Una delle canzoni ricorrenti che viene citata quando si parla di calciatori e di ritorni è senza dubbio “Ancora tu” di Lucio Battisti. Testo che si sposa perfettamente con quella che sarà la prima volta da avversario di Gastón Pereiro contro il Cagliari. Da ottobre il Tonga veste la maglia del Genoa e domenica 24 novembre alle 12:30 a Marassi sarà l’unico ex tra gli uomini di Patrick Vieira di fronte a quattro – Nicola incluso – dalla parte dei rossoblù del tecnico piemontese. Una partita speciale per Pereiro dopo una militanza lunga quattro anni in Sardegna con tanti bassi e pochissimi alti.
Ancora tu
“Ma non dovevamo rivederci più?“. È questa la domanda che segue ancora tu nel verso più famoso della canzone di Battisti. Domanda assolutamente lecita se si pensa a Pereiro e al suo addio al Cagliari. Nessuno avrebbe potuto pensare non tanto di ritrovarsi assieme dopo magari qualche anno – opzione impossibile – ma nemmeno che dopo pochi mesi il Tonga avrebbe vestito un’altra maglia di Serie A. Non tanto o non solo per quanto espresso in Sardegna e nei due prestiti tra Nacional Montevideo e Ternana, ma perché dopo la risoluzione contrattuale con il Cagliari arrivata il 29 agosto per oltre un mese Pereiro è rimasto senza club. Se già in estate il tentativo rossoblù di cederlo a un anno dalla scadenza del contratto si era arenato di fronte allo scoglio del poco interesse, da svincolato e senza dover aspettare un eventuale accordo tra club le cose non sono cambiate. Fino a che da Genova non è arrivata la proposta il 14 ottobre per diventare un giocatore di Alberto Gilardino, senza però a oggi aver inciso, penalizzato da un utilizzo ridotto di soli 29 minuti. Come se il tempo fosse tornato al passato, l’esperienza di Pereiro con il Genoa è iniziata sulla stessa falsariga di quella di Cagliari. Vita da separato in casa in Olanda al PSV, con il contratto in scadenza nel giugno del 2020, arriva alla corte di Rolando Maran all’improvviso il 29 gennaio dello stesso anno con l’ultima gara giocata prima di Natale e pochi minuti in generale tra Eredivisie ed Europa. Dopo poche partite il cambio di allenatore con Walter Zenga a sostituire l’ex Chievo, esattamente come in Liguria Vieira ha rimpiazzato l’esonerato Gilardino. In una delle numerose sliding doors che si sono chiuse sulla strada di Pereiro nella sua militanza in Sardegna.
Tra alibi e sfortuna
È il Tonga a non aver capito il Cagliari o è il Cagliari a non aver capito il Tonga? Una domanda rimasta nell’aria e che divide in due le fazioni su Pereiro. Tra chi pensa che non sia mai stato davvero valorizzato e chi, invece, anche supportato dai prestiti non esaltanti lo ritiene semplicemente una scommessa persa. Di certo c’è che la fortuna non è stata dalla sua parte, pur se il fantasista uruguaiano non è stato certo audace nel provare a farsi aiutare dalla dea bendata. Arrivato a fine gennaio, peraltro con l’equivoco di un allenatore che si aspettava un difensore centrale e riceveva un elemento dalla difficile collocazione, Pereiro ha prima scaldato i motori con uno spezzone contro il Genoa e la titolarità contro il Napoli – due sconfitte – e poi ha mostrato parte delle sue qualità con un gol spettacolare contro la Roma, ultima di Maran esonerato dopo il 4-3 finale per i giallorossi alla Sardegna Arena. La pandemia irrompe, il campionato viene rinviato e al ritorno in campo Zenga lancia subito il Tonga come “sottopunta” (parola dell’allenatore) con però scarsi risultati. Problemi personali e un infortunio proprio al Bentegodi lo fermano, a fine stagione saranno dieci le presenze con una sola rete, quella appunto contro la Roma. Il secondo anno continua sulla stessa falsariga della sfortuna, due