Il destino del Cagliari passa dalla vittoria sul campo del Venezia e non solo. Gli occhi saranno giocoforza anche puntati sull’Arechi, quando in contemporanea – domenica 22 maggio alle 21 – l’Udinese dovrà fermare la Salernitana. In caso contrario per Joao Pedro e compagni sarà retrocessione in Serie B, con tutto quello che ne consegue.
Paracadute televisivo
Aspetto sportivo e aspetto economico, due elementi interconnessi l’uno causa e allo stesso tempo conseguenza dell’altro. La salvezza sarebbe fondamentale, non solo per garantirsi un posto nella prossima Serie A, ma anche per evitare un bagno di sangue finanziario. Anche se su quest’ultimo punto il futuro potrebbe essere meno drammatico di quanto ci si aspetta. In primis grazie al paracadute, non un vantaggio in generale, ma un aiuto fondamentale per compensare la differenza sostanziale alla voce diritti televisivi. Se nella stagione 2020-21 il Cagliari ha ricevuto 51 milioni di euro grazie agli accordi con i media – anche se in questo dato sono inclusi 14 mesi e non 12, con il differimento di due mesi dell’annata precedente a causa della pandemia – in caso di Serie B la società rossoblù otterrebbe 8 milioni di euro circa. Una caduta verso il basso che solo parzialmente verrebbe compensata dal cosiddetto paracadute che, nel caso del Cagliari, ammonterebbe a 25 milioni di euro. D’altro canto difficilmente i ricavi da abbonamenti e botteghino sarebbero inferiori a quelli della stagione in corso. Con gli effetti del Covid ancora presenti – e con la speranza che nella prossima annata si possano evitare nuovamente problemi – in questo campionato i rossoblù non hanno aperto la campagna abbonamenti e, soprattutto, non hanno avuto la possibilità di staccare biglietti per l’intera capienza della Unipol Domus se non negli ultimi due mesi.
Ridimensionamento
Per evitare un negativo consistente nei conti societari, il Cagliari dovrà dunque giocoforza ridimensionare il proprio parco giocatori. Ed è qui che si intrecciano pericolosamente aspetto economico e aspetto sportivo. Tra cessioni e taglio netto del monte ingaggi la società di Via Mameli potrebbe facilmente colmare il buco economico che la retrocessione aprirebbe senza se e senza ma. Allo stesso tempo, però, a farne le spese sarebbe la competitività della rosa, anche se da questo punto di vista potrebbero entrare in gioco altri fattori. Andando per ordine, il Cagliari difficilmente – per volontà o per necessità – chiuderà le porte alle partenze dei suoi giocatori più importanti. Cragno e Nández su tutti, mentre qualche dubbio – per età e per appartenenza – potrebbero averlo Joao Pedro e Pavoletti. Sia il portiere che il Léon garantirebbero plusvalenze pur con una valutazione al ribasso – il primo ha un valore a bilancio prossimo allo zero, il secondo intorno ai 7 milioni di euro – e nonostante la retrocessione costringerebbe il presidente Giulini ad abbassare il muro del prezzo, il ritorno economico nei conti non sarebbe trascurabile. Discorso valido anche in caso di cessione di Joao Pedro – anche lui con un valore prossimo allo zero – e di Pavoletti, senza dimenticare l’effetto che queste partenze avrebbero sul monte ingaggi. In questo senso anche le partenze dei vari Pereiro, Keita e Strootman aiuterebbero e non poco a ridurre i costi e, dunque, il segno meno a bilancio. Ai giocatori citati vanno aggiunti i casi di Razvan Marin, che difficilmente resterebbe in Serie B e che potrebbe regalare contanti freschi, e Marko Rog, anche lui spendibile sul mercato soprattutto all’estero, Bundesliga su tutte.
Tesoretti
Ci sono poi i casi di chi non fa parte della rosa del Cagliari attuale come Guglielmo Vicario e Giovanni Simeone. Il portiere in prestito all’Empoli saluterà la Sardegna sia in caso di riscatto dei toscani – 10 i milioni fissati – sia nel caso dovesse tornare alla base. Dopo una stagione giocata ad altissimi livelli la sua valutazione non si discosterebbe comunque dal prezzo fissato per l’acquisto da parte dell’Empoli. Il Cholito dovrebbe passare a titolo definitivo all’Hellas per 12 milioni come da valore del diritto di riscatto e, anche nel suo caso, se i gialloblù non dovessero procedere con l’acquisto la sua cessione non si allontanerebbe dai valori previsti. Sia per Vicario – valore a bilancio vicino allo zero – che per Simeone – a bilancio intorno ai 7 milioni – la plusvalenza sarebbe di quelle importanti. Discorso diverso ma pressoché simile quello di Raoul Bellanova, con il Cagliari che riscatterà in ogni caso l’esterno dal Bordeaux. Con la permanenza in A sarebbe possibile una sua conferma, magari con un prestito ancora sull’isola in seguito a una cessione, ma in caso di retrocessione il segno più a livello economico sarebbe garantito. Senza mettere in fila i numeri nudi e crudi appare comunque evidente che le eventuali cessioni non solo ridurrebbero le perdite, ma anzi potrebbero produrre un attivo sostanziale. Compensando anche i prevedibili ribassi nelle entrate pubblicitarie e di sponsorizzazione e lasciando da parte un tesoretto che potrebbe essere investito per un parco giocatori più adatto alla categoria.
A farne le spese sarebbe senza dubbio il valore della rosa e con esso il valore tutto della società. Con le voci di un Giulini non restio alla vendita del club, le richieste per eventuali compratori dovrebbero andare di pari passo e dunque essere più basse rispetto a quanto avverrebbe con la permanenza in Serie A. C’è poi l’aspetto prettamente sportivo, anche se da quel punto di vista la base di giocatori spendibili per un campionato cadetto di alto livello non mancherebbe. Dai giovani come Carboni, Altare e Obert, ai giocatori più legati alla piazza come Deiola, passando per tutti quelli che potrebbero salire dalla Primavera con Kourfalidis in testa. Senza dimenticare chi è al momento in prestito altrove e potrebbe tornare utile in Serie B, anche con una certa esperienza nella categoria, come Tramoni – il Brescia vuole riscattare il corso ma senza una promozione in A va trovata la quadra – e Cerri o ancora Ladinetti. Certo, la permanenza in Serie A resta fondamentale e il materasso economico tra cessioni e paracadute non varrebbe la differenza, anche solo mediatica, di un’eventuale retrocessione, ma per Giulini e il Cagliari più che un bagno di sangue economico si tratterebbe di una sconfitta sportiva senza precedenti. E risalire in una sola stagione come avvenuto nel 2015-2016 non così semplice.
Matteo Zizola