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Analisi Serie D | Una giornata nera simbolo di un inizio in salita per le sarde

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Giornata da dimenticare quella andata di scena in occasione del turno numero 3 del girone G della Serie D. Dalla pesante sconfitta del Latte Dolce sul campo del Terracina, ai ko di misura per 2-1 del Cos contro l’Anzio, dell’Atletico Uri in quel di Genzano contro il Cynthialbalonga e dell’Ilvamaddalena in casa del Savoia. Per concludere con l’amaro 0-1 rimediato al Nespoli dall’Olbia nei minuti finali contro il Guidonia.

Olbia

Perdere così fa male. In particolare dopo una gara ben giocata dall’Olbia di Marco Amelia di fronte al proprio pubblico e contro una delle squadre più quotate alla vittoria finale del campionato come il Guidonia. Brucia perché è arrivata nei minuti finali, quando una gestione più attenta avrebbe permesso di portare a casa un punto importante nel segno della crescita. Fa male in particolare per l’animo, perché dopo un’annata ricca di delusioni, un’estate colma di incertezza e una stagione iniziata in ritardo, una bella notizia avrebbe dato tanto morale a una squadra in cerca di consapevolezze. Però, come giustamente dice mister Amelia, sarebbe troppo semplice guardare la classifica e giudicare. Giusto, ma allo stesso tempo i numeri nel calcio contano e tanto, specie quando si lavora in una piazza ambiziosa e con una società che ha puntato subito in alto l’asticella. La realtà però è diversa e l’Olbia, come è giusto che sia dopo il recente passato, è un cantiere aperto che mattone dopo mattone sta costruendo il suo percorso. I passi in avanti nel match contro il Guidonia si sono visti, dall’approccio alla gara passando per la capacità di proporre la sua idea di calcio a tratti in maniera molto chiara. Quella contro il Guidonia, così come accaduto nella sfida contro il Latte Dolce, sarà una sfida da cui imparare tanto e in fretta. In particolare nella gestione del pallone negli ultimi metri del campo e nella costanza di attenzione. Dettagli che fanno la differenza e che possono cambiare gli equilibri di una gara. Ora il prossimo appuntamento vedrà i bianchi fare visita all’Anzio, fresco di vittoria sul campo del Cos e una delle squadre che più sta impressionando in queste prime tre tappe del campionato. Una gara dove sarà necessario trasformare il rammarico in cinismo e cattiveria, perché sebbene il tempo ancora sia a favore dei bianchi è fondamentale iniziare a trovare il sapore della vittoria per accantonare un passato che sta pesando troppo. (a.o.)

Atletico Uri

Un avvio shock, poi la rimonta: un canovaccio che purtroppo non si è ripetuto nel secondo tempo in quel di Genzano. In una gara combattuta e frammentata, l’Atletico Uri non è riuscito a portare a casa dal Lazio almeno un punto contro una Cynthialbalonga alla prima gioia stagionale. Una partita che poteva essere alla portata degli uomini di Paba che erano stati bravi a recuperare lo squillo iniziale firmato Ingretolli, poi costretto ad alzare bandiera bianca per un infortunio: il pari è arrivato grazie a Fedele, imbeccato dall’angolo di De Cenco, in una giornata per lui avara di giocate. L’ex Flaminia tra le altre ha però svolto tanto movimento alla pari del compagno di reparto Demarcus che hanno favorito gli inserimenti dei centrocampisti, soprattutto di Melis, il più positivo tra i giallorossi. Nella ripresa, come nei primi 45′, l’Atletico Uri è stato costretto ancora a inseguire dopo un gol subito da Rinaldini sugli sviluppi di un corner: stavolta però, nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Rinaldini poi diventata doppia nel finale nervoso di gara per quella di Bensaja, non è arrivato il lieto fine per i giallorossi che tornano a casa con un ko che poteva essere evitato. Sono mancati i classici dettagli e l’attenzione che possono fare la differenza in un campionato che si conferma equilibrato, e magari anche un impatto migliore dei cambi, con Anedda l’unico a dare un po’ di freschezza tra i nuovi volti inseriti nella ripresa. Già con il Terracina servirà dare risposte e cercare la prima vittoria stagionale di fronte al proprio pubblico. (m.p.)

Latte Dolce

Trasferta amara in quel di Terracina per il Latte Dolce di Gabriele Setti. Delusione sia per il risultato, ma anche per come questo è arrivato. Disattenzioni pagate a caro prezzo che però stanno diventando una costante di questi primi tre appuntamenti, con i biancocelesti che al momento sono la squadra con il maggior numero di reti incassate del girone G (7). “Siamo giovani e abbiamo necessità di acquisire certezze dal campo, ma serve lavorare maggiormente sulla cattiveria“, questa l’analisi del tecnico dei sassaresi ai nostri microfoni al termine del match perso contro il Terracina. Ed è proprio quest’ultimo aspetto citato da mister Setti quello su cui dovranno concentrarsi maggiormente i biancocelesti a partire dalla prossima gara. Dettagli da curare non solo nella propria metà campo, ma in particolare dalla cintola in su. Dalla mancanza di attenzione facendosi cogliere impreparati sulle ripartenze, passando per la poca cattiveria nel bloccare gli avversari in occasione delle reti di Sadaj nel primo tempo e Tonni nel secondo. Stesso mordente che è mancato nelle due chance non capitalizzate da Sorgente verso il finale, così come accaduto anche contro l’Olbia. Dettagli che in Serie D fanno la differenza. Il percorso è ancora lungo per i sassaresi che, già a partire dalla prossima sfida interna contro il Savoia, dovranno dimostrare al proprio tecnico di aver appreso la lezione. Perché giusto essere giovani, lecito – considerati i tanti arrivati – avere bisogno di tempo per trovare la giusta sinergia, ma allo stesso tempo per raggiungere l’obiettivo salvezza serve crescere in fretta e iniziare a macinare punti preziosi sin dalle prime battute. (a.o)

