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Cagliari | Errori e fiducia, Radunovic sfida il fantasma di Scuffet

Boris Radunovic in Bologna-Cagliari | Foto Valerio Spano
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Mestiere infame, di quelli che possono farti diventare eroe e poi, in un solo momento, colpevole senza se e senza ma. Essere portiere vuole dire accettare un ruolo a due facce, la bellezza del salvare la barca in tempesta e la brutalità di affondarla quando ormai il porto sembra vicino. Due parate da vedere e rivedere, quindi all’improvviso la difficoltà che fa capolino su un tiro tutt’altro che irresistibile e la frittata servita su un piatto d’argento che toglie un punto ormai sicuro. Boris Radunovic sulla graticola, la sconfitta del Cagliari a Bologna sulle sue spalle.

Sul filo

Sicurezze e dubbi, il destino del portiere serbo è tutto in queste due parole. Come chi lo ha preceduto, così Radunovic è rimasto sempre a metà tra giudizi positivi e interrogativi pronti a fare nuovamente capolino. Un tempo era Alessio Cragno il destinatario dei punti di domanda, di un ambiente capace di esaltarne e contestarne le prestazioni a fasi alterne, tanto da vedere nel secondo di turno la soluzione a tutti i mali. Finché il secondo, proprio Radunovic, non diventa primo dopo la retrocessione e oltre al posto da titolare eredita dal collega anche i giudizi. Inaffidabile prima, la rivincita a suon di parate poi, i dubbi che tornano ogni volta che manca la tranquillità. Il gigante serbo è la sintesi degli opposti, Bologna una nuova Bari tra respinte salvifiche e scivoloni da brividi. “È un portiere che ci ha fatto arrivare in A“: parola di Claudio Ranieri dopo l’errore che ha regalato la vittoria ai felsinei sabato 2 settembre. In una doppia sfida contro i pugliesi nella finale playoff nella quale c’è stato tutto Radunovic in 180 minuti. L’andata alla Unipol Domus con rigore parato e tante, tantissime parate a salvare il risultato. Il ritorno senza troppa sofferenza, fino a quell’uscita sul pallone lungo che rimbalza sul terreno bagnato, lo scavalca e fa scorrere un brivido di paura sulla schiena di compagni e tifosi al minuto 95. Tutto è bene quel che finisce bene e Boris inizia la nuova stagione per la prima volta da titolare in Serie A. Nonostante il nuovo arrivato abbia il nome di Simone Scuffet, nonostante l’ex Cluj abbia tutte le carte in regola per spodestarlo dal trono di numero uno rossoblù.

La sfida dell’ex

Nel calcio moderno le gerarchie sono ormai un vecchio ricordo. L’undici titolare sempre uguale e perfino quelle tra i portieri. C’è chi sostiene che sia un modo per tenere tutti sulla corda, chi al contrario vede nei continui cambi tra i pali – e non solo tra Coppa e Campionato – la tranquillità perduta che non aiuta chi parte in vantaggio tra i concorrenti. Ranieri ha così voluto far da subito chiarezza prima ancora che la stagione prendesse il via: “Il primo è Radunovic, ma è ovvio che il secondo dovrà essere pronto in qualsiasi momento. Scuffet è un portiere che dà garanzie“. E, soprattutto, un portiere che difficilmente accetta il ruolo di gregario senza provare a far cambiare idea a Sir Claudio. Tornato in Italia dopo due stagioni all’estero tra Cipro e Romania, l’ex enfant prodige dell’Udinese ha fin da subito messo in chiaro i propri obiettivi: “Il binomio con Radunovic è uno stimolo, ho accolto il tutto come una sfida. Cagliari rappresenta una grandissima opportunità, sono venuto qui per provare a dimostrare quello che penso di valere in una categoria in cui posso dire la mia“. Nessun giro di parole durante la presentazione alla stampa dello scorso luglio, la consapevolezza del ruolo di secondo ma anche quella di potersi giocare le proprie carte. E ora, con il collega che affronta il primo ostacolo stagionale alla voce prestazioni, ecco che per il friulano si potrebbero aprire la chance del sorpasso. Proprio contro la sua Udinese, prossima avversaria dei rossoblù alla Unipol Domus nel lunch match di domenica 17 settembre, con il vantaggio di restare in Sardegna durante la sosta mentre Radunovic risponderà alla convocazione della nazionale ritrovata.

Psicologia

Dubbi che accompagneranno Ranieri fino alla prossima giornata di campionato, con la caccia alla prima vittoria in Serie A dopo due sconfitte consecutive e il pareggio all’esordio di Torino. Dubbi che non possono prescindere dall’aspetto psicologico, dal proteggere un portiere come Radunovic che è patrimonio del club e della squadra. Senza però dimenticare l’importanza della sfida contro i friulani, perché i tre punti sono più importanti di ogni altro dettaglio. “Potevamo proteggerlo“: così l’allenatore rossoblù nel post partita di Bologna, quando Radunovic si è lasciato sfuggire la sfera favorendo il gol di Fabbian, senza però che nessun compagno si frapponesse tra lui e l’avversario. Dettagli che fanno la differenza, una protezione mancata che potrebbe essere la chiave del futuro tra i pali. Proteggere la parola chiave, la domanda appunto se Ranieri deciderà di farlo con il suo gigante serbo – e dunque confermarlo nonostante tutto per evitare risvolti psicologici – oppure se opterà per una protezione di senso opposto. Un po’ di riposo, spazio a Scuffet anche grazie alla sosta vissuta lontano dalla Sardegna dall’attuale titolare e poi si vedrà. Una nuova sfida nella sfida, quasi attesa dopo la scelta di riportare in Italia il classe ’96 ex Cluj. Perché, in fondo, la riconoscenza a volte deve lasciare il passo al futuro e perché quando il gioco si fa duro la maggiore esperienza – nonostante l’età praticamente identica – può dare maggiori garanzie nell’immediato.

Matteo Zizola

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