Un successo importante, ma dal sapore intensamente agrodolce. La prova di come la squadra sappia emozionare e di come forse quella identità cercata a lungo sia stata trovata. Con qualche rimpianto però che si intrufola tra i pensieri. La Dinamo Sassari martedì 20 dicembre, sul parquet di una Unicaja Malaga ancora imbattuta in Bcl, ha fatto un’impresa da Dinamo. Una vittoria per 82-92 che non è però bastata a centrare l’obiettivo stabilito a inizio stagione, quello cioè di andare avanti in una massima competizione europea targata Fiba sempre più complessa e competitiva.
Doppio volto
Quella vista in Andalusia, almeno negli ultimi due quarti, è stata una delle facce più belle mai mostrate dai sassaresi in stagione. Negli ultimi 20’ si è visto tutto quello che Bucchi aveva chiesto alla vigilia. Intensità e voglia di farcela, dopo un primo quarto reso complesso dai demeriti isolani ma soprattutto dalla fiducia degli uomini di Navarro, Barreiro su tutti. Poi a poco a poco la squadra è venuta fuori, prima riuscendo a rimanere a galla chiudendo sul 50-39 il primo tempo con alcuni spunti di Jones e Bendzius, e dopo cambiando definitivamente ritmo. Chiaro che le prove individuali di Jones, Kruslin e Robinson, da tabellino spicchino visti i numeri, ma la chiave della risalita della china è stata il collettivo. Con le assenze di Treier e Gentile, Bucchi ha trovato minuti importanti da Chessa ma specialmente in difesa da Raspino. L’ex Biella ha mostrato uno spirito di sacrificio che è stato d’esempio per un collettivo in cui poi le responsabilità sono state ben divise, soprattutto nel proprio lato del campo, con uno sforzo difensivo di prim’ordine che ha concesso agli spagnoli solo 12 punti nel quarto finale. Anche se a evidenziarsi maggiormente sono stati i giocatori sopracitati. I primi due nel terzo quarto hanno lanciato la rimonta, con lo statunitense che ha dimostrato ancora una volta come possa segnare in ogni modo, specialmente creandosi il tiro dal palleggio. Il terzo ha fatto girare definitivamente la partita con una regia a tratti eccelsa e con scelte sempre giuste in attacco, chiudendo con 17 punti, 7 assist e 0 perse. Senza dimenticare il punto esclamativo messo da Bendzius nel finale.
Tentativo
Lo sforzo prodotto, per quanto importante, non ha prodotto gli effetti sperati a causa della vittoria del Paok sul parquet di Dijon. Così, per la seconda annata consecutiva il cammino europeo dei sassaresi è finito alla fase a gironi. Due stagioni uguali per esito ma diverse per le difficoltà vissute all’interno di una competizione che non lascia spazio agli errori di inizio stagione e che ormai ha un livello sempre più alto. Lo dimostrano i budget e le classifiche dei campionati nazionali, vedasi squadre come Malaga, Tenerife, la stessa Dijon ma anche Paok, Aek e Galatasaray, club blasonati ma non gli unici in realtà ad avere rotazioni sempre più lunghe ed equilibrate nei minutaggi. Costruire un roster più profondo non è la panacea di tutti i mali. I problemi avuti dalla Dinamo, dalla poca amalgama fino agli infortuni, possono essere in certi casi anche più difficili da risolvere in corsa. Sicuramente però aiuta ad avere qualche speranza in più in una Bcl che cresce di appeal. La prima a esserne conscia è la società biancoblù che non ha mai nascosto a inizio annata di voler riscattarsi nella competizione dopo il passo falso della precedente. Nel prosieguo della stagione, ma soprattutto al termine, delle valutazioni saranno probabilmente fatte. Buttando un occhio anche ai dati generali della partecipazione alla Bcl che vedono la percentuale di gare vinte dalle squadre italiane (Banco di Sardegna e Reggio Emilia) come la più bassa tra i massimi campionati domestici del continente, appena il 33% secondo i dati raccolti da Sportando.
Tuttavia, tempo al tempo. Ora c’è tutto un campionato davanti, che vede l’arrivo di sfide delicate in vista della corsa alle Final Eight di Coppa Italia di Torino. Lunedì 26 dicembre c’è lo scontro con un Marco Spissu e una Reyer Venezia che stanno riprendendo a far bene anche in Italia. Un’occasione ideale per sorprendere ancora e confermare i passi in avanti fatti nell’ultimo mese.
Matteo Cardia














