L’allenatore del Cagliari Walter Zenga è intervenuto in diretta a Radiolina per raccontare il clima dei rossoblù e le sue sensazioni a poco più di una settimana dalla sfida di Verona contro l’Hellas, il 20 giugno alle 21.45, che segnerà anche l’esordio dell’Uomo Ragno sulla panchina sarda. Ecco i principali temi toccati dal tecnico milanese:
Periodo a Cagliari
“Non vedo l’ora di iniziare, credo come tutti sia tifosi che allenatori che giocatori. Questo periodo è stato complicato, come per tutti quanti. La mia fortuna è stato fare questo periodo di quarantena ad Asseminello. Diventerò capo-cantiere del centro sportivo e anche del nuovo stadio. Ora ho preso appartamento in centro città e sto iniziando a frequentare e vivere Cagliari. Essere qui in Sardegna per me è un grande motivo di orgoglio e ho trovato una società molto organizzata e con gente davvero legata alla squadra tra quelli che ci lavorano. Anche per questo ho deciso di restare qui nel lockdown. La città la conoscevo già, però quando la vivi una città è sempre diverso da quando vieni in vacanza. Il Poetto, le trattorie quando le vivi da cittadino hanno un sapore diverso. Poi io ho girato tanto e ho un senso di adattamento molto sviluppato. Chi mi irrita di più tra Caniggia, Bianchi e Varriale? 5 o 6 anni fa mi avrebbe fatto arrabbiare questa domanda. Dico che io non perdo mai ma imparo sempre, e anche da loro ho imparato”.
Che Serie A sarà?
“Cosa temo di questa ripresa? Che non siamo abituati a giocare ogni 3-4 giorni. I grandi club in questo saranno molto avvantaggiati rispetto agli altri. Non paragoniamolo però a un Mondiale perché al Mondiale solo le prime 4 arrivano a giocare tutte le gare. Poi ci saranno aspetti ambientali, delle trasferte complicate, della preparazione che influenzeranno questa Serie A. Anche per quello abbiamo fatto delle amichevoli interne a scalare, con sabato che giocheremo una partita da 45 minuti a tempo. Abbiamo lavorato per simulare il calendario fitto che ci aspetta”. Io motivatore? Me lo chiedono in tanti ma nessuno mi dice chi motiva me. Il discorso è sempre ampio, non è solo un discorso di motivazioni. Il Cagliari ha una struttura e una rosa importante, deve solo ritrovare la fiducia e la condizione e capire che quello che è stato fatto in autunno è la reale immagine di questa squadra. Queste 13 partite non sono il proseguo del campionato, e loro devono capire che il maggior numero di punti che fai sarà il loro valore reale”.
Infortunio di Nainggolan
“Infortunio Nainggolan? La mia fortuna è che riesco sempre a gestire le situazioni. Durante gli allenamenti faccio giocare i ragazzi anche fuori ruolo per capire cosa fare se fossi in emergenza. Ora è chiaro che speriamo di recuperare Radja il più velocemente possibile ma la mia serenità nasce dalle alternative valide che abbiamo in rosa. Radja e Joao sono giocatori insostituibili per classe e talento però ci sono giocatori funzionali alle situazioni. E non dimentichiamo che abbiamo 5 sostituzioni in questa ripresa perciò è difficile parlare di titolari e panchinari. Ci vuole apertura in questo senso anche da parte degli addetti ai lavori. E ricordo che 13 gare in 45 giorni: le gerarchie lasciano il tempo che trovano”.
La tattica di Zenga
“Tridente? Il coraggio di un allenatore sta nelle idee ma soprattutto nell’abilità di applicarle. I giocatori in campo si devono adattare alle situazioni: giocare con una, due o tre punte non cambia. Non è che se attacchi in 5 sei più forte, però il mio Cagliari potrebbe giocare anche a tre in avanti. Voglio un Cagliari camaleontico e poi un professionista che si basa su un sistema ha l’attitudine a cambiare i propri compiti. Sorprese in questi giorni di allenamento? Ci sono giocatori che hanno giocato poco fin qui e che hanno grande possibilità, però sono rimasto impressionato da Andrea Carboni. I giovani devono acquisire il rispetto e ho citato Carboni perché è uno che lavora duro, sta zitto e impara. Cragno? I portieri sono i più penalizzati dalla lunga sosta, perché è l’istinto l’aspetto che alleni meno. Io ho sempre detto che Alessio e Meret sono i giovani portieri italiani che preferisco. Lui si sta allenando con grande impegno e attenzione e questo è quello che interessa al club”.
La Serie A senza spettatori
“Il calcio senza pubblico? Sono abituato, negli Emirati solo le grandi partite hanno molto pubblico. E ho già allenato a temperature impossibili in Arabia Saudita. In Qatar ho allenato anche in stadi chiusi con aria condizionata. In Inghilterra ho giocato 3-4 partite a settimana. Emozione per il ritorno in Serie A? Sono sempre emozionato quando c’è di mezzo il pallone perché questa è la mia passione. Se non ci metti amore non puoi essere soddisfatto nella vita. Io la sera vado a casa e sono sereno perché ho dato tutto, e questo mi lascia il fuoco dentro. E credo che la gente questo lo capisca. Un messaggio ai tifosi? Non posso dirgli venite numerosi se no mi arrestano (ride ndr). Io posso dir loro che cercherò di mettere passione, voglia e rispetto della maglia perché è quello che ogni piazza e ogni città merita”.
Roberto Pinna