Costa Orientale Sarda

“Abbiamo completamente toppato il secondo tempo, giocando a bassi ritmi”. Non usa mezzi termini Antonio Carta, vice allenatore del Costa Orientale Sarda per definire il brutto passo indietro dei gialloblù, che a Tertenia hanno ceduto il passo a un Anzio in inferiorità numerica ma decisamente più sul pezzo. L’1-2 finale è un boccone amaro da digerire per il gruppo di Francesco Loi, che ha vissuto il match in tribuna scuro in volto per la prestazione dei suoi ragazzi. È mancato tutto al Cos: personalità, cattiveria davanti alla porta dei laziali e anche un pizzico di buona sorte. Perché perdere Piredda dopo soli 25 minuti di gioco ha privato i gialloblù del faro in mediana, ma soprattutto ha costretto Ladu a retrocedere di 20 metri il suo raggio d’azione proprio mentre stava iniziando a far male alla difesa dell’Anzio. Il gol di Di Mino sulla prima vera azione offensiva degli ospiti ha rotto l’equilibrio, ma la successiva espulsione di Costa (per un ingenuo fallo di reazione su Ladu davanti agli occhi dell’arbitro) ha rimesso il match sui binari del Cos, abile a trovare il pari sull’asse Ladu-Floris, autore del momentaneo 1-1. Ma quando tutto faceva presupporre un’accelerata dei padroni di casa in cerca della vittoria, è stato il cinismo dei laziali a emergere fino al decisivo gol di Sirignano sugli sviluppi di un calcio d’angolo gestito male dalla difesa gialloblù. “Nel secondo tempo probabilmente eravamo convinti di poter sfruttare l’uomo in più però se non alzi il ritmo, perdi la superiorità”, ha detto ancora Carta, centrando il punto. Nella ripresa il Cos non ha mai dato l’impressione di poter aumentare il ritmo come richiesto dalla gara, lasciando così gioco facile a un Anzio arcigno e tutto rintanato dietro. Troppo compassati i gialloblù, che soltanto in rarissime occasioni hanno impensierito i laziali e così è arrivata la prima sconfitta stagionale per Floris e compagni, chiamati ora a un esame di coscienza alla ripresa degli allenamenti per capire cosa non abbia funzionato. Da segnalare, una delle poche consolazioni per Loi, la buona prestazione dei giovani Piseddu e Boi, entrambi 2006, che sulla fascia destra hanno provato a lasciare il segno. Domenica 29 settembre il Cos riparte da un derby, il terzo nelle prime quattro giornate: i gialloblù faranno visita all’Ilvamaddalena di Cotroneo, reduce dalla sconfitta contro il Savoia. Facile attendersi un’altra sfida combattuta, ma se la squadra di Loi vorrà centrare il primo successo in campionato dovrà necessariamente cambiare registro rispetto a quanto visto contro l’Anzio, a partire dall’intensità di gioco. (f.a.)

Ilvamaddalena

Giusta la rabbia, giusto il rammarico, giusta la delusione. Va premesso che, considerato il numero di occasioni avute dall’Ilvamaddalena nella sfida contro il Savoia, il risultato è ingiusto. I ragazzi di Cotroneo avrebbero meritato qualcosa in più per quanto prodotto contro i campani, ma il calcio è strano e il dio del pallone molto spesso si diverte nel premiare chi spreca troppo e pecca di cinismo. E dopo che la sfortuna si è messa di mezzo allo Zichina con la Lodigiani, contro il Savoia sono stati i sardi a punirsi con le loro stesse mani. Non solo per le diverse chance non sfruttate, ma soprattutto per la disattenzione negli ultimi secondi del match, con la retroguardia biancoazzurra ha permesso a Fiasco di realizzare il gol del definitivo 2-1. “Per essere protagonisti bisogna fare risultati. Il bel gioco fa sicuramente piacere ma a questo gioco bisogna fare punti“, rabbia ma allo stesso tempo un messaggio importante quello mandato all’indirizzo dei suoi giocatori da mister Cotroneo. I complimenti fanno piacere, sono belli, però sono i punti conquistati che permettono a una squadra di centrare la salvezza. Per quanto visto finora, in termini di produzione di gioco, l’Ilva ha tutte le possibilità per raggiungere questo traguardo, però la Serie D non è l’Eccellenza e gli errori si pagano a caro prezzo. Ora serve subito voltare pagina perché al prossimo appuntamento allo Zichina farà visita il Costa Orientale Sarda di mister Francesco Loi. Una squadra ferita dopo la sconfitta contro l’Anzio e alla ricerca del primo successo stagionale. Un’occasione in cui dimostrare di aver imparato la lezione e allo stesso tempo trasformare in punti i complimenti. (a.o)

La Redazione

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