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Niccolò Giannetti in azione con la maglia della Carrarese

Giannetti: “Cagliari, riparti dallo spirito di rivalsa. A Carrara voglio rilanciarmi”

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In vista di Cagliari-Brescia, nel prossimo turno della Serie B, torna l’appuntamento con la nostra rubrica “Quel giorno io c’ero“, che racconta momenti, episodi e gesta di giocatori rimasti nei ricordi e nei cuori dei tifosi rossoblù. Ai nostri microfoni questa settimana Niccolò Giannetti, attaccante moderno classe ’91, protagonista con un gol nel 6-0 del 16 aprile 2016 nella sfida tra i sardi e le rondinelle che avvicinò in maniera netta il ritorno in massima serie dei rossoblù guidati da Massimo Rastelli. Giannetti che da due stagioni è in forza alla Carrarese, nel girone B con Torres e Olbia della Serie C. Per lui l’anno scorso 16 presenze e 3 reti mentre nel campionato in corso 6 presenze e 3 gol.

Niccolò, partiamo con un salto indietro nel tempo: Cagliari-Brescia 6-0, 16 aprile 2016. Vendetta sulla gara di andata, Serie A a un passo e una festa di popolo. Raccontacela tu.

Poche parole: una bellissima giornata (ride, ndr). Secondo me in quel campionato quella vittoria fu la più grande prova di forza, quel giorno abbiamo dimostrato a tutti, avversari e tifosi, che il nostro gruppo era di una categoria superiore. Ricordo l’avvicinamento a quella sfida, ci caricavamo tutti a vicenda. La sentivamo molto ed eravamo motivati dopo l’andata. Avevamo perso per 4-0 e c’era stato il brutto infortunio al nostro capitano Daniele Dessena. Eravamo spinti da un motto d’orgoglio e non volevamo assolutamente sbagliare nulla. Mi tengo stretto quella partita come un fantastico ricordo“.

Quella stagione è per te la migliore di tutta la tua carriera, a prescindere dai numeri sotto porta? 

Sì sicuramente, insieme all’annata tra Siena e Spezia (2013-14, ndr) quando feci 12 reti in un campionato. Quella stagione di Cagliari però la ricordo sempre volentieri, anche al di là dei grandi risultati ottenuti sul campo. Eravamo veramente un bellissimo gruppo, ho trovato delle amicizie in quella squadra che porto avanti ancora oggi“.

Un gruppo così unito che si è faticato a rivedere negli ultimi anni rossoblù, anche per questo, secondo te nonostante, il tuo passaggio di qualche stagione hai lasciato un ricordo così nitido e affettuoso nei tifosi? 

Nel calcio moderno dove noi giocatori siamo considerati come delle figurine da scambiare, e dove o per scelta nostra o per volere delle società cambiamo spesso maglia, devo essere sincero che ricevere continue dimostrazioni di affetto mi fa enormemente piacere. Ormai è sempre più difficile lasciare dei ricordi, io penso di esserci riuscito perché in campo sono sempre stato uno generoso. Certe volte sbaglio anche a mettere tutto me stesso ma non ho mai mancato di impegno e questo la gente lo apprezza“.

Cosa è mancato l’anno dopo quella Serie B vinta per affermarti anche in Serie A? Resta il tuo rimpianto più grande? 

“No, io sono uno che non ha rimpianti. Sicuramente l’anno dopo in A avrei potuto fare meglio e di più, però è giusto guardare sempre avanti. Va detto che quel Cagliari post-promozione fece una grande rosa, una buonissima squadra, comprando giocatori di esperienza. Per me alla prima esperienza in un campionato intero di Serie A non fu facile. Fino a gennaio ho avuto pochi spazi per mettermi in mostra e poi il club a gennaio, non dico che avesse bisogno di monetizzare, ma ha scelto di accettare alcune proposte interessanti di prestito dalla Serie B per farmi giocare con più continuità. Io sarei rimasto molto volentieri“.

Quell’anno della B vinta eravate una vera e propria cooperativa del gol, in maniera simile il Cagliari ha provato quest’anno a replicare quell’approccio con tanti giocatori di qualità tra centrocampo e attacco. Cosa sta mancando però ai rossoblù di Liverani?

