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Dinamo | Bendzius anima e capitano, il lituano si sta riprendendo Sassari

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Niente fascia al braccio come nel calcio o una linea sotto il numero come nel volley, il capitano nel basket non ha modo di distinguersi dai compagni a un primo impatto. Un ruolo che nella palla a spicchi, così come in altri sport, è affidato anche a un giocatore non tra i più talentuosi o che esce dalla panchina, ma che ha sempre quella parola giusta o atteggiamento da seguire all’interno dello spogliatoio: nel caso della Dinamo Sassari 2024/2025 Eimantas Bendzius può dirsi stella e leader, almeno alla luce da quanto emerso dall’ultima partita contro Pistoia.

Scossa
Partito con le marce basse, il lituano ha poi dominato contro l’Estra nei quarti finali, con una prestazione da trascinatore e fondamentale per ottenere una vittoria che avrebbe complicato ulteriormente un avvio di stagione difficile per i biancoblù in campionato. Un percorso di avvicinamento alla sfida contro gli uomini di Markovski non tra i migliori per il 34enne ex Lietuvos Rytas, che aveva preso un virus intestinale in occasione dell’ultima trasferta in Polonia in FIBA Europe Cup: un virus che ha debilitato il giocatore di Klaipeda nei giorni precedenti alla gara, ma anche nei primi due quarti, con Markovic a rinunciare a lui per qualche minuto e Sokolowski schierato da “4” e il lituano segnare dalla lunetta 4 dei suoi 6 punti. Dall’intervallo in poi però la musica è cambiata, Bendzius si è caricato sulle spalle la squadra andando oltre le difficoltà e sono arrivati 28 punti con 5/8 dall’arco. Una prova importante non solo dal punto di vista realizzativo, ma anche per atteggiamento e capacità da un leader seguito dai compagni nella rimonta che ha portato alla vittoria biancoblù. “Io sinceramente non voglio che si guardi ai miei tiri ma al lavoro del team per uscire da una situazione complessa, anche io ho sbagliato tanto in questo match. Non mi sento un trascinatore, la Dinamo non ha solo me ma può vincere solo con il lavoro del gruppo non con le triple di Bendzius”. – il commento del lituano in conferenza stampa nel post gara. Parole da leader per compattare ancora di più un gruppo che contro Pistoia ha saputo unirsi nel momento più difficile.

Capitano
Da luglio 2020 tante cose sono cambiate in quel di Sassari, dagli allenatori ai giocatori, passando per i capitani. Arrivato sotto il regno di Pozzecco dal Lietuvos Rytas,  Bendzius è stato guidato anche da Demis Cavina, da Piero Bucchi e infine da Markovic: tutti coach che grossomodo hanno saputo sfruttare le caratteristiche del tiratore lituano. Caratteristiche che fin qui sono emerse nella gestione Markovic in maniera non così preponderante, ma va riconosciuto che il coach bosniaco sta iniziando a conoscere sul parquet un giocatore che l’anno scorso non aveva avuto a disposizione al suo arrivo in panchina a causa del lungo infortunio. Uno stop infinito che ha decisamente messo in salita la scorsa annata, con l’esonero di Piero Bucchi (che soltanto pochi mesi prima aveva raggiunto una semifinale playoff) e la Final Eight mancata: nelle idee di costruzione dello scorso roster, infatti il classe ’90 era un tassello fondamentale con caratteristiche quasi impossibili da ritrovare nel mercato a settembre dopo il suo infortunio in nazionale. L’arrivo di chi l’ha sostituito, McKennie, ha sconvolto i piani di un progetto che ha visto nel ruolo di “4” uno dei suoi talloni d’Achille, ma non esclusivamente per demeriti dell’ex Golden State, ma appunto per le sue caratteristiche diverse. Un’occupazione degli spazi differente e il rinunciare al potenziale offensivo molto più corposo, hanno fatto sì che Bendzius sia il giocatore che è mancato l’anno scorso per concorrere agli obiettivi biancoblù che ora però possono godersi nuovamente il loro capitano. Un ruolo che, nonostante la lontananza dal campo, il 34enne ha vestito dopo l’addio di Stefano Gentile ad aprile del 2024 e che ha dimostrato di meritare ampiamente nell’ultima cruciale gara contro Pistoia. Una sfida che, tra l’altro,  ha riportato la media canestri del lituano a 16 punti (molto simile a quella delle stagioni pre-infortunio), senz’altro un tesoretto importante da cui ripartire per uscire definitivamente dalla zona più calda della classifica di Serie A.

Matteo Porcu

 

 
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