C’erano tutti gli ingredienti per toccare il fondo. La sfida contro l’ultima della classe che sulla carta non dovrebbe esserlo e proveniente da una vittoria pesante contro Pesaro, un Cinciarini vicino a diventare il miglior assistman della storia del basket italiano nella massima serie e pronto a caricarsi la squadra sulle spalle, ma pure un recente passato biancoblù fatto di sconfitte che hanno messo fine alla corsa alle Final Eight. A Reggio Emilia però la Dinamo Sassari ha mostrato di poter comandare la cucina a suo modo, rispondendo con una prova solida e facendo pesare la propria voglia di riscatto su una Unahotels scioltasi alla distanza.
Chiavi
Eppure, i primi minuti non erano stati i più promettenti. Qualche iniziale difficoltà in attacco con le spaziature, ma specialmente alcune lacune in difesa, soprattutto nel pitturato, hanno portato il primo quarto a chiudersi sì con Sassari avanti ma solo di quattro punti sul 16-20. Poi l’intensità è salita di colpi, insieme a un Gerald Robinson che ha cominciato a divertirsi tra l’andare a canestro e far fare canestro ai compagni. L’ex Virtus Roma è stato determinante ai fini della crescita della squadra, mettendo in luce le palesi difficoltà nella propria metà campo di una Unahotels che non ha mai trovato il modo di arginare i giochi a due sassaresi che hanno spaccato la partita. Prima della difesa è stato l’attacco a mettere nei binari giusti la gara, perché nella metà campo difensiva Sassari è stata più continua nei secondi venti minuti, concedendo meno transizioni offensive e facendo crescere la pressione sui possessi avversari. La squadra di Bucchi ha così potuto correre più volte in campo aperto e ha avuto più fluidità e pazienza a difesa schierata. Elementi che hanno consentito alla Dinamo di chiudere la gara e di far intravedere quel cinismo spesso mancato in stagione.
Dati
I numeri alla fine parlano chiaro. Al di là di un avversario che ha fatto fatica a opporre resistenza, Sassari ha messo insieme le percentuali migliori dall’arco in stagione (53,6%), smazzato il maggior numero di assist (29), ma anche le seconde prestazioni stagionali per precisione da due (67,6%) e palloni rubati (10). I biancoblù hanno tirato fuori la partita necessaria per dare un segnale al campionato ma anche ai propri tifosi delusi dal mancato approdo alle F8. Se la difesa si era già spesso vista, malgrado i passaggi a vuoto decisivi con Venezia e soprattutto Brescia, l’attacco ha tirato fuori una prestazione che ha messo in luce le qualità del gruppo. Le capacità nel roll dei lunghi sono state messe in evidenza da una regia in crescita: Diop si è fatto trovare pronto (16 punti a referto) ma anche Stephens – malgrado numeri meno importanti – ha dimostrato di poter essere importante soprattutto nelle situazioni di short roll che hanno aperto spesso e volentieri gli angoli per i tiratori. Il resto poi è venuto da una pazienza maggiore nella ricerca del timing e delle spaziature ideali per far male agli avversari e anche dalla possibilità di andare in post con le guardie, specialmente da un Dowe (6 punti, 6 rimbalzi e 10 assist) che con il gioco spalle a canestro ha creato situazioni interessanti sui ribaltamenti di lato. È chiaro poi che con il miglior Robinson dell’annata, 25 punti con 9/9 da due, 10 assist e 38 di valutazione, tutto sia apparso più semplice. Dalle mani e dalle giornate del proprio playmaker passano gran parte dei destini di una Dinamo Sassari che nonostante le difficoltà ha dimostrato di avere una identità chiara, almeno da metà novembre in poi. Il successo ha allontanato parzialmente la zona caldissima di una classifica che però resta estremamente corta. A due punti ci sono i playoff, ma due punti separano anche i biancoblù dalla penultima piazza, a testimonianza di un torneo più che aperto. Dopo la striscia positiva interrotta dalle sconfitte con Venezia e Brescia, ora la squadra di coach Piero Bucchi dovrà provare a ricostruire il feeling con la continuità. La prima occasione si chiama Brindisi, ora a pari punti in classifica ma che ha ancora aperta la strada verso la Coppa Italia di Torino. Una partita delicata ma che offre a Bendzius e compagni la possibilità di alzare la voce in quello che sarà già uno scontro diretto per quei playoff a cui Sassari deve necessariamente ambire.
Matteo Cardia














