Si iniziano a intravedere gli effetti economici sul calcio sardo dopo l’emergenza Covid-19. Una delle prime squadre a “spaccarsi” per lo stop ai campionati, che gioco forza sta provando economicamente soprattutto i club dilettantistici, è la Torres. Come riportato dallo stesso presidente Salvatore Sechi sul sito della società sassarese il club ha ricevuto, tramite PEC, una mail che intima la società ai pagamenti delle mensilità da marzo a giugno 2020.
La richiesta della squadra
“Ho ricevuto ieri dall’avvocato De Cesaro, una PEC firmata da tutti i giocatori e dall’allenatore Marco Mariotti – dice Sechi – (da tale procedura si sono dissociati il preparatore atletico Mascaro e il preparatore dei portieri e vice allenatore Tore Pinna), in cui si chiede alla Società, anzi si intima, il pagamento delle mensilità da marzo a giugno, nonostante lo stop di tutti i campionati”. La stessa lettera è stata inviata anche alla regione Sardegna oltre che al club rossoblù e il gruppo di giocatori e allenatore non ha escluso azioni legali per avere il suddetto rimborso tramite i contributi regionali alle Società.
La riposta di Sechi
Un’azione che spiazza quella della Torres e la risposta di Sechi non si è fatta attendere: “Ricevuta la PEC ho contattato la Lega Nazionale Dilettanti che mi ha confermato quanto già noto e cioè che la Torres non è in alcun modo tenuta al pagamento di emolumenti per prestazioni mai effettuate, così come nessuna Società di Serie D. La mia amarezza si basa, soprattutto, sul tradimento della fiducia”. Sul tema pagamenti Sechi fa chiarezza in base alle mensilità date e a quelle richieste: “Ho ottemperato regolarmente a tutti gli impegni con la squadra per le mensilità dovute fino al mese di febbraio, sempre tramite bonifico bancario. Tutto facilmente documentabile. Per il mese di marzo, come più volte dichiarato, la Società si è attenuta alle indicazioni della Lega e del presidente Sibilia, comuni a tutte le formazioni militanti nel campionato di Serie D fermate dalla grave emergenza sanitaria Covid-19. Aggiungo che, oltretutto, ben 12 dei 23 firmatari della lettera hanno potuto accedere ai contributi posti in essere dallo Stato con il decreto Cura Italia, ricevendo quindi il sussidio grazie anche alla Società che ha controfirmato la documentazione, regolarizzando la pratica”.
Scontro interno
La scelta dei giocatori e del tecnico porta, evidentemente, a una rottura totale. E anche nel caso remoto il campionato di Serie D trovi i modi, gli standard e la formula per ripartire sembra ormai difficile che la Torres possa ripresentarsi con una rosa che ha deciso per lo scontro con l’attuale società. Nel frattempo il pallone, fermo sul campo, passa in mano agli avvocati anche se a giudicare dalle parole dello stesso presidente Sechi una mediazione tra le parti sembra essere lontanissima: “Un’azione di questo tipo nei confronti della Società che rappresento la ritengo, e lo dico con grande tristezza, una forma di disprezzo verso i colori; qualcosa che certamente non mi aspettavo da chi aveva dimostrato di valere l’apprezzamento mio e dei tifosi”.
Arzachena
Per ora un’azione come quella portata avanti dal gruppo di staff e giocatori della Torres è tra i primi casi post Covid-19 in Sardegna. Alcuni giorni fa invece attraverso i propri canali social l’Arzachena e la squadra smeraldina avevano fatto sapere di aver trovato l’accordo per il pagamento dei rimborsi relativi al mese di marzo 2020. Intanto però i mesi passano e con i campionati fermi la situazione di società e calciatori della Serie D sarda, in attesa di decisioni dall’alto, diventa sempre più complicata.
Roberto Pinna