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Difficoltà superate e serenità difensiva: Cagliari, non puoi rinunciare a Luperto

Sebastiano Luperto durante Cagliari-Fiorentina | Foto Valerio Spano
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Una stagione iniziata tra alti e bassi, qualche partita in cui è rimasto ai box a osservare i compagni e gli ultimi due match positivi contro avversari tosti che hanno silenziato qualsiasi insinuazione sulla sua centralità nel progetto Cagliari: ora, Sebastiano Luperto è pronto a riprendersi definitivamente il suo posto da titolare al centro della difesa rossoblù, formando quella coppia con Mina a cui allenatore e compagni non possono rinunciare per arrivare alla salvezza.

Difficoltà e panchine
Il 2025-26 dell’ex Empoli e Napoli era cominciato alla grande: il gol al 94’ contro la Fiorentina nella prima giornata di campionato aveva consegnato un punto alla squadra di Fabio Pisacane a margine di una prestazione da assoluto leader, capace di stroncare praticamente ogni attacco viola. Poi, i primi problemi: a Napoli è reo di aver tolto il piede sul cross di Buongiorno che ha portato al gol di Zambo Anguissa a tempo ormai scaduto e che ha impedito al Cagliari di salutare il Maradona con un punto; discorso analogo nel match casalingo contro l’Inter, nell’azione che ha visto Dimarco consegnare a Pio Esposito la palla dello 0-2. Qualche sbavatura anche in altri match come quello di Lecce, dove appare in difficoltà in marcatura sul gol di Tiago Gabriel, e contro il Bologna, in cui però soffre insieme a tutto il reparto difensivo. Poi le panchine: nel pareggio di Udine e poi le due consecutive nel 2-2 di Verona e nella sconfitta casalinga contro il Sassuolo. Una novità per il leccese, che nella passata stagione, sotto la gestione di Davide Nicola, in Serie A era rimasto escluso dall’undici titolare solo in due occasioni. Scelte, quelle di Fabio Pisacane, che avevano generato diversi interrogativi, considerati anche i cinque gol subiti nelle tre partite in cui il classe 1996 è rimasto a guardare, e a cui il tecnico aveva risposto: “Io mi aspettavo un inizio diverso da Luperto, non ho visto quel giocatore ammirato in passato e spero di riaverlo presto. In queste prime partite non ha reso come potrebbe rendere e resta un giocatore importante che spero quanto prima di mettere in campo”.

Leader silenzioso
Le ultime due uscite contro Lazio e Como hanno però azzerato i dubbi, messo alle spalle le difficoltà e confermato quanto Luperto, tornato al centro della difesa dal primo minuto, resti quel giocatore importante di cui parlava Pisacane: due prestazioni attente, senza sbavature, che hanno permesso al Cagliari di uscire a testa alta dall’Olimpico e con un prezioso punto dal Sinigaglia. Contro i biancocelesti e gli uomini di Fabregas si è rivisto il leader silenzioso a cui la piazza era abituata e quella solidità difensiva che, messa al servizio del suo compagno di reparto, fanno di Mina-Luperto una coppia di cui i rossoblù non possono fare a meno sulla strada che porta all’obiettivo salvezza. Alle loro spalle, infatti, tra i centrali a disposizione nella rosa è ancora tanto il lavoro da portare avanti: Zé Pedro deve ancora prendere le misure con la Serie A, ha ampi margini di miglioramento ma alcuni suoi errori sono costati cari e potevano condurre a finali peggiori, come in occasione dell’1-1 contro l’Udinese sul gol di Kabasele e nello scivolone a cui ha posto rimedio un super Caprile; il giovane uruguaiano Juan Rodriguez è invece un giocatore ancora tutto da valutare con zero minuti in campionato, il cui momento arriverà anche se l’adattamento al calcio italiano, come nel caso del portoghese, richiederà del tempo; infine Pintus, proveniente dal settore giovanile rossoblù che in Serie A ha già avuto modo di debuttare nella passata stagione, al momento fermo alle prese con problemi fisici. In uno scenario simile è difficile poter fare a meno di un difensore che, nonostante qualche presenza in meno rispetto ai compagni, è terzo per numero di volte in cui ha liberato l’area da minacce offensive (32) e quarto per numero di intercettazioni (8), il cui stile difensivo attento, pulito ed elegante si sposa perfettamente con le caratteristiche del collega di Guachené e che, soprattutto, offre maggior serenità non solo all’intero reparto arretrato, ma a tutta la squadra, capace di rendere meglio nel rettangolo di gioco. Una piccola parentesi grigia, un periodo più complicato del solito, come può accadere nella carriera di quasi tutti i calciatori, da cui trarre spunti per crescere prima di mandare definitivamente in archivio dopo la sosta.

 Andrea Palagino

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