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Dinamo Sassari | Serenità e unità: la vittoria su Scafati può essere un nuovo inizio

Gerald Robinson al ferro durante Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Givova Scafati | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
Gerald Robinson al ferro durante Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Givova Scafati | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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Ritrovare il contatto con la serenità, riassaporare il gusto di una vittoria che quando manca rischia di diventare presto qualcosa di sconosciuto. Il successo per 86-76 della Dinamo Sassari su Scafati ha significato questo e tanto altro per i biancoblù di coach Piero Bucchi, che ancora una volta sono riusciti a difendere quel PalaSerradimigni che in stagione ha visto la squadra alzare solo una volta bandiera bianca in campionato.

Ritorni

Quella contro Scafati era la gara dei ritorni, da Treier fino a Logan, ma soprattutto una partita da non sottovalutare malgrado la classifica dei campani, arrivati in Sardegna guidati per la prima volta dopo la coach Attilio Caja. Dopo l’amara serata di Trieste, Sassari ha cambiato parte del suo volto, rinunciando a Onuaku e facendo una scelta precisa puntando su DeShawn Stephens: un lungo diverso, dinamico e che soprattutto con il proprio linguaggio del corpo ha fatto capire di essere in un posto dove voleva essere. La palla persa da Stone al primo possesso grazie alla pressione di Robinson è stata la fotografia del primo quarto, insieme al rilascio di un Eimantas Bendzius tornato a punire dal perimetro in maniera continua. Appena tredici i punti concessi nei primi 10’ a una squadra ospite che invece si è vista punire sia in transizione che a difesa schierata. La partita si è messa così in discesa ma non si è affatto chiusa, anche perché Sassari ha continuato a segnare – ritrovando finalmente Treier e allungando così le rotazioni – ma Scafati con Rossato in campo è rimasta lì, in scia. Nel terzo quarto un piccolo blackout iniziale ha rischiato di rimettere in gioco i campani, prima però che un timeout di coach Bucchi servisse – come già accaduto in passato – a rimettere le cose al proprio posto. Una risposta mentale prima e di talento poi, segnata dalla fiducia di Jones e Bendzius al tiro e da una aggressività diversa nella propria metà campo che ha fatto sì che l’ultimo quarto servisse solo per le statistiche. Una risposta corale, come si evince anche dal dato finale degli assist, ben 26. Quella che si attendeva da una squadra con potenzialità ancora in parte inespresse.

Unità

“La cosa che mi è piaciuta di più è stata la compattezza del gruppo”. Coach Piero Bucchi è stato chiaro in conferenza stampa su quello che è stato l’aspetto migliore della serata. È vero che dall’altra parte c’era una squadra passata sotto cambiamenti importanti e che ha avuto troppo poco da un giocatore come Lamb, ma un successo non era affatto scontato visto quanto accaduto a Trieste ed era necessario per prepararsi a una serie di gare tanto difficili quanto importanti. Così come non erano cosa ovvia la risposta di Bendzius (24 punti alla sirena finale, con 7/9 da tre) e gli impatti positivi di Stephens e Treier. Il nuovo centro dei sassaresi, arrivato giovedì 17 in Sardegna, ha lavorato tanto in ombra, creando con i suoi movimenti sul pick&roll le condizioni per far sì che gli spazi sul perimetro si allargassero, ridando così fiato ai tiratori biancoblù (47,2% da tre, seconda miglior serata stagionale dall’arco in Lba), mentre sul proprio lato di campo ha mostrato tanta reattività sui cambi difensivi, andando in difficoltà solo in apertura di terzo periodo. L’estone ha fatto vedere di non aver perso confidenza con il tiro, lavorando anche sporco quando necessario. Un ritorno, quello dell’ex Ravenna, che diventerà ancora più determinante quando il giocatore avrà maggiore minutaggio nelle gambe.

Ma la replica più importante probabilmente è stata quella di Gerald Robinson, che a poche ora dalla partita era stato dato vicino al ritorno in Israele. Prima sul campo, con sì ancora qualche difficoltà nell’andare al ferro ma con 8 assist confezionati per i compagni e grande applicazione difensiva, poi in sala stampa. “Sono felice di essere un giocatore della Dinamo” ha detto l’ex Chemnitz al termine della sfida. Parole che regalano un po’ di ottimismo per il futuro, visto che il giocatore resta determinante per le sorti di un gruppo che contro Scafati potrebbe aver messo le basi per un nuovo inizio. La gara a Pesaro, domenica 27 novembre, contro una delle squadre più in fiducia del momento, sarà l’esame ideale per testare testa e gambe dei biancoblù. Un’altra prova di maturità lontano dall’Isola, dove ancora in stagione non è arrivata la vittoria. 

Matteo Cardia

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