volte positivo al Covid, rottura del metatarso, tante panchine sia con Eusebio Di Francesco che con Leonardo Semplici. Nonostante tutto ha modo di risultare decisivo, dando l’impressione di poter accendere la scintilla se messo nelle condizioni di farsi notare. Segna prima l’inutile gol nella sconfitta contro lo Spezia per 2-1, ma poi realizza la sua seconda rete di quella stagione nel 4-3 in rimonta contro il Parma, con tanto di assist per la marcatura definitiva di Cerri in pieno recupero. Sono già quattro gli allenatori e ancora nessuno è riuscito a trovare una collazione per Pereiro, aprendo le prime crepe su un acquisto che, nonostante i sei mesi alla scadenza del contratto, è costato tra commissioni e cartellino una cifra vicina ai 4 milioni di euro. Soprattutto l’aspetto contrattuale di un ingaggio sopra il milione e mezzo a stagione diventa una discriminante negativa nel giudizio dell’ex PSV
Esplosione e declino
Dopo un campionato e mezzo in Serie A fatto di complicazioni esterne e di problemi personali sia fisici che extra campo, il 2021-22 sembra poter essere la stagione della prova del nove, quella in cui si potrà avere la risposta sul valore reale di Pereiro. Continua però la girandola di allenatori – prima Semplici e poi dalla quarta giornata Walter Mazzarri – e continua l’utilizzo del Tonga per piccoli spezzoni e senza continuità. Per una volta, però, il destino sembra non voltare le spalle all’uruguaiano e prima diventa protagonista nella rimonta casalinga per 2-1 contro il Bologna con gol e assist, poi grazie alle continue defezioni nel reparto avanzato diventa titolare inamovibile. Le risposte rispecchiano le aspettative al momento del suo acquisto, assist nell’1-1 contro la Fiorentina e soprattutto i due gol giocando da unica punta nella vittoria per 2-1 a Bergamo oltre al gol del momentaneo vantaggio nell’1-1 casalingo contro il Napoli. Un mistero che risulterà per sempre tale su quel periodo d’oro di Pereiro è ciò che è accaduto dopo, con due partite nuovamente da titolare per nulla negative e poi l’accantonamento praticamente definitivo. Gioca titolare soltanto nella sconfitta 5-1 di Udine, con l’apice della notte di Venezia e un ingresso in campo tardivo a dieci minuti dal novantesimo e con l’impossibilità di trasformarsi in eroe. È l’inizio della fine del suo rapporto con il Cagliari che vivrà soltanto un’altra gioia alla prima giornata della Serie B, con la conclusione dalla distanza che regalò il pareggio alla squadra di Liverani quasi allo scadere.
Nemmeno l’ottavo allenatore trovato a Cagliari, uno che non chiude mai le porte a nessuno come Claudio Ranieri, riesce nell’impresa di far incontrare le prestazioni con le aspettative. Anzi, Sir Claudio vede Pereiro giusto in tempo per osservarne la fuga a Montevideo, prestito al Nacional e una scelta voluta fortemente con tanto di contributo all’ingaggio proprio da parte del Tonga. L’aria di casa e il figlio appena nato non cambiano le cose, torna a Cagliari con Ranieri che lo dichiara fuori dal progetto – con appoggio della società nella persona del ds Nereo Bonato – collezionando soltanto due presenze in Coppa Italia, entrambe in corsa contro Udinese e Milan. I ventisei minuti nel 4-1 subito dai rossoneri saranno gli ultimi di Pereiro con la maglia del Cagliari, poi il prestito alla Ternana voluto dall’ex ds rossoblù Stefano Capozucca e infine l’ultimo niet da parte del nono tecnico trovato in Sardegna, Davide Nicola. Ora la prima sfida da avversario, con di nuovo i dubbi sul suo utilizzo (questa volta sul tavolo del Genoa) e con l’ultima occasione per dimostrare che non è Pereiro a non aver capito il Cagliari e la Serie A, ma viceversa.
Matteo Zizola














