Cambiare a volte può servire. PerchĆ© mischiare le carte a volte mette in moto idee ed energie mentali nascoste, che vengono fuori solamente se viene lanciata una sfida o si cerca uno stimolo dentro sĆ© stessi per la reazione. La Dinamo Banco di Sardegna Sassari nella vittoria contro l’Aquila Trento ha avuto sƬ ancora qualche passaggio a vuoto, soprattutto nel secondo tempo, ma ha messo in luce la volontĆ di ritrovare una vittoria che mancava da troppo tempo senza badare troppo alle gerarchie.
Quintetto
I cambiamenti, appunto. GiĆ il quintetto ha parlato chiaro, con Ousmane Diop e Stefano Gentile dentro al posto di Onuaku e Kruslin. Lāusato sicuro, ma anche la voglia di emergere del primo e la solita spregiudicatezza del secondo. GiĆ nella passata stagione i due avevano dimostrato di avere una buona intesa sul parquet. La versatilitĆ e la qualitĆ nel rollare dopo il blocco di Diop, uniti a una fisicitĆ cresciuta durante lāestate, insieme allāesperienza e alla capacitĆ di Gentile nelle letture offensive, hanno fatto sƬ che la collaborazione tra i due diventasse cruciale per il secondo successo in stagione in campionato, in un PalaSerradimigni che almeno in Italia potrebbe nuovamente diventare un castello difficile da espugnare per gli avversari. Nonostante le difficoltĆ nellāarginare Atkins nel secondo tempo, Diop ha dimostrato di soffrire di meno il centro avversario, grazie soprattutto alla possibilitĆ di uscire con più sicurezza dal pitturato per inseguire lāex Virginia. Ma la differenza lāha fatta lāatteggiamento, con freddezza e cattiveria che si sono mostrate al pubblico sassarese con la tripla della guardia di Maddaloni e i due canestri consecutivi, su assist dello stesso Gentile, del senegalese a pochi minuti dal termine. Dalla prova dei due, ma soprattutto dalla voglia di squadra di soffrire e di piegare le gambe in difesa nel momento in cui Trento sembrava pronta ad agganciare nel punteggio i biancoblù, ĆØ passato il destino di una gara che la Dinamo stavolta non si ĆØ lasciata sfuggire di mano come accaduto a Treviso.
Collettivo
āTutti hanno mostrato grande atteggiamento e spirito di sacrificio, quando giochiamo cosƬ possiamo essere competitiviā. CosƬ ha recitato coach Piero Bucchi in sala stampa nel post partita contro lāAquila. Una realtĆ dimostrata soprattutto da un dato, quello dei rimbalzi. I trentini erano primi in campionato nella statistica, grazie soprattutto al lavoro del collettivo. Sassari ha saputo imitare il sacrificio della squadra avversaria, distribuendo i rimbalzi tra tutti i giocatori in maniera quasi equa (sette giocatori con almeno 2 rimbalzi) e vincendo la sfida sotto i tabelloni per 31-30. Le palle perse sono ancora troppe (18, di cui 5 di un Robinson ancora altalenante) e alcune distrazioni avrebbero potuto avere un peso differente durante la gara, ma Sassari può guardarsi allo specchio e accorgersi di quanto può valere.
A livello di singoli, oltre a un Nikolic che ĆØ giĆ diventato un giocatore più che utile alla causa, segnali importanti sono arrivati anche da Jamal Jones. Quasi perfetto offensivamente nei primi due tempi, meno continuo negli ultimi due ma comunque pronto a dare una mano su entrambi i lati del campo. La mano cāĆØ e il 7/10 dal campo lo ha dimostrato, manca ancora quella aggressivitĆ in attacco (0 falli subiti contro Trento) che potrebbe fargli fare ancora uno step in più in una squadra che ancora a difesa schierata, fatica a creare vantaggi. Problemi ancora più evidenti in campo con Onuaku, ancora una volta al centro delle attenzioni avversarie in difesa, con la squadra di Molin che ha cercato in ogni modo di chiudere linee di passaggio e rendere impossibili le diverse soluzioni studiate dai biancoblù. Un quadro di difficile digestione per lāex Rockets che però ĆØ mancato nella reazione allāinterno della propria metĆ campo.
Bucchi dovrĆ lavorare soprattutto sulla mentalitĆ del proprio lungo per far arrivare pronta la squadra al match contro una Virtus Bologna che fatica in Eurolega ma vola in campionato. Anche perchĆ© la squadra di Scariolo, ancora di più con il ritorno di Jaiteh malgrado il momento difficile per il francese, fa della fisicitĆ una delle sue armi principali. La Dinamo avrĆ per questo ancora più bisogno di un Onuaku al 100%, oltre che di quella disponibilitĆ al sacrifico vista contro l’Aquila, per provare quel colpaccio davanti al proprio pubblico che potrebbe diventare il punto di svolta di unāintera stagione. E far cosƬ la differenza per lāumore di una squadra che martedƬ 1 novembre, a Digione, si giocherĆ gran parte del proprio futuro in Champions League.
Matteo Cardia














