Un punteggio più tennistico che calcistico da dimenticare in fretta per continuare a crescere. Questo il diktat per la Primavera del Cagliari di Michele Filippi dopo il 6-0 subito a Vinovo dai pari età della Juventus nel turno numero nove di campionato. Una sconfitta sotto tutti i punti di vista che riporta indietro le lancette di una giovane squadra parsa in crescita evidente nelle ultime settimane.
Premessa
Per analizzare il netto passo falso dello Juventus Training Center dei rossoblù bisogna partire da una premessa, forse banale ma importante da ricordare: questo gruppo non può essere paragonato a quello degli ultimi anni. Il Cagliari è ripartito con Filippi in panchina da una profonda rivoluzione, con tanti fuori quota al seguito per aiutare la crescita di alcuni profili con meno esperienza in Primavera 1. Anche per questo da questa formazione è lecito aspettarsi un rendimento altalenante, frutto dei vari step di crescita, e alcune giornate no, proprio dal punto di vista del carattere e dell’approccio ancor prima che a livello tattico. L’obiettivo rispetto alle precedenti annate è quello della salvezza, una volta che questa sarà raggiunta si potrà fare un ulteriore passo in avanti per capire se ci sarà spazio o meno per rimettere la testa avanti.
Testa e fiducia
Detto questo però la batosta della Continassa deve essere dimenticata a livello di scorie umorali e nervose, ma dovrà essere un monito da tenere stampato bene in mente per Palomba e soci: si può perdere, anche male, ma non mollando mentalmente dopo soli 10′. Il Cagliari Primavera ha peccato soprattutto di una cosa a Torino: orgoglio. Ha sbagliato l’approccio la squadra di Filippi prendendo subito dei gol e non ha mai mostrato la cattiveria giusta per voler reagire. Subire anche mentalmente la disfatta sarà l’aspetto su cui dovrà battere psicologicamente Filippi in settimana, prima della complessa sfida al Sassuolo nel prossimo turno di campionato, per togliere voglia di rivalsa e una reazione netta in campo dal suo gruppo.
Segnali
Difficile trovare delle indicazioni utili della gara contro la Juventus per il Cagliari, di fatto non ha funzionato nulla o quasi tra i rossoblù. Il centrocampo è parso in netta apnea nella fase di costruzione e di filtro, la difesa è parsa disattenta e spesso schierata con distanze sbagliate e con letture rivedibili, l’attacco è sembrato isolato e fatto di uomini un po’ troppo incentrati sull’io che sul noi. Eppure le precedenti sfide avevano detto altro. Anche per questo il 6-0 di Torino va analizzato ma anche dimenticato il più in fretta possibile. Tra le poche note liete la voglia di Vinciguerra, forse l’unico che non ha mai mollato, la voglia, pur con molti limiti tecnici senza però dimenticarci che parliamo di un 2006, di Konate e l’ingresso ordinato di Sulis, che su quella fascia sembra imprescindibile per l’equilibrio della rosa. Infine una considerazione, non è un caso che il momento migliore della Primavera di Filippi sia coinciso con il rientro, pur se fuori età, di Kourfalidis in formazione. Al di là delle qualità tecniche il greco è un leader per la manovra in campo e forse a questa formazione manca proprio di un giocatore di spessore alla voce carisma. Il classico calciatore che nel momento di difficoltà con una giocata, un urlo, uno strappo palla al piede riesca a dare la carica a tutto il gruppo. Palomba e Carboni sembrano i due in grado di seguire queste orme e da loro è lecito aspettarsi anche questo step nelle prossime settimane.
Roberto Pinna