Con il ritorno di Kaspar Treier dalla positiva esperienza con la nazionale estone previsto per oggi, mercoledì primo marzo, la Dinamo Sassari sarà nuovamente al completo. Un quadro che permetterà al coach dei sassaresi Piero Bucchi di preparare la sfida con la Reyer Venezia, palla a due alle 20.30 di sabato 4 marzo, in maniera ancora più approfondita.
Lavoro
I biancoblù si erano già ritrovati, dopo quasi una settimana di stop che ha permesso a diversi giocatori di far rientro qualche giorno a casa, lo scorso 20 febbraio. All’appello mancavano solo il già citato Treier ed Eimantas Bendzius. Il lituano è tornato a far parte della selezione lituana, capace di guadagnarsi – come l’Italia di Pozzecco – i Mondiali di Giappone, Indonesia e Filippine che si svolgeranno il prossimo agosto. Bendzius che ora proverà a giocarsi le proprie chance di convocazione proprio grazie all’ultima parte di stagione in maglia Dinamo. Anche contro Brescia, l’ex Rytas Vilnius è stato determinante per raggiungere la vittoria, con due triple negli ultimi minuti della gara che hanno definitivamente incanalato i due punti sulla rotta verso Sassari. Al di là del numero 20, le certezze tra i biancoblù sono certamente aumentate tra gennaio e febbraio. A partire dal pacchetto dei piccoli, con Dowe diventato nelle settimane precedenti alla pausa quel giocatore di “imprevedibilità e cattiveria offensiva” – per utilizzare le parole del Gm Pasquini (qui tutte le dichiarazioni) – cercato da Sassari a inizio stagione, e con un Kruslin sempre più solido in attacco oltre che in difesa. Ai due si aggiungono il ritorno in forma di Stefano Gentile e la reattività di Massimo Chessa. Mentre la pausa potrebbe aver restituito ulteriore smalto fisico anche a un Gerald Robinson voglioso già a Brescia di dimostrare di essere un tassello vitale per i biancoblù. Jones poi si è confermato su alti livelli, malgrado i problemi di falli vissuti in alcune uscite e dall’altra parte i lunghi hanno fatto capire di essere importanti (qui l’approfondimento sull’importanza di Stephens e Diop). Insomma, gli elementi per far bene anche al rientro ci sono. Anche perché, come detto da Pasquini ai nostri microfoni (qui l’intervista), la squadra non deve guardare al passato ma al futuro: una visione in cui l’unico obiettivo prende la forma dei playoff.
Casa Reyer
Quella con Venezia è la prima sfida di una serie importante di appuntamenti (qui i prossimi turni). Il peso emotivo della sfida era già rilevante prima dell’approdo in Laguna di Marco Spissu, per via di una rivalità divenuta più marcata nelle ultime stagioni. La presenza del playmaker della Nazionale non è ancora sicura: il colpo subito alla spalla durante la sfida con la Spagna potrebbe complicare il ritorno al PalaSerradimigni del sassarese, che secondo quanto riportato da Spicchi d’Arancia ha subito una contusione ossea che non dovrebbe far presagire a tempi lunghi di recupero ma andrà valutata giorno dopo giorno. Rispetto alla gara d’andata, caratterizzata dalle tensioni a causa del metro arbitrale, e vinta dalla Reyer per 86-76, a essere cambiata oltre la Dinamo è anche Venezia. Ma se a essere diversi per Sassari sono rendimento e identità, per gli orogranata si è chiusa un’era tecnica, quella di De Raffaele, sostituito in panchina da Neven Spahija. Il coach croato cerca ancora la amalgama migliore, ha accolto Kendrick Ray e ridato maggior minutaggio a De Nicolao, ma dopo l’uscita precoce dalla Coppa Italia potrebbe aver lavorato sugli aspetti dichiarati come i più importanti in una recente intervista rilasciata a La Nuova Venezia: difesa e controllo dei rimbalzi. E il secondo fondamentale citato potrebbe essere ancora decisivo per le sorti della sfida del PalaSerradimigni. All’andata il duello sotto i tabelloni fu ampiamente a favore dei veneziani, 44 i rimbalzi raccolti a fronte dei solo 24 sassaresi: un aspetto su cui la Dinamo potrebbe trovare risposte nuove grazie all’aggressività e al lavoro collettivo mostrato per tutto l’ultimo mese di campionato.
Matteo Cardia














