Minuto 94′. Il Cagliari cerca spazi sulla sinistra. Makoumbou attira due giocatori a sé, va da Deiola che allarga e trova Zappa largo sulla destra. C’è lo spazio per il cross dalla trequarti, prima che Maita provi ad arrivare a tutta velocità per chiudere. È in quel momento che probabilmente la fiducia costruita in un girone di ritorno in crescendo viene definitivamente fuori. Con una giocata che sarebbe potuta finire sulla lavagna alla voce cattive idee in altri momenti e che invece finisce per diventare parte del quadro perfetto con una tela in cui è disegnata la Serie A. Tunnel all’avversario con palla che corre verso il vertice destro dell’area, sfera raggiunta, piedi ed equilibrio a posto e cross con il contagiri. Il resto lo fa Pavoletti, il resto lo dice una serata diventata già storia per il Cagliari.
Altalena
Anche Gabriele Zappa era uno dei reduci di quel 22 maggio 2022, malgrado avesse guardato quella partita dalla panchina. E a Venezia, così come altri, probabilmente aveva fatto un patto con sé stesso anche lui. Cercare di risalire subito, di riportare il Cagliari in una Serie A che i rossoblù non erano riusciti a mantenere. Qualcosa a cui aggiungere una voglia di riscatto personale, per provare a migliorare quei lati del proprio gioco in cui spesso le difficoltà si erano rese evidenti, soprattutto sul lato difensivo. La Serie B, l’arrivo di Liverani, il modo diverso di intendere il calcio e l’arrivo di un giocatore che bene aveva fatto a Cosenza come Di Pardo avevano fatto pensare alla possibilità di una stagione diversa per il prodotto delle giovanili dell’Inter. Che con il difensore numero 99 alla fine si è più volte alternato in una prima parte di stagione altalenante, complice gli equilibri mai veramente trovati da parte di un reparto difensivo in cui le insicurezze bussavano spesso alla porta, e una fase offensiva spesso risultata sterile. Poi ancora una nuova rivoluzione, un nuovo cambio in panchina e un nuovo inizio, che si comincia ad avvertire a fine dicembre e prende forma i primi di gennaio. L’arrivo di Claudio Ranieri in Sardegna cambia tutto per i tifosi, ma anche per il Cagliari e per i suoi interpreti, Zappa compreso.
Rivoluzione
Che il proprio lavoro sarebbe partito dalla difesa Ranieri lo aveva chiarito sin dal principio. Ridare solidità al reparto per avere la spinta e gli stimoli per fare bene dal centrocampo in su. Responsabilità, ma anche fiducia, bastone ma anche carota. Il metodo è stato lo stesso con tutti, ma le scelte fatte dal tecnico romano hanno dato i loro frutti a partire proprio dalla retroguardia. Un reparto in cui Alberto Dossena è diventata la sorpresa più positiva ed evidente, ma non l’unica certezza. Perché anche Zappa dall’arrivo di Ranieri ha saltato una sola partita per squalifica ed è partito sempre titolare tranne che in un’occasione, Cagliari-Spal del 27 gennaio scorso quando subentrò al 45’, tra stagione regolare e playoff. Una scelta fatta inizialmente anche per necessità, vista l’assenza di un Di Pardo fermato a lungo da un problema ai flessori, che con il tempo si è tuttavia trasformata decisione difficile da cambiare. Perché da una parte sono arrivati i miglioramenti difensivi attesi, nei movimenti e nella tenacia messa in campo, con prove importanti a dar man forte alla propria tesi come quella del San Nicola contro il Bari in stagione regolare. E poi perché all’accortezza, Zappa ha saputo nuovamente aggiungere al suo bagaglio il supporto dell’azione offensiva, creando con Nahitan Nandez una catena di destra il cui motore è rimasto sempre acceso. Così, sono tornati i cross, ma soprattutto sono arrivati tre gol, i primi in maglia isolana. Ascoli, Reggina e Ternana le squadre colpite, con la rete del 2-1 contro le Fere che è valsa tre punti, nella prima delle quattro vittorie consecutive che hanno dato la spinta decisiva ai rossoblù in vista dei playoff.
Importanza
Nella fase più importante della stagione l’apporto non è cambiato. Ancora sempre titolare, nonostante nella semifinale d’andata contro il Parma il gol del momentaneo 0-2 di Sohm abbia lasciato intravedere ancora margini di miglioramento necessari nella propria metà campo. Un episodio che in altri momenti avrebbe potuto pesare oltre l’arco della gara e che invece ha finito per rendere chiara la crescita mentale del numero 28, che con la gara del San Nicola dello scorso 11 giugno è sembrato fare un ulteriore passo fondamentale verso la maturità. Un passo che poi è servito per avvicinarsi ancora di più ai tifosi rossoblù, come dimostrato da una festa della Unipol Domus in cui il classe ‘99 è stato acclamato dal tifo isolano più caldo. Segnali importanti in vista di una Serie A che dovrà essere custodita e che sarà un nuovo esame per chi, come Gabriele Zappa, dovrà dimostrare che quello decretato dal Penzo era stato solo un doloroso passaggio a vuoto.
Matteo Cardia