La nostra intervista al neo direttore sportivo del Parma, dopo che alcune dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa sono state travisate e hanno causato un evitabile equivoco.
NOTA DELLA REDAZIONE
Nelle ultime ore hanno fatto discutere (tanto) le dichiarazioni in conferenza stampa dell’ex direttore sportivo del Cagliari, Marcello Carli, da pochi giorni al Parma: a causa di una frase travisata – riportata in modo incompleto da una testata nazionale, in ogni caso doverosamente citata – “A Cagliari poteva andare solo uno stupido come me” (diventata il titolo del nostro articolo) si è scatenata una ridda di discussioni, commenti (a volte anche insulti) nei confronti del povero Carli, accusato ingiustamente da più parti. Per come avevamo conosciuto Carli, queste dichiarazioni ci sono sembrate del tutto fuori luogo. Siamo quindi andati a recuperare il video integrale della conferenza, dalla quale si evince la frase completa (e contestualizzata): “A Empoli eravamo falliti, a Cagliari, con la squadra quasi retrocessa, solo uno stupido come me poteva andarci, figuriamoci qui a Parma, una situazione ottima, società seria, un ambiente straordinario con una tifoseria sana e bella”.
ABBIAMO SBAGLIATO. Lo scriviamo in maiuscolo, per sottolineare l’errore. Ovviamente, non essendo fisicamente presenti alla conferenza, ci siamo “fidati” del testo riportato da una testata seria e assolutamente attendibile: ci siamo scusati in anticipo con il direttore, ora ci scusiamo anche con voi lettori. Ma ci sembrava doveroso andare oltre, dando la possibilità a Carli di dimostrare, una volta di più, il suo affetto per la piazza cagliaritana, al di là della fine del rapporto di lavoro tra lui e il club rossoblù: per questo motivo, vi proponiamo l’intervista realizzata dal nostro Roberto Pinna. Non è mai bello sbagliare, ma è doveroso chiedere scusa quando lo si fa: sia per rispetto delle persone coinvolte, sia per i lettori, sia per la nostra coscienza. (La redazione di Centotrentuno.com)
Marcello, le sue parole sono state travisate, cosa si sente di dire ai tifosi sardi?
“Purtroppo sono state riportate in maniera non corretta alcune delle parole che ho detto in conferenza di presentazione con il Parma. E questo un po’ mi dà fastidio perché io sono uno umorale, un po’ di pancia, che in ogni sfida che affronta ci mette l’anima e dà tutto se stesso. Non intendevo assolutamente dire di essere stato un pazzo per aver scelto Cagliari nella mia carriera. Intendevo dire che solo un pazzo come me, che ama certe sfide impossibili, poteva accettare una chiamata a pochi mesi dalla fine della stagione con la squadra in piena corsa salvezza. Anche perché se avessimo fallito la colpa sarebbe stata la mia. E invece ci siamo salvati e da lì è cominciato un percorso bellissimo, per le emozioni provate forse il più forte della mia carriera da direttore sportivo. Abbiamo ringiovanito la squadra e gettato le basi per un futuro solido. Sono sicuro il Cagliari farà molto bene. L’unica cosa che ci tengo a precisare è che le critiche sul mio operato in rossoblù non mi danno fastidio, anzi i tifosi sono liberi di esprimerle. Nell’ultima parte di questa stagione ci sono state scelte sbagliate e io mi prendo le mie responsabilità. Però mi spiace quando si insinua che io non sia legato al club, alla città o alla Sardegna per le scelte fatte. Cagliari è stata una delle mie prime esperienze lontano davvero da casa e qui ho portato tutta la mia famiglia. A Cagliari ho stretto amicizia con tanta gente e mi son trovato davvero bene. Ci tengo che passi questo messaggio”.
Come mai la separazione?
“Come ho detto io sono uno che ama le sfide, avrei potuto restare a casa a rilassarmi con ancora un anno di contratto con il Cagliari e invece ho accettato il Parma. Con il presidente Giulini siamo rimasti in ottimi rapporti e ci siamo sentiti anche da poco. Era arrivato il momento di separarsi perché abbiamo due caratteri che difficilmente sono compatibili ed era giusto salutarsi ora. Anche se, ripeto, c’è il massimo rispetto ed è stata dura andare via perché c’era un grande legame. Non nego che, come detto anche da Tommaso il giorno della presentazione di Di Francesco, abbiamo avuto due visioni diverse sulla scelta del tecnico. A me piaceva Liverani perché è un tecnico giovane e con tanta fame. Ma questo non vuol dire che non sia contento dell’arrivo di Di Francesco. Un grandissimo allenatore che conosco fin da ragazzo. Per non parlare del suo vice Calzona che ho avuto con Sarri a Empoli”.
Cosa si aspetta dal Cagliari?
“Credo che in questi anni la squadra sia diventata una realtà solida. Forse non ha ancora centrato il posizionamento in classifica che merita però sono sicuro che con 2-3 innesti in difesa, specie se dovesse restare Nainggolan, sarebbe una società da parte sinistra della classifica. Inoltre auguro il meglio a Pierluigi Carta e Andrea Cossu che hanno condiviso un percorso importante con me, che sono persone speciali e meritano queste nuove opportunità”.
Roberto Pinna