Nel vocabolario Treccani è definita, in senso figurato, come adattabilità. Può essere di carattere, d’ingegno, di un comportamento, di una politica, in quanto siano modificabili a seconda delle circostanze. È la parola chiave in casa Cagliari, è la duttilità.
Trasformismo
Un mercato creativo, così lo aveva definito il direttore sportivo rossoblù Stefano Capozucca quando ancora gli obiettivi erano solo delle idee sul taccuino. Creatività che potrebbe essere la caratteristica di Leonardo Semplici quando dovrà decidere quale undici mettere in campo e soprattutto come disporre la squadra. Le prime due partite contro Spezia e Milan hanno visto il tecnico toscano utilizzare il suo classico 3-5-2, il mancato arrivo di Nainggolan o di un suo surrogato sul mercato hanno portato Semplici ad andare sul sicuro e restare sulla vecchia strada. Niente 3-4-2-1 come previsto agli albori dell’estate di trattative, ma dopo le ultime 24 ore, e soprattutto dopo l’arrivo di Keita Baldé e la conferma di Nahitan Nández, ecco che l’allenatore rossoblù ha in mano una rosa che fa della duttilità la propria arma. La difesa a tre potrebbe non essere più un dogma inscalfibile, ma anche con un trio davanti a Cragno le soluzioni a disposizione sono molteplici. Senza dimenticare che i meri numeri lasciano spazio a tattiche che si modellano a seconda delle situazioni, fase difensiva e fase offensiva, possesso e non possesso, e anche in questo caso la duttilità dei singoli permette un continuo trasformismo. Alfio Basile, ex commissario tecnico dell’Argentina, in una sua famosa frase sosteneva di “disporre sempre bene le sue squadre in campo, il problema è che quando inizia la partita i giocatori si muovono”. Semplici, dal canto suo, dall’adattabilità e dall’intelligenza tattica dei suoi giocatori potrebbe trovare la chiave per plasmare al meglio il suo Cagliari. Il muoversi dei calciatori non un problema, piuttosto un punto di forza.
Equilibratori
Caceres e Carboni con la loro doppia veste di centrali di difesa – sia a quattro che braccetti in quella a tre – e di terzini, Nández che può giostrare sia da esterno a tutta fascia che da interno di centrocampo, Dalbert e Lykogiannis come quinti o come terzini bassi in un’ipotetica linea a quattro, così come Zappa e Bellanova. Marin da mezzala con licenza di verticalità o in una mediana a due, Strootman come regista o come interno, Keita e Joao Pedro da attaccanti veri e propri o da trequartisti con caratteristiche differenti tra loro, Farias carta da usare in corsa sia come esterno d’attacco che come seconda punta. Sono i rossoblù che della duttilità fanno una delle loro armi, equilibratori che Semplici potrà utilizzare per cambiare faccia alla squadra a seconda delle esigenze. Così Caceres e Carboni possono trasformare la difesa da tre a quattro, con l’esterno di centrocampo opposto a compensare abbassandosi sulla linea difensiva. Joao Pedro, con la sua intelligenza tattica, può agire sia da collante tra i reparti che da terminale offensivo. Nández dare quella dinamicità in mezzo al campo che permetterebbe a Strootman e Marin di esprimersi senza portarsi sulle spalle il peso eccessivo della fase difensiva. Guardando ai numeri, il Cagliari potrebbe giocare con il classico 3-5-2 con Keita come arma da utilizzare in alternativa al duo Pavoletti-Joao Pedro, con Nández da mezzala a sostenere Strootman regista e Marin interno opposto, Zappa o Bellanova e Dalbert o Lykogiannis a completare il reparto e pronti ad abbassarsi in una linea a 4 con Carboni (o Caceres) a scalare da braccetti a terzini.
Caro vecchio rombo
Le alternative sono molteplici, partendo da quel 3-4-2-1 delle parole estive. Keita e Joao Pedro dietro Pavoletti, Nández che resta nel ruolo di esterno a tutta fascia, Marin e Strootman come centrali di centrocampo e il resto dell’abito da cucire con chi è più in forma al momento. C’è poi una possibile difesa a quattro e il classico rossoblù dai tempi di Ballardini e poi riproposto da Maran nel recente passato. Il 4-3-1-2 o 2-1 che si voglia, il rombo di centrocampo che avrebbe in Nández-Strootman-Marin gli interpreti dei vertici bassi con Joao Pedro e Keita a prendere possesso del vertice alto, alternativamente o come doppio trequartista. E, perché no, pronti ad allargarsi per far diventare quel 4-3-2-1 un 4-3-3 atipico, sfruttando le capacità tattiche del numero 10 brasiliano e la velocità nello spazio del senegalese di passaporto spagnolo.
Tante soluzioni per un Semplici che può ritenersi moderatamente soddisfatto dopo un mercato tra i più difficili della storia recente non solo del Cagliari, ma dell’intera Serie A. Come si suol dire la palla ora passa al campo, la lista dei desideri da riporre nel cassetto e un gruppo da plasmare a propria immagine e somiglianza. Obiettivo dichiarato una salvezza tranquilla, compito di Semplici trovare la strada per raggiungerla ed evitare i patemi delle ultime altalenanti stagioni.
Matteo Zizola