Esordio stagionale in Serie A per Michael Fabbri, direttore di gara designato per la sfida tra Cagliari e Inter della Unipol Domus terminata con il punteggio di 0-2 in favore degli ospiti. Il fischietto di Ravenna ha condotto la partita con tranquillità per 70 minuti, non disdegnando il dialogo di fronte alle poche polemiche e prima di un finale che lo ha visto in difficoltà sia fisica che gestionale, anche senza errori a inficiarne la valutazione generale.
Primo tempo
Al 6′ le prime proteste di un Nahitan Nández che per tutta la serata ha portato avanti una sfida nella sfida verbale con Fabbri. Su un’uscita palla al piede il centrocampista uruguaiano viene toccato da Thuram, manca la punizione anche se il metro dell’arbitro classe ’83 sarà comunque abbastanza largo per tutti i novanta minuti. Al 15′ Oristanio carica con il gomito Bastoni su una palla alta contesa, manca la punizione in favore dell’Inter. Eccessivo invece il fischio ai danni di Calhanoglu al 19′, il turco prende il pallone e una rimessa laterale dopo il contrasto con Nández sarebbe stata più corretta. Il gol del doppio vantaggio dell’Inter viene convalidato dopo un silent check che certifica la posizione regolare di Lautaro Martinez, mentre al 32′ errore di Fabbri che fischia una punizione ai danni di Nández che, però, interviene nettamente sulla sfera anticipando Dimarco. Al 38′ altro veloce check con il VAR Valerio Marini quando sul tiro di Luvumbo la sfera impatta su Calhanoglu, ma il turco devia con la gamba senza intervenire con il braccio nonostante le timide proteste di Oristanio. Al 40′ Fabbri prima concede un rinvio dal fondo al Cagliari, poi decide per l’angolo in favore degli ospiti. Decisione errata, sembra infatti Lautaro a toccare per ultimo con la testa nel contrasto in area con Obert.
Ripresa e Luvumbo
La seconda frazione si apre a livello arbitrale con la trattenuta di Nández su Barella al minuto 66. Giusto non estrarre il cartellino giallo, l’uruguaiano ferma sì l’ex di turno più importante, ma non si tratta di azione d’attacco pericolosa per i nerazzurri, la cosiddetta SPA. La palla è a 45 metri dalla porta di Radunovic, la difesa e il centrocampo schierati e due rossoblù sono davanti a Barella nel momento della trattenuta. Al 72′ l’episodio più importante della serata. Luvumbo entra in area dalla zona sinistra d’attacco, supera Darmian e viene affrontato dal duo Bastoni-Cuadrado. L’angolano cade dopo un contatto – che c’è – tra la sua gamba destra e quella sinistra del colombiano, ma lo stesso contatto avviene perché il numero 77 lascia la propria gamba indietro mentre l’avversario si ferma senza affondare alcun intervento. Situazione al limite della simulazione, ma è bravo Fabbri a lasciar semplicemente correre. Il VAR non interviene, situazione di campo e lontana dal grave ed evidente errore, anzi. Al 74′ ancora Luvumbo protagonista quando sul lato destro dell’attacco del Cagliari entra in contatto con Bastoni lasciandosi nuovamente cadere. Qui ci potrebbe stare il fischio, ma Fabbri con ampi gesti invita il rossoblù a rialzarsi. All’81’ arriva la punizione in favore sempre di Luvumbo che, dopo aver superato Mkhitaryan viene abbattuto dall’armeno in una normale dinamica di corsa. Giusto il giallo per il nerazzurro, in ritardo nell’entrata pur se non cattiva e a fermare una promettente situazione d’attacco per il Cagliari. Nell’occasione si scatena una discussione proprio tra Luvumbo e Lautaro che il numero 77 paga con un giallo. La gara si chiude senza altri episodi di rilievo, per una direzione senza infamia e senza lode.
Matteo Zizola














