Cauto ottimismo, un ossimoro che accompagna Claudio Ranieri e tutto l’ambiente rossoblù dal fischio finale di Parma-Cagliari. Non solo per l’aspetto mentale ed emotivo di una squadra che si è ritrovata nel momento più importante della stagione, ma anche se non soprattutto per la condizioni di Gianluca Lapadula, colonna portante dell’attacco rossoblù uscito malconcio dalla sfida del Tardini.
Attesa
La caviglia destra fasciata e con il classico ghiaccio, l’andatura zoppicante mentre assieme ai compagni si dirigeva verso il settore occupato dai tifosi rossoblù per condividere la gioia della vittoria. Il rientro all’aeroporto di Elmas, altro video a confermare un’andatura claudicante dopo la fatica di Parma. E le dichiarazioni di Ranieri nel post partita a spegnere sul nascere le preoccupazioni che, però, sono rimaste tali nonostante tutto: “Come sta Lapadula? Ha preso una botta, ma mi ha detto che sta bene“. Parole certificate dalla ripresa degli allenamenti di ieri, domenica 4 giugno, con il numero nove rossoblù che ha partecipato ai lavori di scarico con i componenti della rosa scesi in campo al Tardini. Tutto bene quel che finisce bene? In parte, perché l’attesa è tutta rivolta alla giornata di oggi 5 giugno, quando la squadra scenderà in campo ad Asseminello in vista dell’andata della finale playoff contro il Bari di giovedì 8, ore 20 e 30 alla Unipol Domus. E sarà la prova del nove delle condizioni del Bambino delle Ande, pronto a buttare il cuore oltre l’ostacolo e presentarsi dal primo minuto contro l’altro bomber Wael Cheddira. Lapadula dovrebbe così essere della partita, il condizionale è d’obbligo, terapie d’ordinanza per rimettere in sesto la caviglia e riprendere la corsa verso il gol dopo aver messo la propria firma sia sulla vittoria contro il Venezia – due reti – che sul doppio confronto con il Parma con il rigore realizzato nella gara d’andata in Sardegna.
Fattore
Tre gol in tre partite, otto in totale nei playoff della Serie B dopo i tre realizzati nel 2016 in maglia Pescara e i due la passata stagione in forza al Benevento. Venticinque quelli stagionali, capocannoniere del campionato con ventuno ai quali aggiungere la rete nella sfida di Coppa Italia contro il Perugia. Una garanzia, una sentenza per le difese avversarie alla quale Ranieri non vuole rinunciare nella doppia gara più importante dal suo ritorno in Sardegna. Perché Lapadula non è solo il centravanti che regala gioie e gol, è anche leader tecnico e morale del gruppo, esempio per i compagni con uno spirito di sacrificio encomiabile. Il fotogramma del Tardini del numero nove che scivola da quinto di centrocampo per dare manforte nel momento di difficoltà, recupera palla in scivolata e fa crollare le poche certezze del Parma è un quadro perfetto di ciò che Lapadula rappresenta per Sir Claudio. Un rapporto speciale, certificato dalle strette di mano e i dialoghi stretti dopo ogni rete del centravanti italo-peruviano. Ranieri non vuole rinunciare al suo bomber, il bomber non vuole alzare bandiera bianca proprio sul più bello. Lui che al Bari ha già segnato nella sfida di ritorno di campionato e una doppietta ai tempi del Pescara. Il Cagliari attende con fiducia, Lapadula vuole guidare ancora una volta l’attacco alla Serie A.
Matteo Zizola