Otto finali per una lotta salvezza che vede il Cagliari protagonista. Per il Venezia saranno nove le sfide per raggiungere la permanenza in Serie A, per la Salernitana e l’Udinese addirittura dieci. Dai friulani quattordicesimi a quota 30 fino ad arrivare ai granata di Davide Nicola, ultimi a 16 punti, sono sette le squadre che cercheranno di evitare gli ultimi tre posti in classifica.
Tra motivazioni e recuperi
Quando il gioco si fa duro la storia insegna che il calendario pesa in maniera diversa. Scontri che sulla carta avrebbero un certo valore a inizio stagione, sul campo ne hanno un altro quando a farla da padrone sono le motivazioni. Sullo sfondo non va dimenticato il differente percorso che aspetta il Cagliari rispetto alle concorrenti, partendo da quelle squadre che ancora devono recuperare uno o due partite. Difficile capire perché a otto giornate dal termine la Lega Serie A non abbia ancora pianificato le sfide tra Salernitana e Venezia e tra Fiorentina e Udinese del ventesimo turno e quella tra i campani e i friulani della diciannovesima giornata. Soprattutto la gara tra gli uomini di Nicola e quelli di Zanetti – senza che le due squadre abbiano impegni oltre il campionato – rappresenta uno scontro decisivo nella battaglia per la permanenza nella massima serie. Sui tre punti di ritardo dei lagunari terzultimi rispetto al Cagliari quartultimo pesa dunque la partita in meno, con la speranza che non si arrivi troppo in prossimità dell’ultima giornata quando al Penzo i rossoblù faranno visita proprio al Venezia.
Addio quota 40
Storicamente si tende a indicare la quota salvezza in 40 punti, una soglia più psicologica che reale. Restando alle ultime dieci stagioni, infatti, soltanto in tre casi l’ultimo posto per l’inferno ha coinvolto squadre con più di 35 punti. Nel 2019 fu l’Empoli a retrocedere all’ultima giornata con 38, vittima degli scontri diretti a sfavore con il Genoa arrivato quartultimo con lo stesso bottino. Nel 2016 fu il Carpi a salutare la Serie A sempre con 38 punti, mentre nel 2012 toccò al Lecce retrocedere con 36. Negli altri sette casi si passa dai 32 punti di Palermo (2013), Catania (2014) ed Empoli (2017) ai 35 del Crotone (2018) e del Lecce (2020). In mezzo i 33 del Benevento della scorsa stagione e i 34 del Cagliari nel 2015, primo anno della gestione Giulini. Con il quartultimo posto al momento occupato proprio dagli uomini di Mazzarri con 25 punti – quota che resterebbe tale anche in caso di vittoria del Venezia nel recupero contro la Salernitana – la “cifra” salvezza sembrerebbe essere orientata verso una forchetta tra i 35 e i 37. Nella peggiore delle ipotesi, dunque, ai rossoblù serviranno 12 punti nelle prossime otto giornate per sentirsi tranquilli, con quattro sfide da giocare alla Unipol Domus (Juventus, Sassuolo, Verona e Inter) e quattro fuori casa (Udinese, Genoa, Salernitana e Venezia).
Impresa possibile
Nelle tre stagioni citate nelle quali le terzultime raggiunsero quota 38 e quota 36, alla trentesima giornata la classifica mostrava già una situazione differente. Nel 2019, anno in cui l’Empoli finì in B nonostante i 38 punti finali, e nel 2016 quando il Carpi fu vittima dello stesso destino, a otto giornate dal termine la terzultima aveva nel primo caso 27 punti – il Bologna – e nel secondo 28 – il Palermo. Quando fu il Lecce a retrocedere con 36 punti nel 2012, invece, alla trentesima giornata erano sempre i salentini a occupare il terzultimo posto a quota 28. Guardando ai precedenti, dunque, fa ancora più scalpore l’impresa del Cagliari di Semplici della passata stagione quando a questo punto del campionato i punti in classifica erano 22, tre in meno degli attuali, con i rossoblù a occupare il terzultimo posto. Con la quota salvezza a 36 punti o meno, alla trentesima giornata solo in un caso chi occupava la diciottesima posizione aveva più punti del Cagliari di Mazzarri. Il Siena nel 2013 era a 26 a otto gare dal termine, per poi chiudere soltanto a 30 con soli 4 punti raccolti sui 24 disponibili fino alla fine della stagione.
Speranze
Il Cagliari di Semplici che si salvò ai danni del Benevento nello scorso campionato non è un unicum nelle ultime dieci stagioni. Se da una parte chi alla trentesima giornata occupava le ultime due posizioni è sempre retrocesso a fine campionato – sempre considerando dal 2011-12 in avanti – non sempre la terzultima è rimasta tale anche dopo le ultime otto giornate. Detto dei rossoblù del 2020-21, anche nel 2018-19 il Bologna riuscì nell’impresa di salvarsi ai danni dell’Empoli, anche se in quel caso fu più il Genoa a vincere la corsa per evitare la B contro i toscani. Nel 2017 fu sempre l’Empoli a pagare lo scotto di un finale di stagione da incubo, con il Crotone che dai 17 punti della trentesima giornata raggiunse a fine campionato quota 34, con i toscani fermi a 32. L’anno precedente fu il Palermo ad abbandonare l’ultimo dei tre posti all’inferno a spese del Carpi, con i rosanero che erano terzultimi alla trentesima con 28 punti per poi chiudere a 39 a pari merito con l’Udinese e una lunghezza sopra gli emiliani. Infine nel 2014 fu il Sassuolo di Di Francesco che passò dalla zona retrocessione a otto gare dal termine alla salvezza ai danni del Bologna.
Lotta aperta
Chi deve prestare particolare attenzione è inoltre lo Spezia e con i liguri non possono abbassare la guardia nemmeno l’Udinese e la Sampdoria. Intanto l’esempio del Benevento della passata stagione, capace di salutare la Serie A nonostante i 30 punti dopo 30 partite, ma anche l’Empoli del 2019 con i suoi 28 punti a questo punto della stagione può essere un campanello d’allarme per friulani, doriani e spezzini. Detto sempre dell’Empoli rimontato dal Crotone nel 2017 – i 22 punti alla trentesima non erano una quota importante – la distanza di cinque punti virtuali dalla zona rossa per l’Udinese non rappresenta un vantaggio che non può essere dilapidato, anche se non va dimenticato che Pereyra e compagni devono ancora recuperare due partite, una delle quali contro una Salernitana ormai quasi fuori dai giochi.
Matteo Zizola