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Il pagellone di Serie D: Torres, serve la ciliegina. Arzachena, puoi sognare!

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Tempo di bilanci in Serie D dopo la fine della stagione regolare e i primi verdetti di un campionato lungo e ricco di gioie, ma anche di tante sofferenze per le squadre sarde. Torres e Arzachena si sfideranno ai playoff mentre sicure di lasciare la quarta serie ci sono Lanusei e Latte Dolce, più una – o entrambe – tra Carbonia e Atletico Uri. I nostri voti squadra per squadra tra le sette sorelle.

Torres: voto 7.5

Manca la ciliegina a questa Torres prima di dare una valutazione reale e definitiva. I rossoblù oltre che per i playoff sono in corsa anche per la vittoria della Coppa Italia di Serie D (qui tutti i dettagli). Arrivare terzi toglierebbe sicuramente dei punti al voto sopra il 7 alla stagione regolare dei sassaresi, se non ci fosse ancora l’opportunità di riscatto tra Coppa e fase finale della quarta serie. La squadra di Alfonso Greco ha passato una stagione all’inseguimento, prima del Giugliano per la promozione diretta che anche se non dichiarata apertamente doveva essere l’obiettivo di questa piazza, e poi del Team Nuova Florida per il secondo posto nel girone. E senza usare troppi giri di parole la Torres aveva e ha le qualità e la forza per stare davanti ai laziali. Una rosa parsa a tratti troppo corta, nonostante alcuni rincalzi di ottima qualità, e le pochissime alternative in attacco, tra un mercato conservativo e delle sfortune di troppo alla voce infortuni, hanno però presentato il conto da gennaio in poi. Ora la pressione dalle parti dell’Acquedotto sarà tanta perché un finale con un pugno di mosche in mano abbasserebbe gioco forza i verdetti di questo primo anno targato Abinsula alla guida della società sassarese, a cui però a prescindere dai titoli e dai traguardi finali va dato ampio merito di aver riavvicinato la città alla squadra.

Arzachena: voto 8

Una buonissima squadra titolare, ma la netta impressione che a tratti siano mancati i ricambi giusti. Anche per questo, e al tempo stesso non solo per questo, la stagione dell’Arzachena di mister Marco Nappi è da incorniciare. Il clima di spensieratezza e voglia di fare bene portato dall’ex attaccante in casa smeraldina ha permesso a una rosa di qualità di andare oltre i vari ostacoli di un lungo e imprevedibile campionato come è quello di Serie D. L’Arzachena è una mina vagante e ai playoff è la classica avversaria che nessuno, a partire dalla Torres, vorrebbe trovare davanti. Riguardando alla rosa e ad alcuni momenti della stagione la dirigenza biancoverde è stata abile e chirurgica nella gestione delle varie situazioni di campo e non solo. Per arrivare alla fase finale da protagonista a Sartor e compagni servivano gli incastri giusti e i corretti equilibri e il club è riuscito a trovarli. E ora ai playoff si può sognare, così come Nappi ha fatto per tutta la stagione regolare.

Muravera: voto 6

Si poteva dare di più, ma. La rosa del Muravera non ha niente da invidiare a quelle di Nuova Florida o Arzachena, partiamo da questo concetto. Il problema però per i sarrabesi è stato il solito: le strutture. Ormai è diventata una scusa talmente usata da aver perso di forza ma sarebbe ingiusto non sottolinearlo. Tanti infortuni causati dal terreno di gioco, nessun passo in avanti fatto dall’ambiente per migliorare la situazione e un gioco pesantemente condizionato da un campo, quello del Comunale, ormai arrivato a fine corsa (dall’anno prossimo diventerà inadatto per la quarta serie). Detto questo, mezzo punto in meno va dato a una formazione che ha mostrato a tratti le qualità della squadra di vertice, salvo poi peccare in continuità. Chissà con un Demontis nel motore da inizio stagione la musica sarebbe stata anche diversa.

Atletico Uri: voto 6

Il finale è da tragedia, anche se il lieto fine si può ancora scrivere, ma la stagione della squadra giallorossa di Massimiliano Paba seppur sulle montagne russe non può considerarsi insufficiente. Alla prima storica apparizione in quarta serie l’Atletico Uri stupisce tutti nella prima parte di campionato, poi è la prima squadra a battere la corazzata Giugliano, salvo calare nel girone di ritorno per una rosa oggettivamente troppo corta per la Serie D. L’errore è stato quello di non voler rinforzare la squadra nel mercato e in più alcuni black-out dati dall’inesperienza nella categoria di molti giocatori hanno fatto il resto. Ma ancora niente è perduto e Cardone e soci venderanno cara la pelle nel playout.

Carbonia: voto 5.5

Resta l’insufficienza per un’annata a cui ancora manca il miracolo, che stravolgerebbe ogni valutazione. Ma che rincorsa che ha fatto questo Carbonia. Sembrava spacciato già prima di cominciare il gruppo minerario, che si è iscritto all’ultimo e tra mille difficoltà. Poi l’inizio a rilento dei ragazzi di Suazo ha iniziato a far pensare a tutti che questo sarebbe stato l’anno del passo d’addio alla quarta serie. E invece nel momento di massima difficoltà e pressione ecco che il Carbonia è venuto fuori alla grande. E alla fine è arrivato uno spareggio per il playout che dà fiducia al gruppo e ai tanti giovani presenti in rosa. Non sarà semplice, ma questa squadra è dura a morire.

Lanusei: voto 4.5

Tanti giri a vuoto senza trovare mai la giusta quadra. Il Lanusei formato 2021-22 è stata una squadra costruita con alcune lacune e che le pezze e i cambi in panchina non sono riusciti a migliorare, anzi in alcuni casi c’è stata solo più confusione. L’assenza di un vero attaccante è stato il limite principale di una formazione che non ha nemmeno espresso un brutto calcio per quasi tutto l’arco dell’annata, salvo alcuni clamorosi passaggi a vuoto. Inoltre è mancato il cuore, e dalla piazza ogliastrina non te lo aspetteresti. Il Lanusei saluta così la Serie D dopo annate da assoluta protagonista. Solo l’anno scorso erano la migliore delle sorelle sarde in quarta serie. Servirà una profonda analisi in dirigenza per capire come si è potuta dilapidare la solidità di un progetto che stava dimostrando di poterci stare con voglia e grinta in Serie D.

Latte Dolce: voto 4

La squadra sassarese al primo anno senza il gruppo imprenditoriale Abinsula alle spalle va giù in Eccellenza per una mancanza di anima da parte della sua formazione. Non sono bastati due tecnici di sangue e cuore come Giorico e Scotto a una rosa che pur con evidenti mancanze aveva le qualità per salvarsi. Pochi, pochissimi, gol e tante leggerezze difensive. In alcuni momenti anche il bagliore e l’illusione di potersi riprendere e andare verso la salvezza ma alla fine dei conti per Cabeccia e compagni questa è una retrocessione giusta. C’è stata sfortuna, ci sono stati tanti infortuni e alcune beffe nel finale davvero evitabili, ma il campo quando parla emette verdetti non contestabili. E ora la curiosità e capire come ripartirà la società, per una piazza che nel suo piccolo aveva abituato a stagioni e investimenti importanti.

Roberto Pinna

TAG:  Serie D Torres
 
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