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Il Cagliari sceso in campo contro il Bari | Foto Alessandro Sanna

Cagliari: riecco il Venezia, ma la vera vendetta sarà su te stesso

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Quattro mesi e dodici giorni dopo o se preferite 132 giorni, oppure 18 settimane e sei giorni. Questo il calcolo temporale che separa Venezia-Cagliari 0-0 ultimo turno della scorsa Serie A da Cagliari-Venezia valevole per il settimo turno della Serie B 2022-23. Da maggio a ottobre, con l’obiettivo neanche troppo nascosto in casa rossoblù di trovare un risultato importante che permetta di voltare pagina definitivamente dopo l’ultima retrocessione e anche dopo il recente stop in classifica dato dalla sconfitta alla Unipol Domus contro il Bari (0-1, Cheddira) prima della sosta per le nazionali.

Dimenticare

Quello andato in scena al Penzo poco più di quattro mesi fa fu un suicidio perfetto con una trama thriller da festival del Cinema: con i sardi incapaci di realizzare una rete in oltre 90′ contro i lagunari già retrocessi, con in più la consapevolezza che un gol sarebbe bastato alla permanenza in massima serie visto il netto risultato maturato dall’Udinese in casa della Salernitana durante il primo tempo. Battere il Venezia sabato prossimo alla Domus vorrebbe dire provare a dimenticare, ma soprattutto non guardare indietro ma in avanti verso un ritorno nelle primissime posizioni della cadetteria in corso. Una vendetta neanche troppo fredda che il Cagliari medita da tempo visti anche alcuni striscioni (Serie B…eee su tutti) esposti da alcuni degli stessi tifosi veneziani al triplice fischio qualche mese fa. Ma l’impressione è quella che alla ripresa del campionato al Cagliari servano una prestazione e una vittoria in grado di vendicare soprattutto se stesso.

C’è un Cagliari che a Venezia lo scorso maggio ha raggiunto l’apice del proprio autolesionismo. Un progetto che negli anni dopo la prima salvezza di ritorno dalla Serie B si è sempre di più accartocciato su se stesso. Un percorso che ha fatto terra bruciata per tecnici, giocatori, ambizioni e passione di un’intera piazza. Non è un caso che in estate la dirigenza rossoblù abbia parlato di rifondazione e rivoluzione, e ancor meno a caso è che tutti sul mercato siano stati considerati cedibili in caso di offerta. Così come quasi tutti i dirigenti dalle parti di Asseminello siano stati messi in discussione, alcuni anche alla porta con modi e tempi particolari che però sono fuori dal focus di questo approfondimento. Alla fine l’inizio della nuova stagione con un tecnico nuovo come Fabio Liverani ha portato a una rosa fortemente cambiata negli interpreti, ma resa più solida da alcune conferme: su tutte quelle di Nandez e Rog. Il problema è che questa prima parte di Serie B ha mostrato come il Cagliari sia sì cambiato negli interpreti, ma ancora non si sia scrollato di dosso tutti i fantasmi di un recente passato fatto di negatività e scelte sbagliate. Ecco perché la sfida al Venezia arriva nel momento giusto. Dopo due settimane di riflessioni e analisi in seguito al passo falso contro il Bari i sardi dovranno vendicarsi sì dell’ultimo 0-0 contro il Venezia ma con l’obiettivo più di cancellare una vecchia parte di se stessi invece che battere i lagunari complici dell’ultima retrocessione.

Bivio

DI fatto per i rossoblù è l’ennesimo bivio emotivo. In Serie A dopo quel famoso Cagliari-Lazio sotto la gestione Maran si sono alternati allenatori e giocatori, si sono inseguiti e rincorsi momenti di svolta e possibili nuove chiavi di lettura. Tutto è rimasto invariato o peggiorato. Ora il nuovo miraggio è la sfida di sabato, che forse potrebbe servire a livello di umore a questo nuovo-vecchio gruppo per trovare la forza per questa Serie B, che nonostante il basso profilo societario va chiusa nelle prime 4-5 posizioni e con una promozione o un posto al sole fino alla fine dei playoff per non essere considerata un nuovo fallimento. Non lo dicono le simpatie di chi vi scrive ma i valori delle rose del campionato (rossoblù quarti con quasi 48 milioni di valore complessivo). Forse quella di aspettare una scossa in campo da una singola partita è un’attesa vana e che piace un po’ troppo a noi giornalisti. Per capire meglio la svolta del club bisognerà attendere scelte e giudizi societari nei prossimi mesi, intanto però vedere un Cagliari sul prato della Unipol Domus contro il Venezia senza vecchi fantasmi e vecchie paure sarebbe già un segnale di una pagina che è stata voltata per lo meno da Liverani e dal suo spogliatoio.

Roberto Pinna

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