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La Moviola di Cagliari-Lecce: cartellini e VAR, Marcenaro insufficiente

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Un episodio su tutti a segnare la svolta della partita, ma soprattutto una prestazione che ha lasciato a desiderare nella gestione generale e nell’utilizzo dei cartellini. Di fatto non un pomeriggio da ricordare per Matteo Marcenaro, l’arbitro designato per la sfida tra Cagliari e Lecce terminata sul punteggio di 1-1. Protagonista anche il VAR Rosario Abisso e l’AVAR Marco Piccinini, con la decisione chiave che li ha visti intervenire in prima fila.

Abisso rossoblù
Si parte subito con un richiamo, dopo trenta secondi Gendrey entra infatti in ritardo su Luvumbo rischiando l’ammonizione immediata. Giusto non sanzionare il difensore del Lecce, ma allo stesso tempo la scelta segna un metro ben preciso nell’utilizzo dei cartellini. Al 14′ inevitabile il giallo per Piccoli, l’attaccante degli ospiti entra lungo su Mina meritando la sanzione disciplinare. Al 16′ passa in vantaggio il Cagliari con un tiro da fuori area di Deiola deviato da Nández. Rete che viene annullata poco dopo con la cosiddetta overrule da parte del VAR che segnala il tocco di mano del centrocampista sangavinese prima della conclusione. Decisione ineccepibile a prescindere dalla volontarietà o meno del tocco: la mano dell’attaccante che poi segna è sempre da punire automaticamente e non necessita di alcuna On Field Review da parte del direttore di gara. Così come la deviazione di Nández non sana l’irregolarità, essendo non una giocata. Al 25′ è invece regolare il gol di Mina che, sul tiro di Gaetano, è in posizione regolare. Al 33′ rischia grosso Augello che commette fallo su Gendrey al limite dell’area. Dopo il silent check tra Marcenaro e Abisso viene confermata la posizione fuori dai sedici metri, il terzino si salva per una questione di centimetri. Al 36′ potrebbe starci il secondo giallo ai danni di Piccoli, non tanto per l’intervento in sé – che non appare nemmeno falloso – quando perché se fischiato avrebbe dovuto portare all’ammonizione automatica. Marcenaro sorvola graziando l’attaccante del Lecce. Al 42′ l’episodio clou della gara della Unipol Domus. Gaetano entra in ritardo su Ramadani all’altezza della metà campo: gamba alta, velocità non elevata ma comunque rilevante, tacchetti esposti che sfiorano la tibia dell’avversario. Intervento che, se sanzionato con l’espulsione in campo, non avrebbe probabilmente portato ad alcuna discussione. L’ammonizione da parte del fischietto della sezione di Genova provoca una review da parte del VAR Abisso che si conclude con il richiamo al video del direttore di gara, invitato a visionare la possibilità di un cambio di sanzione da cartellino giallo a rosso. Cambio che puntualmente avviene, non considerando come rilevante il tentativo di Gaetano di fermare l’impatto piegando la gamba all’ultimo momento. Una decisione al limite, non tanto per la logica in sé – l’entrata del giocatore rossoblù è effettivamente vicinissima al grave fallo di gioco, e dunque all’espulsione – quanto per la chiamata da parte di Abisso alla On Field Review. L’impatto non è “completo” sulla gamba di Ramadani che viene sfiorata lateralmente per mera fortuna, la gamba piegata trasforma l’entrata in meno violenta di ciò che avrebbe potuto essere. Rilevati questi aspetti, il cartellino rosso è supportabile così come il richiamo da parte del VAR, ma restano comunque alcuni dubbi. Nell’occasione viene ammonito anche Ranieri, reo di essersi avvicinato troppo al video al momento della review, tentativo vietato dal regolamento. Da questo momento in poi Marcenaro entra in confusione e sembra lasciarsi scivolare la gara tra le mani. A dimostrazione il mancato giallo da manuale ai danni di Ramadani al 45′ del primo tempo dopo un pestone vigoroso su Nández, così come il capannello sedato a fatica con protagonisti sempre l’uruguaiano e Pongracic poco dopo.

Festival giallo
La ripresa, se possibile, vede una direzione ancora più confusionaria del fischietto classe ’92. Al 51′ protesta Luvumbo per un intervento ai suoi danni in area del Lecce e, dal replay, appare abbastanza netta la spinta con la spalla sulla schiena da parte di Pongracic ai suoi danni. Supportabile la decisione di non concedere il rigore, per questo il VAR non interviene e non richiama Marcenaro, ma il difensore rischia davvero tanto e non sarebbe stata lesa maestà l’assegnazione della massima punizione in favore del Cagliari. Al 54′ giallo per Sansone, corretto, per una gomitata ai danni di Deiola: intervento imprudente e corretto sanzionarlo con il cartellino. Due minuti dopo ecco il giallo anche per Ramadani che travolge Sulemana sul lato corto dell’area giallorossa. Cartellino che arriva però in colpevole ritardo e dopo che il centrocampista del Lecce avrebbe meritato l’ammonizione alla fine della prima frazione. Al 64′ è fuori luogo la decisione di Marcenaro di ammonire Scuffet per perdita di tempo. Intanto perché il portiere del Cagliari aveva ormai iniziato la dinamica del rinvio, in più perché manca un richiamo verbale che normalmente precede una sanzione di questo tipo. Al 74′ altro errore del fischietto ligure che non ammonisce Sansone nonostante il giallorosso spinga Mina sotto i suoi occhi. Al contrario mostra il cartellino per reciproche scorrettezze sia a Baschirotto che a Nández. Tre minuti dopo continua il festival del gialli della ripresa, è Augello a essere punito per il ritardo nell’uscire dal campo al momento della sostituzione: diffidato, salterà la gara di San Siro contro il Milan. Destino identico a quello di Deiola che al 78′ viene giustamente ammonito per un’entrata in ritardo su Blin. Pochi secondi dopo rischia tantissimo Azzi che frana su Almqvist in area di rigore del Cagliari: Marcenaro lascia correre, il VAR non lo richiama, ma non sarebbe stato un errore fischiare l’intervento dell’ex Modena. All’84’ è regolare il pareggio di Krstovic, tenuto in gioco da Nández al momento del tiro cross di Almqvist. Infine i sei minuti di recupero, troppo pochi dopo le tante perdite di tempo tra crampi e ritardi da parte dei padroni di casa. Un minuto in più sarebbe stato più fedele al tempo giocato nella seconda frazione.

Matteo Zizola

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