Minuto 11. Il Cagliari è in vantaggio già 1-0 dopo il gol di Joao Pedro che ha cambiato la partita. Il ginocchio sinistro di Dalbert scricchiola e Mazzarri è costretto al primo cambio. Poche le alternative avendo già Lykogiannis in campo, spazio allora a Deiola. È in quel momento che non finisce solo la partita del mancino brasiliano e non inizia solo quella del centrocampista sangavinese. Perché è con la prima sostituzione che cambia totalmente anche la gara di uno dei giocatori più importanti del Cagliari fino ad oggi, Razvan Marin.
Adattamento
I primi minuti sono stati complessi. Il numero 8 cagliaritano era l’unico a poter reggere di gamba e qualità la fascia sinistra, ma l’adattamento è stato difficile in un ruolo più che apparentemente innaturale. Un tentativo sbagliato che Mazzarri ha avuto la possibilità di correggere in corsa, attribuendo un nuovo compito al centrocampista ex Ajax: unire fase iniziale e fase finale del possesso offensivo, agire tra quelle linee da sempre punti deboli delle difese avversarie. Una mezzala in fase difensiva, un trequartista secondo le posizioni medie occupate quando il pallone è stato tra i piedi dei cagliaritani, ad occupare un ruolo che sembrava essere stato accantonato e che invece sorte e necessità hanno tirato nuovamente fuori dal cassetto del passato. Il rumeno ha avuto alcune difficoltà anche nell’interpretare la nuova posizione, soprattutto nella fase decisiva dell’ultimo passaggio, oltre che della conclusione, perché sui suoi piedi è passata anche la prima occasione del secondo tempo per il 2-0. Marin però ha dimostrato ancora una volta di restare dentro la gara nonostante le diverse richieste, di essere in grado di farsi trovare e di portare il pallone nelle zone calde della trequarti avversaria. Inoltre, non è mancato lo zampino anche nel gol del doppio vantaggio, con il calcio di punizione da cui è nata la conclusione di Caceres battuta proprio dal rumeno.
Capacità offensive
Per caratteristiche, oltre che Gaston Pereiro, Razvan Marin potrebbe essere l’unico in grado di occupare con risultati positivi quella zona di campo in cui cervello e piedi buoni fanno la differenza. Il centrocampista è secondo solo a Nandez per dribbling tentati di media a partita – 2 – e secondo, sempre dietro l’uruguagio, per portati a compimento – 1.3, dati Whoscored. Numeri che, uniti a quelli degli assist – 3 fino ad ora – e al dato che lo vede come l’unico a non aver mai saltato un minuto dall’inizio del campionato, sottolineano la rilevanza del giocatore. Un’importanza testimoniata anche dal voto di tifosi e appassionati sul nostro sito: per il 53% di loro, è proprio Marin ad essere il miglior giocatore di questo inizio stagione. Sembrano mancare solamente i gol, che erano arrivati soprattutto nello scorso finale di stagione giocato da protagonista sotto la guida di Semplici. Se però il sistema di gioco utilizzato contro i blucerchiati sarà confermato, il numero 8 potrebbe nuovamente avere il compito di unire centrocampo e attacco sulle proprie spalle. Prima regista, poi mezzala ed ora possibile trequartista. La posizione e il destino di Marin passano attraverso un Cagliari che cambia ma che non può fare a meno della sua presenza.
Matteo Cardia