Era il lontano 1967 quando una delle più classiche delle one hit wonder del periodo si affacciava nelle classifiche italiane con il beat inglese in salsa italiana di “Bisogna saper perdere” dei The Rokes. Un testo che impartiva la lezione dell’accettare la sconfitta, “non sempre si può vincere”, e che sempre si canticchia anche a distanza di quasi 60 anni. Chissà che non sia tornata in mente a qualche spettatore che lasciava il Pala Serradimigni ieri dopo la sfida della Dinamo a Bilbao. Perdere fa sempre male, ma se c’è una sconfitta a bruciare meno in casa Sassari è quella di ieri in casa contro i baschi.
Passi in avanti
Nonostante l’amarezza di aver perso l’imbattibilità in Europa e non aver dato continuità al successo contro Trieste, il più convincente della stagione almeno in Serie A, i biancoblù possono guardare avanti con una certa fiducia. Sono tanti i lati positivi di una sconfitta arrivata solo negli ultimi possessi, probabilmente anche a causa di una lucidità non perfetta derivata da una gara dispendiosa visti gli sforzi per rientrare in partita. La squadra di Nenad Markovic tra mille difficoltà è infatti riuscita a rispondere a tutte le spallate date dalla squadra allenata da quella vecchia volpe di Jaume Ponsarnau, rimettendo in sesto una gara che sul -19 sembrava ormai persa. L’aver ripreso la partita almeno un paio di volte e aver chiuso a -2 alla sirena finale (fatto molto buono in ottica differenza canestri per la classifica finale) sono senz’altro l’eredità più tangibile di una gara che porta solo 1 punto in classifica secondo il regolamento delle competizioni FIBA. Già dalla palla a due il Banco di Sardegna è partito con un certo handicap: out ancora Sokolowski per via di un problema al piede accusato in nazionale e con un Bibbins non in perfette condizioni per via di una botta al polso, Sassari ha attraversato diversi momenti di difficoltà per via della forza dell’avversario e per via delle rotazioni di Markovic, condizionate da qualche acciacco, stanchezza e soprattutto una situazione falli non semplice di alcuni giocatori. Veronesi e i lunghi Halilovic (uscito di scena per la quinta infrazione nel quarto finale) e Renfro, hanno gestito non al meglio la loro “fedina” con il coach bosniaco a preservarli in panchina. L’ala bresciana non ha ripercorso la fantastica prestazione contro Trieste, con difficoltà a centrare il bersaglio sin dalla prima azione, per poi raffreddarsi in panchina per via dei falli commessi. Solo una tripla a referto per lui, con il testimone di realizzatore in casa Dinamo che è passato tra le mani di Bendzius e alla coppia Tambone-Bibbins: l’esterno ex Varese e il playmaker sono stati i migliori sul parquet e non solo per i punti segnati, ma anche per atteggiamento difensivo. Un atteggiamento che la squadra di Markovic ha saputo indossare nella rimonta a cavallo dei quarti finali, in cui tutti hanno dato il proprio contributo. Da Cappelletti (entrato malino nello starting five ma cresciuto al rientro in campo) ai lunghi, con Vincini che ha offerto un contributo notevole considerata la giovane età e gli avversari Jones e Hlinason, clienti non proprio facilissimi. Nella partita contro Bilbao è mancato Fobbs che ha compiuto un passo indietro rispetto alla partita contro Trieste: abbastanza bene nella metà campo difensiva, ma l’ex Bonn non è riuscito a graffiare in attacco, sia in fase realizzativa che nella gestione di alcuni possessi. Per compiere una completa rimonta è mancato davvero poco, questione di lucidità e dettagli in una gara che è comunque foriera di morale e fiducia ai ragazzi sassaresi. Una sconfitta abbastanza facile da digerire quindi che servirà da lezione anche per i prossimi impegni, a cominciare da quello in campionato contro la Reyer Venezia di domenica 8 dicembre (ore 16.40). Gli oro-granata sembrano aver trovato la retta via, ottenendo ieri in un campo difficile come quello dell’Aris Salonicco la quinta vittoria in Eurocup, che fa il paio al successo ottenuto nello scorso turno di campionato contro Varese. Alla Dinamo il compito di cercare di spezzare il buon andamento della squadra di Spahija, in una gara che potrebbe essere un crocevia in campionato per Bendius e compagni. Inseguire un posto in Final Eight o rimanere con un occhio puntato a quelle dietro in classifica? Al parquet del Taliercio una prima sentenza.
Matteo Porcu














