agenzia-garau-centotrentuno

Dinamo Sassari | Tra arrivi e partenze, la base resta la forza del gruppo

Piero Bucchi con Filip Kruslin durante Dinamo Sassari-Tortona | Foto Luigi Canu
Piero Bucchi con Filip Kruslin durante Dinamo Sassari-Tortona | Foto Luigi Canu
sardares
sardares

Tutti importanti, nessuno indispensabile. Dopo la conclusione della corsa playoff e messe da parte le emozioni, la Dinamo Sassari potrebbe aver pensato a un concetto che mette in conto la mutabilità delle cose. Il termine della serie con Milano ha presentato un quadro ben delineato: da una parte la consapevolezza di avere avuto a disposizione un gruppo che ha dimostrato coesione e forza, dall’altra la convinzione che tuttavia qualcosa si potesse migliorare e che la chiusura di alcuni cicli potesse essere la porta per una trasformazione più profonda.

Certezze

I ritiri, il pacchetto italiani in parte da ricostruire e scelte diverse sul perimetro, complice anche la scelta di Chris Dowe di lasciarsi conquistare da uno degli ultimi contratti economicamente pesanti della carriera. Come ogni off-season anche quella che precede l’annata 2023-24 ha portato a una situazione nuova a cui la Dinamo Sassari ha dovuto adattarsi, nonostante il taccuino della società biancoblù sembrava essere già ricco di appunti quando Milano non aveva ancora messo fine alla stagione. Tuttavia, nel proprio bloc-notes Sassari ha sempre avuto un incipit come punto di partenza: l’importanza del gruppo. L’ha chiarito prima del termine del campionato e l’ha confermato anche alla sua conclusione attraverso le parole di coach Bucchi. Ed è da questo concetto che nonostante i cambiamenti, sia forzati da situazioni esterne alla propria volontà che voluti, la Dinamo proverà a ripartire. La presenza del coach bolognese sulla panchina sassarese è l’elemento basilare che permetterà alla squadra di avere una determinata continuità di idee e forma mentis. Con il piano della mentalità, che precede quello delle idee tecniche: il primo è difficilmente scalfibile, il secondo si può cambiare a seconda delle opportunità, come accaduto nella seconda parte dell’ultima annata quando a Chris Dowe sono state date maggiori responsabilità. Oltre alla presenza di coach Bucchi poi ci sono quelle di Bendzius, Gentile e Kruslin, giocatori esperti ma soprattutto conoscitori dell’ambiente e della storia sassarese a cui Jack Devecchi e Massimo Chessa hanno passato il loro testimone. Fattori che possono creare i presupposti perché la forza del gruppo permanga come asset fondamentale per affrontare al meglio le sfide sia in campionato che in Basketball Champions League.

Quadro

Sette spot riempiti tra nuovi acquisti, contratti in essere e la conferma di Kruslin. Tre gli slot per stranieri ancora a disposizione, con le posizioni di guardia, ala piccola e centro ancora da determinare e che con molta probabilità daranno vita all’ormai consueto 6+6. Con mosse che potrebbero portare ad avere rotazioni più ampie, almeno in stagione regolare. Se la forza del gruppo dovrà essere una prerogativa per tutta la prossima stagione, nel costruire il roster Sassari sembra aver seguito l’idea di portare in Sardegna giocatori che uniscono carta d’identità meno sbiadita e ambizione. Anche per questo forse è arrivata la scelta di rinunciare a Jones, ma soprattutto a Robinson, vittime entrambi di problemi fisici durante la stagione e che nel prossimo anno compiranno rispettivamente 31 e 35 anni. Whittaker e Cappelletti, i due playmaker della prossima stagione, vanno nella direzione contraria. Sono sì giocatori che dovranno confermarsi a un livello più alto, ma entrambi hanno dimostrato nel loro cammino di avere voglia di arrivare oltre che di poter far registrare buoni numeri. Ora resta da capire se il leitmotiv resterà lo stesso per le scelte future, compresa quella sugli ulteriori nomi italiani con Raspino che non è stato ufficialmente confermato. La decisione di spostare Kruslin nella posizione di ala piccola potrebbe portare verso giocatori sia per lo spot di guardia che di ala bidimensionali, che possano adattarsi a più spartiti. Soprattutto nella posizione di tre, dove potrebbe essere utile un profilo più fisico, che possa rappresentare un’alternativa alle caratteristiche del giocatore croato e all’occorrenza dare respiro a Bendzius in caso si possa esplorare la possibilità di un quintetto piccolo, malgrado per Treier (contratto fino al 2024, come Diop)  quella che verrà sarà una stagione fondamentale per il proprio futuro. L’ultima scelta sarà probabilmente quella del lungo. La conferma di Stephens non è una situazione da escludere, ma prima del da farsi, nonostante le dichiarazioni del recente passato, Sassari dovrà guardarsi intorno per capire se qualche big proverà a presentare un’offerta per Ousmane Diop. Per questo però bisognerà attendere la fine della serie tra Milano e Bologna, che porterà verso l’apertura definitiva del mercato.

Matteo Cardia

Condividere su

Commenti

guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

CENTOTRENTUNO TV

Continua a leggere...

0
...e tu che ne pensi? Lascia un commentox