un buon recupero di Obert, Nicolussi ha quattro maglie gialle vicino a sé, ma nessuno che lo aggredisca. Il baricentro spostato verso destra è stato un’altra costante del Cagliari sia nel primo che nel secondo tempo.

Seconda faccia
Dopo una prima frazione conclusa in parità, nonostante una prestazione decisamente sottotono, Liverani ha deciso di cambiare vestito tattico al proprio Cagliari. Difesa a quattro confermata, ma più libertà di avanzare per Di Pardo. Centrocampo a quattro asimmetrico, con Nández largo sulla destra e Rog e Deiola a scambiarsi tra interno e corsia. Attacco con Falco a fare da sottopunta dietro Lapadula.

Il risultato è ben presto chiaro. Nández cresce di livello, creando un asse con Di Pardo decisivo per il ribaltamento del risultato. I rossoblù riempiono l’area avversaria con più uomini, Deiola e Rog come incursori e soprattutto Lapadula più vicino alla porta avversaria.

La giocata che porta al rigore è una conseguenza di una squadra più quadrata, ma soprattutto più presente nell’area avversaria. Dal caos disorganizzato del primo tempo a un ritorno alle basi del secondo.

Nández che da scheggia impazzita senza collocazione precisa passa al ruolo di ala, Lapadula che può muoversi da centravanti e “chiamare” palloni e movimenti dei compagni, questi ultimi che assecondano il numero nove andando ad accompagnare l’azione alle spalle. Dettagli che spiegano l’evoluzione positiva vista nella prima mezz’ora della ripresa, prima che paura e scelte dalla panchina non hanno cambiato l’inerzia.

Mentalità e braccino
Il Sudtirol appare alle corde, il Cagliari inizia però a cambiare atteggiamento. Luvumbo da supporto a Lapadula si allarga fino a diventare intralcio per Nández e Di Pardo. I centrocampisti non accompagnano più e ripartenze rapide, Lapadula torna solo tra i difensori avversari.

I cambi assecondano una tendenza già partita ben prima delle decisioni di Liverani. Tardive e che non provano a cambiare il trend della gara, ma che assecondano le paure. La palla giocata dal Sudtirol in occasione del pareggio vede una linea difensiva bassa e un baricentro altrettanto basso. Di fatto un invito al Sudtirol a provarci.

Odogwu viene accerchiato da tre rossoblù, i due neo entrati Dossena e Lella e un Capradossi che consente all’attaccante di usarlo come perno sul quale girarsi. Altare è in una sorta di terra di nessuno, Di Pardo guarda la palla e non l’avversario diretto. La carambola trova in Radunovic il salvatore, ma nessuno dei protagonisti del Cagliari riesce a reagire. Capradossi, soprattutto, perde nuovamente il contatto con Odogwu, Altare si incarta quando potrebbe salvare sul palo.

Matteo Zizola

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