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Veduta aerea del rendering per il nuovo stadio di Cagliari

Serve davvero uno stadio nuovo?

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Il punto sulla vicenda inerente il nuovo stadio del Cagliari.

Il Cagliari Calcio guarda ancora al nuovo stadio, nonostante il silenzio di questi mesi, timidamente singhiozzato da sortite che non hanno rotto l’impasse. L’iter, però, è di fatto (ri)partito con il parere tecnico positivo della Conferenza di servizi, la quale il 13 dicembre aveva rimandato il proponente rossoblù.

PIANO CON GLI ENTUSIASMI – L’ok arrivato il 7 febbraio è stato accolto con ovvio entusiasmo dalla platea di tifosi, non sempre (anche comprensibilmente) avvezzi ai tecnicismi che riguardano una tanto complessa materia. Altrettanto automatica anche la ola della stampa, in particolare quella nazionale, presso la quale ogni passo nell’iter sullo stadio (accade a Cagliari come a Roma) si spinge troppo in là nel parlare di stadio che si farà, stadio che sarà così o cosà, e via dicendo.

INIZIO DI UN CAMMINO NUOVO – Parlare di ok all’ampliamento, per esempio, appare inesatto se non fuorviante. Si amplia, infatti, qualcosa che già esiste. Nel caso del nuovo stadio di Cagliari, siamo di fronte ad un progetto (quello definitivo è ancora da presentare da parte del privato-società sportiva) del tutto nuovo rispetto all’idea prospettata ormai più di tre anni fa. Si parlava allora di B Futura e di 21 mila posti di capienza; oggi si ragiona su 25.200 ampliabili eventualmente fino a 30 mila. Per quest’ultima ipotesi occorre ora andare in Consiglio comunale, così da ottenere la dichiarazione di pubblico interesse. Cosa che arrivò per il precedente rendering, una strada poi abbandonata.

IL PROGETTO PRELIMINARE DEL DICEMBRE 2015

TEMPO DI ELEZIONI

Non si può non tenere conto del fattore politico. Mancano due settimane alle elezioni regionali, dove l’attuale sindaco di Cagliari è in campo come candidato alla presidenza. Possibile che, anche alla luce degli umori pre-elettorali, una nuova tornata possa presto interessare anche Palazzo Bacaredda. E allora viene da chiedersi quanto oggi la politica sia interessata a dire repentinamente che sì, questo stadio s’ha da fare?

Gli scenari politici sono certamente cambiati rispetto al dicembre 2015. Quando, nella cornice dello store rossoblù del Largo Carlo Felice, Massimo Zedda posava con il Cagliari Calcio e B Futura. Una fase di percorso che fu buona ed importante per iniziare a smuovere certe dinamiche e far capire che si faceva sul serio. Poi un lungo traccheggiare, il cambio di rotta e ora la ripartenza, non senza un paio di passi di rincorsa.

Cosa ne penseranno, per esempio, i pentastellati del nuovo stadio? Come cambieranno (se cambieranno) gli equilibri dopo il 24 febbraio? Lo stesso centrodestra, negli scranni di via Roma, approvò a suo tempo con diversi distinguo, con i classici sì perché non si poteva dire no ad un’opera certamente di grande richiamo, spinosa e sulle quali ci si gioca spesso la partita. Un po’ come il Poetto…

Facile pensare che l’argomento stadio diventerà (diventerebbe) centrale in una futura campagna elettorale per il Comune di Cagliari. Tommaso Giulini e il suo club hanno in questi anni stretto un patto d’acciaio con Zedda e soci, fatto di apparizioni gomito a gomito, dichiarazioni e comportamenti concilianti, nel sempre rimarcato clima positivo. Ecco perché anche l’ultimo ok della Conferenza di servizi potrà servire al sindaco come spinta in una campagna tutta di inseguimento.

Insomma, il primo vero passaggio sarà quello del pubblico interesse espresso dal Consiglio comunale. Poi starà al Cagliari presentare il progetto definitivo, così da puntare alla pubblica utilità. Questo sarà il vero spartiacque della vicenda, prima di allora parlare di tempistiche, date o in generale di nuovo stadio risulta quantomeno azzardato, se non inappropriato.

In questi anni il Cagliari ha presentato ben due concept. Di passi avanti ne sono stati fatti più a livello mediatico e di rapporti che di iter vero e proprio. Anzi, ad un certo punto Giulini e i suoi collaboratori hanno – comprensibilmente – deciso di fermarsi per fare delle valutazioni, che sono tuttora in atto.

IL CONCEPT TARGATO SPORTIUM SCELTO AD INIZIO 2018 E SUL QUALE SI LAVORA TUTTORA

Largo ad un progetto tutto nuovo. La prima Conferenza di servizi ha dato l’ok, il resto si vedrà. Anche perché il Comune, un giorno (indipendentemente da chi lo guidi), potrebbe trovarsi sul tavolo qualche altra proposta di privati per fare qualcosa di diverso da uno stadio al posto del derelitto Sant’Elia. Magari sussurrando al Cagliari “ehi, tu lo stadio ce l’hai, pensiamo a come adeguarlo, ampliarlo, renderlo definitivo”. Un ragionamento diverso ma non per forza limitante per quella che oggi è la dimensione del Cagliari. Del resto, se il Napoli che lotta per il secondo posto arriva a fare meno di ventimila spettatori per una importante gara di campionato qualche riflessione occorre farla…

Peraltro, la Sardegna Arena è un gioiellino da tutti incensato, e sempre messo in vetrina (vedi presentazioni dei nuovi giocatori, eventi e interviste varie). Una cosa ribadita ad ogni occasione dal Cagliari, presidente in primis. Una creatura venuta su in pochi mesi (altra giusta rivendicazione) che costa molto meno di un nuovo stadio per il quale occorrerebbero circa 60 milioni e che ne costerebbe tanti ogni anno, da ripagare con molti sforzi. Tra questo aspetto e gli esempi della Penisola in cui stadi vetusti o inadeguati sono stati restaurati alla perfezione, fare qualche valutazione ad ampio raggio è il minimo. Scoprendo, magari, che migliorare l’attuale anziché farne uno ex novo sarebbe opportuno e conveniente. Con tanti saluti agli Europei.

Fabio Frongia