Fare delle similitudini tra due squadre è sempre complesso e difficile. Conosco bene le caratteristiche dei giocatori d’attacco del Cagliari e alcuni sono anche degli amici, come Pavoletti. Pavoloso è un calciatore forte ma anche una persona che stimo e che ha dei valori umani importanti e tra parentesi per me ha dato tanto al Cagliari e ha ricevuto meno di quello che si meritasse in questi anni. Gli auguro di fare bene. I rossoblù comunque hanno dei giocatori di tutto rispetto in avanti, Lapadula per la Serie B è un lusso. Poi ha centrocampisti offensivi importanti come Rog e Nandez. Quell’anno che vincemmo la B però c’era un’alchimia particolare che partì dal primo giorno di ritiro. Fu una di quelle stagioni dove si formano determinati legami e la concorrenza ci aiutò e ci stimolò. Questo Cagliari deve ritrovare alcuni valori, bisogna remare tutti dalla stessa parte perché il bene per la maglia e per lo scudetto cucito nel petto devono superare gli interessi dei singoli. Togliere un po’ l’io davanti al resto sarà quello che peserà di più per questa formazione. Anche perché la squadra c’è e deve essere una delle candidate a vincere il campionato. E anche il tecnico è preparato e navigato e saprà trovare l’amalgama. Poi la Serie B è imprevedibile e non si può mai dire ma per me il Cagliari alla fine della stagione sarà tra i protagonisti di questo campionato”. 

A proposito di campionati imprevedibili, anche questo girone B della Serie C dove giochi con la Carrarese lo è. Voi siete partiti molto bene poi sono arrivate tre sconfitte nelle ultime tre, come mai? E ti aspettavi un girone così equilibrato e complesso? 

Rispetto al girone B dello scorso anno questo torneo è molto più livellato, e un po’ me lo aspettavo. I valori sono molto simili poi c’è la Reggiana che per qualità ed esperienza è sopra tutte le altre. L’anno scorso ha trovato il Modena sulla sua strada perché altrimenti ora sarebbe già in seconda serie. Poi metto Cesena, Entella, Siena e Gubbio tra quelle che possono insidiare maggiormente la vetta. Noi vogliamo fare bene, migliorando il risultato dell’anno scorso. Siamo partiti forte e nessuno ci ha regalato niente, poi non siamo stati continui nelle ultime tre partite. Ci serve ritrovare cattiveria, voglia e concentrazione. In alcune sfide, come quella contro l’Alessandria, c’è mancato quel pizzico di attenzione che fa la differenza. Comunque il campionato è lungo e noi non eravamo i favoriti dopo l’inizio sprint e non siamo scarsi ora dopo tre passi falsi. Lavoriamo con equilibrio e non facciamo destabilizzare troppo dai risultati”.

Hai saltato l’ultima per infortunio, come stai ora?

“Ho avuto un piccolo problema muscolare al polpaccio che ora è rientrato e sono pronto per tornare a disposizione per la prossima sfida al Pontedera”. 

Sei una delle anime esperte di questa Carrarese, qual è il tuo obiettivo stagionale personale in Lega Pro? 

“In tutta sincerità voglio rilanciarmi, rimettermi in corsa e togliermi delle soddisfazioni che un po’ per infortuni e un po’ per motivi vari non sono riuscito a vivere di recente. Ormai a 31 anni voglio portare esperienza ai ragazzi più giovani e in squadra ne abbiamo tanti. Mi piace questo ruolo di possibile esempio per i compagni in settimana e in partita. Spero di riuscirci. A livello di gol mi piacerebbe ripetere la stagione con il Cagliari in B, che per risultati ottenuti è un campionato che sarebbe bello replicare sia per me che per la società”. 

Quest’anno nel girone troverai anche due squadre sarde come l’Olbia e la Torres che impressione ti hanno fatto fin qui? 

“Sono entrambe squadre ostiche. L’Olbia è una rosa attrezzata ed esperta, noi lo scorso anno perdemmo da loro e pareggiato in casa. Hanno cambiato tanto, anche con un tecnico nuovo, però riescono sempre alla fine a fare delle prestazioni importanti. La Torres ancora dobbiamo scoprirla, è una neo-promossa atipica e abbiamo visto che stanno facendo un inizio di stagione di livello con un buon gioco. Sarà una trasferta insidiosa, anche se tornare in Sardegna sarà sempre bello visto che ormai l’unica occasione è questa: giocarci contro (ride, ndr). Speriamo di poter fare bene contro di loro”. 

Ecco lo hai detto tu: sempre bello tornare in Sardegna. Qual è il ricordo più felice che hai degli anni qui?

“La giornata della vittoria sul Bari e la conseguente festa promozione in Serie A. Siamo tornati dalla trasferta e abbiamo festeggiato con i compagni, lo staff e i tifosi dopo un anno di fatica e sudore è bello. Quando sei consapevole di aver dato tutto è bello ricevere un certo tipo di affetto”. 

Roberto Pinna

 

 

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