“Agostini, onestamente colpe non ne ha, anzi io lo ringrazio perché ha avuto il coraggio di fare tre partite non facili. A Salerno meritavamo anche di vincere, ma io lo devo solo ringraziare per la passione e la fede cagliaritana mostrata. Ha provato a dare una mano. E devo fare i complimenti al percorso della Primavera, hanno sfiorato la finale, ma un plauso va a Conti e ad Agostini”.
Contesto
Sembrano parole di un’estate fa, di una vita fa. E invece la data è quella del 6 giugno 2022. A pronunciarle il direttore sportivo Stefano Capozucca, in quella che ormai insieme al direttore generale Mario Passetti è diventata la famosa conferenza stampa di fine anno del Cagliari dopo la retrocessione in Serie B. In un discorso partito da delle scuse che però aveva anche lo scopo di mettere dei punti chiave da cui ripartire per i rossoblù. Al punto uno la volontà di rifondare, facendo capire alla piazza che l’obiettivo non sarebbe stato vincere immediatamente il campionato cadetto. Al secondo punto far capire in modo netto allo spogliatoio che quasi tutti erano considerati colpevoli per assenza di valori della mancata permanenza in massima serie. Con il mercato che però fin qui ha visto protagonisti anche quei calciatori invece messi nella lista dei profili ideali da cui ricostruire (vedasi su tutti Carboni). Al punto tre togliere delle colpe ad alcune figure interne al club. Su tutte al presidente Tommaso Giulini, con la famosa frase di Capozucca: “Il patron ha meno colpe di tutti”. E con diversi passaggi a ricordare gli sforzi fatti in passato da parte del numero uno della società e da fare in futuro per ripianare dei buchi di bilancio, che in via Mameli sembrano essersi creati così all’improvviso nel mondo delle idee rossoblù. Tra le figure scusate però, come si legge all’inizio di questo articolo, c’era anche Alessandro Agostini. Fresco di doppia cocente delusione, prima la retrocessione con la prima squadra e poi la beffa contro l’Inter in semifinale playoff nel Primavera 1. Due giorni dopo lo scudo alle critiche mosso da Capozucca su Agostini il Cagliari ha annunciato Liverani.
Vecchi difetti
Che il Cagliari non avesse intenzione di ripartire da Agostini si era capito da prima della conferenza stampa di fine anno, e di base la scelta può anche non essere criticabile considerando la necessità di trovare un profilo di esperienza per una Serie B complicata tra una squadra da rifondare e un occhio da tenere ai conti. Pare più strano l’assordante silenzio sul futuro del tecnico toscano, che alla fine nonostante le belle parole in pubblico e in diretta streaming pagherà più di tutti. Via anche dalla Primavera, dopo due stagioni in costante crescita. E chi ha seguito con attenzione il percorso dei giovani rossoblù si ricorderà le difficoltà di appena un anno fa, quando dopo il ciclo positivo con Canzi al timone l’Under 19 isolana partì per ultima tra tutte le squadre della massima competizione giovanile e con una programmazione molto tardiva che complicò e non poco l’ambientamento del gruppo. Con Agostini che sfruttò la pausa causa Covid del torneo per sistemare i suoi ragazzi e portare Contini e compagni a una salvezza tranquilla. L’ultimo campionato è storia recente, con la semifinale e un torneo giocato alla pari contro qualsiasi big. Ma soprattutto con diversi giovani mandati a giocare in prima squadra, che per una realtà Under 19 è una medaglia che vale di più che la vittoria di un campionato. Agostini è esente da colpe per la semifinale contro l’Inter? No, e dire il contrario sarebbe ingiusto. Però il tecnico di Vinci stava dimostrando di essere in costante crescita e in perfetta simbiosi con il suo gruppo, che ora invece dovrà ricominciare da capo con un nuovo allenatore. E stupisce che in un club che annuncia di voler voltare pagina dopo alcuni evidenti passi falsi la strategia nella ripartizione delle colpe resti sempre quella di un tempo. Complimenti in pubblico e ben servito nelle stanze segrete di Assemini. Se vi ricorda la storia con Semplici non siete troppo fuori strada, questa volta però ha prevalso l’addio immediato dettato dalla dignità personale. E ora il compito più complesso sarà capire che per rifondare davvero un gruppo bisogna partire anche da questi dettagli che dettagli non sono.
Roberto Pinna