Grazie dei fiori. Da Godin a Nainggolan, da quando Semplici è arrivato in panchina, si sprecano lodi e complimenti al precedente allenatore. Il Faraone ha chiesto “Rispetto per Eusebio”, mentre il Ninja è tornato sulle ultime partite con il tecnico pescarese in panchina: “Abbiamo giocato bene ma purtroppo non riuscivamo a fare punti, mi dispiace per Di Francesco”. Più tamburi che violino invece per il rumeno Marin, centrocampista fortemente voluto dal precedente allenatore con il quale condivide anche l’agente, Pietro Chiodi: “Il mio ruolo è sempre stato quello di mezzala, rispetto a prima ci siamo sbloccati mentalmente e sono arrivati anche i gol perché ora crossiamo tanto”.
Mentalità – Parole di rito. Ma viene da chiedersi chi scendesse in campo fino a un paio di settimane fa. Ma il calcio è così: dietro il bel quadro dipinto da società e TV c’è sempre un mondo più complesso. E l’universo Cagliari a Marassi ha raccontato di un gruppo ritrovato. I giocatori hanno dato a Semplici una risposta importante anche dal punto di vista della voglia. Nel finale dopo l’1-2 blucerchiato – che a detta di Semplici “avrebbe tagliato le gambe a qualsiasi squadra” – i rossoblù sono stati bravi a crederci fino all’ultimo secondo. Ci hanno creduto anche più dello stesso allenatore toscano che prima dell’ultima azione dei suoi aveva già indossato il giubbotto pronto al rientro a testa bassa negli spogliatoi. E invece poi è stata corsa a perdifiato per andare ad abbracciare Nainggolan. Con Nandez addirittura lanciato sopra di tutti a fare surf sulle teste dei compagni.
Segnali – Il 2-2 di Marassi con la Samp dell'”amico” Ranieri va preso in chiave positiva soprattutto per quella scena finale. Un dettaglio di un gruppo, uno spogliatoio, ritrovato mentalmente. Una corsa salvezza che grazie ai 7 punti in una settimana dei sardi si è allargata e non poco. Non si guarda solo più a Crotone, Parma e Torino ora. Ma si fa la corsa anche su Benevento, Spezia e Fiorentina. Ma questi sono discorsi giornalistici perché come ricordato ormai a fine di ogni partita da Semplici: “Il Cagliari non ha ancora fatto niente”. Vero, anche se dal punto di vista dell’approccio e della grinta messa in campo questa squadra ha fatto tanto. Fino a poche giornate fa le partite si perdevano o si pareggiavano all’ultimo minuto e il vantaggio avversario quasi sempre era una condanna sul risultato negativo. Invece al normalizzatore da Firenze è bastata una settimana per invertire questa tendenza. Aiutato da un gruppo che continua a buttarsi oltre l’ostacolo da quando c’è stato il cambio in panchina. Perché ok i fiori e le belle parole di contorno ma pare ormai evidente che il punto di non ritorno con la precedente gestione fosse stato superato da tempo.
Roberto Pinna