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Cagliari, tra palco e realtà: basta scuse per centrare la salvezza

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Contro la Juventus sarebbe stato giusto il pareggio, con l’Udinese si è perso in quel modo perché si è giocato in maniera garibaldina, contro la Lazio abbiamo perso per colpa di alcuni contropiedi che fanno parte del gioco del calcio. Stiamo sempre facendo un gioco propositivo, sono arrivate delle sconfitte di recente (5, 13 gol subiti e 2 fatti ndr), ma sono fiducioso”. Le parole sono quelle di Walter Mazzarri, nello specifico si riferiscono al post-partita del suo Cagliari contro la Juventus, ma in linea di massima il focus del discorso è lo stesso da alcune settimane per il tecnico toscano. Precisamente da un mese e cinque giorni. Cioè da quando i sardi, dalla gara contro la Lazio di inizio marzo, hanno messo in fila cinque sconfitte. Quello che risulta netto è il divario tra la narrazione dei rossoblù data dal campo e quella fatta dai rossoblù fuori dal campo. Un esempio: contro la Juventus il Cagliari ha fatto un solo tiro in porta, ha tenuto il 40% del possesso palla e ha avuto appena il 70% di accuratezza nei passaggi. E i bianconeri? Venti tiri totali, di cui 6 tra i pali. Si dirà: è un caso e poi si giocava contro una grande squadra. Contro l’Udinese i tiri totali in porta in 90 minuti sono stati tre, contro gli undici friulani. E contro una diretta avversaria salvezza come lo Spezia? Un tiro verso i pali dei rossoblù, sette dei liguri. E contro il Milan in uno dei tanti rimpianti di Mazzarri che sperava in un pareggio? Un tiro in porta, sei dei rossoneri (in una gara giocata però sicuramente meglio rispetto ad altre uscite recenti). Chiudiamo il cerchio con la partita contro la Lazio: tre tiri tra i pali dei sardi, cinque dei biancocelesti.

Tra palco e realtà

Il Fantastico Mondo di Mazzàri, fatto di battute colorite e alibi a protezione di un gruppo da tempo in difficoltà dal punto di vista del morale, ha aiutato la squadra a compattarsi nel momento più complesso prima di Natale e dopo il poker subito in casa dall’Udinese. Via alcune “mele marce”, o considerate tali, dallo spogliatoio, richiami alla sfortuna, agli infortuni e focus sugli episodi chiave mancati dai suoi. Nel momento chiave della stagione però spostare l’asticella sempre un po’ più in là non sta pagando. Il Cagliari nell’ultimo mese è arrivato al duro faccia a faccia con la realtà. Ritardi sulle seconde palle, poca costanza in costruzione offensiva, alcune solite amnesie difensive, continue disattenzioni sulle palle inattive e nei momenti chiave di una gara. Contro i bianconeri di Max Allegri fino al 43’ i rossoblù erano in vantaggio e dovevano amministrare gli ultimi minuti battendo un calcio d’angolo a favore. Dal corner Joao e compagni hanno perso palla e la Juventus nel continuo dell’azione ha consolidato il possesso che ha portato al pareggio. Forse con l’1-0 all’intervallo e una squadra ospite più nervosa sarebbe stata un’altra gara. Errori di gioventù. Spesso tecnico e dirigenza hanno giustificato i passi falsi in stagione spostando l’attenzione su una rosa molto giovane e che può peccare in alcuni momenti di lucidità e cattiveria. I dati però dicono che il Cagliari è la decima squadra per età media (considerando solo le formazioni scese in campo) del torneo con 26 anni e 5 mesi di media. Indubbiamente in alcuni ruoli ci si è dovuti affidare a giocatori molto giovani, vedasi Carboni in difesa o Bellanova sulla fascia, oppure a calciatori con poca esperienza in Serie A come Altare. Ma questo pare più un difetto di progettazione della squadra che una visione a lungo termine.

Futuro

Questo non vuol dire che dopo il 2-1 subito in casa dalla Juventus il Cagliari non abbia più speranze, anzi. Il calendario dice che i sardi, nonostante 17 sconfitte in 32 gare, sono ancora padroni del proprio destino. E questo è un grande vantaggio. Inoltre dal punto di vista caratteriale contro i bianconeri si è visto uno spirito diverso, specie se consideriamo che la squadra arrivava dalla pesantissima sconfitta della Dacia Arena per 5-1 contro l’Udinese. Gli spunti positivi però terminano un po’ qui ed è emblematico di come al Cagliari e a parte dell’ambiente rossoblù, date le continue difficoltà avute nelle ultime stagioni, basti un briciolo di cuore messo in campo anche in una sconfitta per gridare alla ripartenza. Oggi, 10 aprile, la squadra si ritroverà ad Asseminello e come annunciato da Mazzarri analizzerà la sconfitta con la Juve in video. La speranza è che il focus ancora una volta non venga messo su sfortune, assenze o contropiedi subiti. Perché l’impressione è che questo Cagliari, a un passo dal baratro, possa compiere una nuova impresa salvezza solo guardandosi in faccia. Esercizio di stile che non riesce da tempo nei pressi di Asseminello. Ancor prima dell’arrivo di Mazzarri in Sardegna.

Roberto Pinna

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