Cronaca di un inizio in salita annunciato. La partenza lenta, con tre sconfitte e un pareggio, del Cagliari Primavera non sorprende. E dire che arriva dopo una stagione in cui i giovani rossoblù per mesi, prima dello stop del campionato causa virus, sono stati secondi in classifica riuscendo anche a impensierire la corazzata Atalanta.
Al momento la classifica recita penultimo posto per la squadra del neo allenatore Alessandro Agostini. Con l’Ascoli ultimo, ancora a zero punti, che però ha una partita da recuperare. Per l’ex terzino rossoblù anche la peggior difesa del Primavera 1 con 13 reti subite, sei “solo” nell’ultima gara esterna contro la Fiorentina. La pesante sconfitta con i viola ha aperto la crisi sui rossoblù, e l’impressione è quella che ai ragazzi di Ago servirà presto una scossa a livello mentale per evitare di vivere una stagione molto complicata. Perché al momento mantenere la categoria con questo gioco non sarà semplice.
Ma l’inizio in salita della Primavera sorprende fino a pagina uno chi segue con costanza il settore giovanile rossoblù. Difficile anche puntare il dito contro il tecnico o i ragazzi. E se proprio bisogna farlo si dovrebbe puntare altrove. La Primavera ha iniziato la stagione con 8 giorni di allenamenti sulle gambe. Causa protocolli Covid-19, e una decisione sulla partenza della stagione presa in fretta e furia, il Cagliari non ha avuto ulteriore tempo per preparare un anno che si sapeva sarebbe stato ricco di attese ma anche complessità. Specie se negli ultimi due anni con Canzi la squadra è stata costantemente a ridosso della zona playoff.
Il virus ha sicuramente reso complicata la situazione in casa Cagliari. Però quasi tutte le altre società hanno iniziato prima dei rossoblù gli allenamenti, riuscendo anche a fare amichevoli e a testare il nuovo gruppo. Cosa che il Cagliari non è riuscito a organizzare. È una stagione particolare e complessa e lo sarà. Basti guardare l’inizio lento anche di una squadra che spesso ha letteralmente dominato il Primavera 1 come l’Atalanta. Però questo è un alibi che regge fino a un certo punto perché le altre migliori società degli ultimi anni sono tutte nelle prime posizioni, da Roma, Bologna, Juventus e Inter.
Si dirà che giustamente il Cagliari non può competere con i vivai di quelle società. E pare evidente che quest’anno i rossoblù abbiano una rosa molto giovane e dei fuori quota che, esclusi Boccia e Contini, hanno meno esperienza da titolari con il Cagliari Primavera. Però l’impressione è che con un paio di innesti più pronti, più esperti, anche i tanti talentini a disposizione di Agostini, come Masala, Delpupo o Conti, avrebbero potuto avere un impatto più semplice con questa stagione. E invece alla fine è arrivato Brkic, attaccante 2002 in prestito da Empoli. Un vero e proprio oggetto del mistero, per ora, perché in Toscana è rimasto un paio di settimane e ad Asseminello ancora non ha conquistato una convocazione. C’è anche il piccolo dei Tramoni, Lisandru. Di cui tutti parlano un gran bene ma per adesso per farlo ambientare Agostino lo sta inserendo con il contagocce.
L’idea è che il settore giovanile, fiore all’occhiello societario delle ultime stagioni, quest’anno sia un po’ passato in secondo piano. Almeno a livello comunicativo, dove si fatica a capire il percorso del progetto. Per esempio, non c’è stata nessuna presentazione, nemmeno telematica, con il nuovo allenatore. Ad Asseminello non si può entrare e nessuno, se non in TV ha visto dal vivo giocare la nuova Primavera. Il virus non aiuta, inutile nasconderci. Però al momento, con la speranza di una pronta inversione di marcia, si fatica a capire il disegno di questa Primavera. Ed è un peccato perché a trasformare un progetto vincente in un exploit casuale il campo, purtroppo, impiega pochissimo tempo.
Roberto Pinna