Del senno del poi son piene le fosse dice un antico proverbio. Detto che torna utile quando si parla del Cagliari e dell’operazione ventidue milioni, titolo del film del mercato in uscita di giugno 2022. Partendo dai riscatti di Vicario e Simeone da parte di Empoli e Verona e arrivando alla prossima chiusura dell’affare Bellanova con l’Inter.
Exploit
Quando nell’estate del 2021 la società rossoblù decise di cedere in prestito Guglielmo Vicario all’Empoli, la valutazione prevista per l’acquisto definitivo da parte dei toscani sembrava importante. C’era stato sì l’esordio positivo in Serie A con la maglia del Cagliari, ma le sole 4 presenze da vice Cragno non potevano che far apparire i dieci milioni per il diritto di riscatto come un affare. Certo, c’era il punto dolente dell’assenza del controriscatto, utile a coprirsi in caso di un exploit dell’estremo difensore friulano, cosa poi avvenuta dopo una stagione tra i pali dell’Empoli ben oltre le aspettative. Con le casse societarie a domandare liquidità in tempi rapidi, l’accordo con il club del presidente Corsi è stato trovato con una sorta di sconto che – a conti fatti – non ha portato a una cessione lontana dai 10 milioni previsti a monte. Tre subito, cinque nel 2023 e il 20% di percentuale sulla futura rivendita portano a un totale che potrebbe essere anche superiore alla valutazione iniziale. Se poi si guarda al mero bilancio, Vicario risulta essere una plusvalenza praticamente del 100%, un guadagno netto che dà il peso della scelta di puntare sul suo acquisto dal Venezia nel 2019.
Bomber
Una prima stagione da protagonista prima della flessione post covid, Giovanni Simeone ha lasciato la Sardegna senza troppi rimpianti a seguito di un secondo anno nel quale è mancata la conferma alla voce prestazioni e gol. Tra il sorpasso di Pavoletti nelle gerarchie con l’arrivo di Semplici e difficoltà ambientali, il Cholito è stato ceduto la scorsa estate al Verona in prestito oneroso con diritto di riscatto. Un’operazione che, all’epoca, era apparsa intelligente al netto di quel controriscatto mancante come nel caso di Guglielmo Vicario. Con l’annata in maglia Hellas da cecchino, quarto nella classifica marcatori della Serie A con 17 reti, la valutazione di Simeone è lievitata arrivando a una cifra non lontana da 20 milioni di euro. Il club gialloblù è riuscito a strappare uno sconto – da 12 a 10,5 il costo del riscatto per prelevarlo dal Cagliari – grazie alla necessità della società di Via Mameli di raccogliere liquidità il prima possibile. E con la retrocessione in Serie B che non permette voli pindarici, leggasi attesa per aste estive con club italiani e europei in lotta per accaparrarsi il Cholito. Con un valore a bilancio intorno a 6 milioni – grazie agli ammortamenti – anche nel caso del bomber argentino la plusvalenza è servita. Unendo dunque tutti i puntini e mettendo da parte il senno del poi, l’affare Simeone lascia sì l’amaro in bocca, ma sembra di fatto aver accontentato tutti.
Sorpresa
Esordio da incubo contro il Genoa con Fares che ne sfrutta le incertezze per mettere a segno una doppietta. La risalita costante nonostante le difficoltà della squadra. La crescita che diventa il sogno della maglia azzurra, quando la ruota sembra girare e lui è in cima alla lista dei protagonisti del filotto positivo di Mazzarri. L’assist di Bergamo dopo un’accelerata improvvisa, il gol di Torino, poi il crollo che coincide con quello dei compagni. Raoul Bellanova è stato una delle note liete della stagione drammatica del Cagliari, un affare vero e proprio il suo riscatto dal Bordeaux per soli seicentomila euro e ora il trasferimento all’Inter prossimo alla chiusura. Un’altra plusvalenza corposa che, comunque, ha fatto storcere il naso. Perché i 3 milioni per il prestito oneroso e quei sette milioni per l’obbligo di riscatto “condizionato” – Capozucca dixit – sono parte di una formula che avrebbe potuto essere più stringente. Ma, a conti fatti, per un esterno classe ’99 che ha ancora tanto da dimostrare nel calcio di alto livello – basti ricordare la sfida contro Theo Hernandez alla Unipol Domus – dieci milioni totali non sembrano una valutazione di poco conto. E se dovesse tornare in Sardegna dopo un anno in maglia nerazzurra, magari con un Cagliari nuovamente in Serie A, sarebbe difficile storcere il naso.
Mettendo da parte il senno del poi, dunque, l’operazione ventidue milioni della società rossoblù è figlia di scelte legittime ed economicamente logiche. Resta però la differenza tra chi il senno del poi lo prevede e chi, invece lo subisce. Che poi è la stessa che passa tra un club lungimirante e uno che naviga a vista, sbagliando com’è umano, ma dando l’impressione di perseverare com’è diabolico. Il monte ingaggi una Spada di Damocle che non si è creata da sola, i segnali di un passo più lungo della gamba evidenti da tempo e comunque perseguiti con gli arrivi – ad esempio – di Strootman e Keita la scorsa estate. Pur con il dramma di una retrocessione che porta in dote tanti se – chissà cosa sarebbe stato se si fossero ceduti Cragno e Nández nell’estate del 2020, ad esempio – e soprattutto valutazioni ridotte esponenzialmente, la speranza è che il duo Giulini-Capozucca abbia capito quali errori non ripetere. Al contrario arriverà ancora il momento del senno del poi, dal quale giocoforza nascono valutazioni su un operato che in otto anni di presidenza è stato tutt’altro che positivo.
Matteo Zizola