Una sosta per trovarli, una sosta per spronarli e nel parquet valorizzarli. Nel romanzo di J.R.R. Tolkien “Il Signore degli Anelli”, nella Terra di Mezzo c’è chi che opera per difendere l’anello dalle grinfie dell’oscuro Sauron. Nelle lande desolate della Sassari cestistica c’è invece chi è stato chiamato per riportare la luce dopo un anno tenebroso e al di sotto delle aspettative, ma che ancora non sta rendendo come ci si sarebbe aspettato durante l’estate. Una pausa che arriva nel momento giusto in casa Dinamo Sassari, da un lato per permettere ai biancoblù di prepararsi al meglio in vista del tour de force di fine anno (tra LBA e girone di ferro in FIBA Europe Cup), dall’altro per cercare di lavorare in particolare sull’integrazione tattica di Justin Bibbins, Nate Renfro e Brian Fobbs.
Rendimento
L’ambientamento al campionato italiano, specie per chi in passato non lo ha mai affrontato, non è mai semplice. A maggior ragione in una squadra rivoluzionata, che ha tenuto solamente due giocatori dall’annata precedente, che deve conoscersi e costruire da zero le proprie certezze. Difficile immaginare che sarebbe stato tutto rose e fiori fin dal primo momento, ma allo stesso tempo a questo punto del campionato con 15 gare ufficiali alle spalle – tra LBA, FIBA Europe Cup e Qualification Round di BCL – qualche passo in avanti più era più che lecito aspettarselo. Dalle difficoltà di Bibbins date dal gap fisico rispetto agli avversari, con il play americano che finora ha faticato nell’essere impattante con costanza durante le varie gare. Passando per l’indiscusso impegno messo da Fobbs sul parquet che però all’ex Bonn non è bastato per trasformare l’applicazione in qualità sotto l’aspetto delle prestazioni. Dai messaggi incoraggianti in gare ormai indirizzate come quelle contro Milano, Napoli e Brescia, alle difficoltà nell’essere impattante in sfide più tirate come quelle contro Trento o Tortona. Con la prestazione più che positiva in casa con Pistoia su entrambi i lati del campo a fare da contro altare all’evanescenza del match di Bologna. Infine capitolo Renfro, con il numero 35 di Markovic apparso tra quelli più in difficoltà dei giocatori con maggiore minutaggio in casa Dinamo, non solo in termini di ambientamento alla nuova Lega, ma anche in termini di adattamento allo schema tattico disegnato dal coach bosniaco.
Sosta
La pausa, come detto, arriva forse nel momento migliore con la prestazione fornita nel ko contro Bologna che ha dato non solo segnali incoraggianti, ma in particolare ha regalato ai sardi due settimane di lavoro in maggiore tranquillità. Serenità ritrovata in parte anche da coach Markovic, che però durante la sosta per le nazionali dovrà lavorare principalmente per l’integrazione tattica dei suoi americani. Sfruttare maggiormente gli strappi di Bibbins, che dal canto suo sarà chiamato a dei passi in avanti in termini di personalità nel tirare le fila del Banco nei momenti cruciali della gara. Passando dalla capacità di valorizzare al meglio le caratteristiche di Fobbs, che sebbene non sia la bocca di fuoco principale della formazione sassarese ha le qualità per poter essere un riferimento utile per dare maggiore ritmo in avanti e fisicità in difesa. Per arrivare all’utilizzo di Renfro, con la sua mobilità e il suo atletismo che finora non sono stati sfruttati a dovere, con l’ex Peristeri che sebbene non sia mai stato un gran scorer, nelle sue precedenti esperienze ha toccato il picco di media realizzativa con la maglia del PAOK Mateco nella stagione 2022/23 con 7,4 punti per gara a referto. A differenza dei 4,6 in maglia segnati finora con la Dinamo. In calo anche il lavoro a rimbalzo di Renfro con il numero 35 di Sassari fermo a quota 2 (per gara), a differenza dei 5.1 al Peristeri (annata 2023/24) e 5.9 in maglia PAOK Mateco (2022/23). Insomma un periodo utile per l’ambientamento del trio a stelle e strisce dei sassaresi, con Markovic che dovrà cercare di tirar fuori il massimo da loro per permettere al Banco di fare il giusto salto di qualità per non rivivere una stagione al ribasso come quella appena trascorsa.
Andrea Olmeo