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Dinamo Sassari | Europa indigesta: ai biancoblù manca ancora carattere

Gerald Robinson contro il JDA Bourgogne Dijon | Foto Fiba
Gerald Robinson contro il JDA Bourgogne Dijon | Foto Fiba
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Un’altra sconfitta in Europa, la terza in stagione su altrettante partite, l’ottava consecutiva contando le ultime due annate in cui su quindici partite finora disputate solo due sono state vinte. I dati della Dinamo Sassari nelle ultime due Champions League parlano di un cammino più che difficile, quasi da porre dei dubbi su quanto sia effettivamente conveniente affrontare una competizione continentale con questi risultati. Prima dei giudizi definitivi c’è però ancora un girone di ritorno da giocare e ogni stagione però ha le sue peculiarità e i suoi nodi diversi da sciogliere, compresa quella 2022-23. Che al momento come simbolo, al di là degli infortuni che ne hanno segnato decisamente il cammino, ha anche il non riuscire a mettere quel canestro capace di cambiare il verso di una partita.

Doppio impegno

È successo contro la Virtus Bologna sabato 29 ottobre, quando Sassari non è riuscita a piazzare un break per rientrare definitivamente in gara e dare l’impressione di lottare realmente fino agli ultimi secondi della sfida, ed è successo contro il JDA Bourgogne Dijon nell’ultimo turno di Basketball Champions League. Una partita caratterizzata da un inizio pessimo, con 31 punti subiti e soprattutto 8 palloni persi, limitati da una buona reazione a metà quarto poi diventata qualcosa di più convincente nel secondo, quando voglia e buone letture offensive e difensive sono venute fuori fino al 45-44 di metà gara. Segnali che sembravano far presagire la possibilità di prendersi la partita contro un avversario forte ma non irresistibile. Nel momento in cui però una penetrazione di Kruslin ha regalato il pareggio sul 54 pari, a quattro minuti e nove secondi dalla fine del periodo, Sassari prima ha sbagliato la tripla con Nikolic, poi ha subito un parziale di 10-5 che ha riportato i francesi avanti nel punteggio. Anche se di soli due possessi, proprio quel vantaggio è diventato un buon cuscinetto per i transalpini, che poi sfruttando nuovamente le palle perse sassaresi e un Ware quasi perfetto hanno sigillato il risultato fino all’88-80 finale.

Ultimo passo

Ancora una volta è mancata la zampata. Quella che serve per rovesciare un destino che può sembrare già scritto. È capitato due volte con la Virtus tra Supercoppa e campionato, era capitato con Treviso ed è capitato in Bcl contro la squadra francese che prende il proprio nome da Giovanna D’Arco. Agli inizi della stagione, quando tra Oristano e Cagliari la Dinamo muoveva i primi passi, la capacità di risalire la china era la più evidente. Il basket ufficiale, quello dove i risultati cominciano a pesare, è un’altra cosa, era noto. Ma quanto accadeva a settembre non può essere totalmente frutto del caso. In Francia è mancata ancora una volta quella scintilla che può arrivare dalla giocata su ambo i lati in maniera consecutiva nel momento decisivo. Più che le potenzialità sembra mancare il timing perché nel secondo quarto, aggiustando qualcosina in difesa, sul lato debole e a livello di aggressività sui portatori di palla, e potendo correre così meglio il campo, Sassari ha costretto a 14 punti gli avversari e ne ha segnati 23, con alcune giocate di pura energia come le due stoppate consecutive di Onuaku nell’ultimo minuto. Poi però è arrivata la parte più ripida della salita e la montagna ha dato la sua risposta.

Umori

Le sconfitte scalfiscono gli umori. Bucchi è il primo a saperlo, così come a conoscere i problemi al momento di una squadra che ha subito troppo sul pick&roll avversario e continua a tirare con percentuali che non rispecchiano i valori conosciuti. E che al momento soffre anche l’assenza di un giocatore capace di creare dal nulla situazioni offensive positive nei momenti di stallo. L’infortunio di Dowe, nonostante l’arrivo di Nikolic, non è stata anche per questo una buona notizia, ancor di più con l’altalenanza di Robinson. Contro il JDA a far valere le proprie carte nell’uno contro uno ci ha provato Jones, che ha giocato la sua miglior partita da quando è arrivato sull’Isola. Se l’ex Bahcesehir troverà continuità di prestazione sarà un toccasana per una Sassari che ha avuto tanto anche da un Massimo Chessa d’esempio per tutti e che si attende di più da Bendzius e Onuaku. Con quest’ultimo che sì, ha chiuso con statistiche importantissime (21+7+6), ma nel momento in cui Ware ha giocato sporco ha risposto troppo timidamente. Qualcosa che un giocatore con le sue forze fisiche e non solo non si può permettere. 

Matteo Cardia

 

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