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Alessio Cragno | Foto Alessandro Sanna

Cagliari e bilancio, chi sarà il nuovo Barella?

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C’è solo un po’ di nebbia che annuncia il sole, andiamo avanti tranquillamente. La nebbia presto si è fatta più fitta, da poca è diventata una coltre intensa, il sole tarda ad arrivare nonostante i raggi che filtrano di tanto in quando.

No alla B – Terzultimo posto, zona rossa, la voglia di uscire dal tunnel e tornare alla normalità di una squadra che dovrebbe sulla carta salvarsi in carrozza. Il campionato dice altro e intanto il bilancio attende. Le casse societarie non soffrono, ma se l’aspetto sportivo dovesse continuare a condurre il Cagliari verso il baratro ecco che anche quello economico ne risentirebbe. Il campo e gli uffici legati a doppio filo, anche perché il valore dei singoli giocatori dipende non solo dalle prestazioni individuali ma anche da quelle collettive. Un Cagliari che chiude il campionato nelle ultime tre posizione sarebbe un Cagliari che vedrebbe ridursi notevolmente il valore dei suoi elementi più pregiati, quelli trattenuti la scorsa estate in vista di tempi migliori. D’altronde il bilancio del 2019 e quello del 2020 parlano chiaro, è tutto nero su bianco. Nel 2019 la società rossoblù ha chiuso con un passivo pari a quasi 9,5 milioni di euro, nel 2020 con un attivo di circa 2,6 milioni. A pagina 68 del bilancio ufficiale la spiegazione di ciò: “le differenze tra i dati dei due esercizi sono principalmente determinate dal significativo incremento delle plusvalenze da cessioni dei diritti pluriennali dei calciatori (da 4,8 a 42,2 milioni) che hanno compensato la riduzione dei ricavi da gare (da 5,1 a 4 milioni), dei proventi commerciali (da 12 a 5,3) e dei diritti televisivi (da 39,1 a 28,1)”.

Un nuovo Barella – Plusvalenze decisive dunque. Da Barella – quasi 37 milioni di utile – a Han – 3,2 milioni – passando per Colombatto, Giannetti e Castro tra gli altri, il Cagliari ha compensato i problemi nati dalla pandemia con cessioni importanti per il bilancio, su tutte quella del gioiellino cresciuto in casa Nicolò Barella. Un’eventuale discesa in B in questa stagione renderebbe obbligatoria la caccia a questa compensazione attraverso le plusvalenze, ma anche con la sperata permanenza nella massima serie non cambierebbe la necessità di rimpolpare le casse societarie con almeno una cessione importante. Un nuovo Barella, un calciatore che sia iscritto a bilancio a un valore contenuto e che possa essere venduto con una valutazione importante, che crei in sostanza un saldo positivo, magari non di quasi 37 milioni come l’ex rossoblù ora all’Inter, ma che non ci vada nemmeno lontano. La necessità, inoltre, è quella di chiudere la cessione entro il 30 giugno così da poterla inserire nel bilancio 2020-2021.

Gioielli in vetrina – La speranza, ovviamente, è quella che il negozio Cagliari non diventi un discount a causa di una discesa in Serie B, ma piuttosto resti un esercizio commerciale da grandi firme. Alessio Cragno e Joao Pedro sono al momento i due elementi che potrebbero garantire la plusvalenze più succosa. Iscritti nel bilancio 2019-2020 con un valore irrisorio rispetto a quello che il mercato potrebbe determinare. Il portiere di Fiesole, che ha da sua anche l’età, ha un valore residuo al 30 giugno 2020 di 63 mila euro. Una sua cessione, considerando anche l’ammortamento di questa stagione, porterebbe a una plusvalenza sostanziosa, praticamente netta al 100%. Il brasiliano dal canto suo è iscritto a bilancio per un valore residuo di 30 mila euro, inutile sottolineare la differenza con il valore di mercato del numero 10 rossoblù. La curiosità è che Cragno fu acquistato per 1,85 milioni, Joao Pedro per 1 milione e con il passare degli anni – e con gli ammortamenti – il loro valore a bilancio ha preso una strada diametralmente opposta rispetto a quello sul mercato.

Ultimi arrivi – Tra gli altri gioielli ci sono quei calciatori arrivati nel post Barella e che sono diventati una sorta di tesoretto per la società di Via Mameli. Nahitan Nández risulta essere stato acquistato – nero su bianco – per 17 milioni di euro compreso il costo dei procuratori, Despodov per 3,4 milioni, Oliva per 2,5, Rog e Simeone entrambi per 16,3 milioni rispettivamente. Interessante anche il costo di Gastón Pereiro, giocatore preso dal PSV Eindhoven quando il suo contratto era prossimo alla scadenza e pagato 4,6 milioni di euro in totale, 2,5 alla società olandese – almeno secondo quanto riportato da più parti sia in Olanda che in Italia – e il resto in commissioni. Queste ultime sono un fattore che dal bilancio 2019 a quello 2020 è lievitato sensibilmente. Alla voce “consulenze procuratori” il passaggio è stato dai 731 mila euro del giugno 2019 ai 3,6 milioni del giugno 2020.

L’aspetto economico che si intreccia dunque con quello sportivo, il bilancio che racconta aspetti importanti per capire anche determinate scelte in sede di mercato. Tra una pandemia che ha condizionato le decisioni e un futuro che dipenderà tanto da quanto la squadra riuscirà a fare sul campo. Una retrocessione sarebbe un salasso, invertire la rotta è fondamentale sotto ogni punto di vista.

Matteo Zizola

 
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