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Il calendario lascia pochi spazi: la Dinamo Sassari deve tornare a correre

Stefano Gentile in Digione-Dinamo Sassari | Foto FIBA
Stefano Gentile in Digione-Dinamo Sassari | Foto FIBA
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Una pausa utile per respirare, recuperare energie fisiche e mentali. Ma soprattutto necessaria per prepararsi a un ritorno in campo che vedrà la Dinamo Sassari avere due sfide importanti in campionato, con all’orizzonte il ritorno della Champions League e un dicembre che si preannuncia difficile.

Importanza

Sassari avrà prima Scafati e poi Pesaro sul calendario, in due domeniche che potrebbero essere determinanti per il cammino dei biancoblù. L’inizio complesso dei sassaresi, che al momento occupano la quattordicesima posizione ma a una vittoria di distanza dall’ottava posizione in mano a Brindisi, costringerà la squadra di Bucchi a provare a non perdere facilmente punti contro le avversarie dirette e non per i playoff e soprattutto per la Final Eight di Coppa Italia. La gara contro i campani di domenica 20 novembre (palla a due alle 20 al PalaSerradimigni) diventa così il primo passaggio fondamentale per iniziare una nuova stagione, sulla falsariga di quanto successo già nella passata annata con le partite contro Napoli e Virtus Bologna, intervallate proprio da una pausa nazionali, che furono utili a coach Piero Bucchi per entrare in sintonia con la squadra e non solo. Sfide che nonostante la sconfitta servirono da base per la risalita dei mesi successivi.

Nuovi equilibri

Dopo l’addio di Onuaku, in Sardegna è atteso Stephens (qui l’approfondimento), giocatore che potrebbe dare più dinamicità soprattutto sul lato difensivo alla squadra. E anche più soluzioni a coach Bucchi, malgrado possa essere difficile vedere l’ex Igokea giocare da quattro in coppia con Diop per dare respiro a Bendzius, che nel frattempo ha raggiunto la qualificazione al Mondiale con la sua Lituania. Ma prima della questione nuovo lungo, che contro i campani sarà fondamentale per dare una mano sotto i tabelloni viste le caratteristiche della squadra avversaria (seconda per rimbalzi offensivi in Lba con oltre 12 di media a partita), Sassari dovrà prima pensare a oliare gli ingranaggi dei propri meccanismi per reagire alla situazione attuale sia in Italia che in Europa. Primo rebus da risolvere è quello delle palle perse: la Dinamo ha il dato peggiore in tutto il campionato (16,5 a partita) e nonostante la riduzione numerica del dato nelle ultime partite il problema rimane importante. Anche perché un possesso in meno è un possesso in più regalato agli avversari, ma soprattutto significa meno fiducia. Fiducia che fino ad ora è mancata anche al tiro. La Dinamo si cerca e si sa cercare, è seconda per media di assist a partita nonostante le difficoltà, ma arriva con poca sicurezza al tiro: al momento la squadra di Bucchi tira con il 33% dall’arco contro il 38,5% fatto registrare nella passata stagione, ma soprattutto segna sei punti di meno in media (78 contro gli 84 del 2021-2022). Con la media di punti subiti a gara che supera invece quota 81. 

Dati che possono però spiegare solo parzialmente il momento da cui Sassari avrà il dovere di provare a uscire nelle prossime settimane. Bucchi dovrà avere sia risposte individuali, dagli americani rimasti che da giocatori come Kruslin e Nikolic apparsi meno pronti nelle ultime uscite prima della sosta, e collettive, con un gruppo che dovrà essere capace di ricompattarsi dopo lo scossone dato dalla partenza di Onuaku. Il tempo per reagire resta, ma prima di un dicembre dove ci saranno le sfide contro Milano, Tortona e Venezia, bisognerà riprendere la propria corsa con una certa frequenza per non mancare l’obiettivo Final Eight.

Matteo Cardia

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