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Cagliari, Natale al fiele: a Verona la fiera delle occasioni perdute

Leonardo Pavoletti durante Verona-Cagliari | Foto Valerio Spano
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“Eravamo padroni del campo, ma non abbiamo fatto gol: come dico spesso, ‘sei bello ma non balli’”. È eloquente la faccia scura di Claudio Ranieri nella sala stampa dello stadio Bentegodi di Verona dopo il ko all’inglese contro i gialloblù di Baroni. Una brutta sconfitta sotto ogni aspetto, a cominciare dalla classifica che ora vede Pavoletti e compagni nuovamente in terzultima posizione.

“Se non ora, quando?” avevamo detto nelle nostre analisi dei giorni scorsi, soprattutto alla luce di un Hellas Verona tutt’altro che irresistibile. Squadra ostica sì, ma che nel primo tempo del match dell’antivigilia di Natale ha mostrato tutti i suoi grandi limiti. Il Cagliari ha dominato la prima metà della gara, senza discussioni. Scuffet è dovuto intervenire soltanto in un’occasione, mentre i rossoblù hanno creato almeno 4 palle gol nitide: il palo di Prati, il gol annullato a Goldaniga per offside, più i due palloni comodi comodi capitati sul destro di Nández, che ha confermato una volta di più di non essere uno stoccatore. La fiera delle occasioni perdute, una volta di più: così come una settimana fa dopo la sconfitta di Napoli, al termine del match i punti sono zero, mentre il rammarico cresce in modo esponenziale.

Nella ripresa la situazione è cambiata diametralmente. L’espulsione per doppio giallo subita da Makoumbou a inizio secondo tempo ha invece mostrato tutti i limiti di questo Cagliari, che in un minuto ha toccato il fondo, subendo il gol di Ngonge che ha indirizzato la gara sui binari dell’Hellas. I cambi di Ranieri non hanno convinto in pieno, ma soprattutto non hanno portato frutto. E così i rossoblù salutano il Natale nel modo peggiore possibile, con il sapore amarissimo del fiele dopo aver giustamente accarezzato l’idea di rompere il digiuno di vittorie esterne. E soprattutto dopo aver rivitalizzato una squadra in crisi che non vinceva dal 26 agosto scorso e che ora ha sopravanzato Pavoletti e compagni in classifica. Dal potenziale +5 all’effettivo -1: un altro schiaffo duro da incassare per un Cagliari che ha peccato (per l’ennesima volta) di cinismo anche contro una squadra del suo livello. Un difetto già visto contro le big, che evidentemente non dipende dal blasone dell’avversario di turno ma da un’ormai cronica incapacità di gestire questo tipo di gare. “Non siamo riusciti a essere insidiosi”, ha detto ancora Ranieri, che ha provato a rivitalizzare i suoi inserendo Luvumbo e Lapadula in avanti, senza però risultati apprezzabili.

Serve fiducia in e a questo gruppo, come dice spesso il tecnico rossoblù. Di tempo per dare una sterzata alla stagione ce n’è ancora tanto, ci mancherebbe. Così come è indiscutibile che il gruppo di squadre che lotteranno fino all’ultimo per la salvezza sia ben nutrito. Ma è altrettanto evidente che questo Cagliari non possa allentare la tensione, anzi: serve di più per uscire da una situazione preoccupante, già a partire dalla sfida interna contro l’Empoli, che anticipa poi l’ultima giornata di andata contro il Lecce. Due avversari alla portata, soprattutto i toscani. Ma senza cattiveria e cinismo sul campo, restano soltanto le chiacchiere. E, soprattutto, i punti lasciati per strada: sono almeno 8 in 17 giornate, un’infinità. Un dettaglio non trascurabile, specie per una squadra con l’elmetto in testa.

Francesco Aresu

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